La fio.PSD ha presentato di recente il Report “I servizi per la grave marginalità adulta in Italia. Organizzazioni, persone e buone pratiche della rete nazionale fio.PSD”.

I soci della Federazione sono 146 (Terzo settore, Associazioni riconosciute e non, Comuni, Enti religiosi e Fondazioni), hanno sede in 17 Regioni e sono concentrati prevalentemente nel Nord Italia (73%), in particolare in Lombardia (31 soci), in Piemonte (19 soci), in Veneto (17 soci) e in Emilia-Romagna (16 soci). Le città in cui sono presenti il maggior numero di soci sono Milano (18) e Torino (12), seguite da Bologna (8) e Verona (6).

 

Quali sono i servizi offerti?

I soci fio.PSD hanno 433 servizi attivi, in media 4 servizi per organizzazioni. Si tratta prevalentemente di servizi tradizionali nel supporto alla grave marginalità, in particolare la presa in carico e  l’accompagnamento, servizio fornito da 8 soci su 10 e che si riferisce alla “attivazione di tutte le risorse professionali e culturali, formali e informali, messe a disposizione di una persona in difficoltà, a partire da una relazione di aiuto”. Molto diffusi sono anche i servizi di Segretariato sociale, forniti da 7 soci su 10, che include attività di orientamento ai servizi sul territorio fino al disbrigo di pratiche burocratiche, inclusa la residenza fittizia, accoglienza notturna e di supporto ai bisogni primari. Vi sono poi i progetti legati all’Housing supportato, incluso l’Housing First, che vengono portati avanti da 69 enti, la maggior parte dei quali ha aderito anche alla Community Italiana dell’Housing Firs (l’Housing supportato rappresenta  un reale cambiamento negli approcci e nei servizi per le persone senza dimora, comprendendo diverse tipologie di progetti di inserimento abitativo, sulla base della classificazione europea, con l’obiettivo comune di assicurare il diritto alla casa e l’accesso rapido ad un’abitazione). I servizi di accoglienza notturna comprendono strutture sia in emergenza che accoglienze più strutturate. I dormitori, concentrati prevalentemente nelle grandi città ma presenti anche in piccoli centri, vengono forniti sia da organizzazioni del Terzo settore, sia dai Comuni. 4 soci su 10 hanno attivato anche alloggi autogestiti o di terza accoglienza, caratterizzati da forme di accoglienza nelle quali le persone accolte hanno ampia autonomia di gestione dello spazio abitativo. 3 soci su 10 offrono comunità residenziali, ovvero strutture in cui viene data la possibilità di alloggiare anche durante il giorno, con un supporto educativo e sociale e alloggi protetti, strutture nelle quali l’accesso è limitato, solitamente dedicate a persone in particolari condizioni di vulnerabilità, come le donne vittime di violenza, anche queste gestite sia da organizzazioni del Terzo settore che dai Comuni. Infine, 13 organizzazioni hanno attivato comunità semiresidenziali, strutture in cui le persone possono trascorrere anche il periodo diurno. La risposta ai bisogni primari viene soddisfatta da più della metà dei soci attraverso servizi di distribuzione di indumenti e viveri, docce e servizi di igiene personale. Quasi 4 soci su 10 hanno attivato mense, che con l’emergenza pandemica hanno subito una grande trasformazione, e contributi economici una tantum. Vi sono anche le Unità di strada che, pur non essendo molto diffuse, rappresentano un lavoro di “frontiera”,  come unico punto di contatto tra la persona che vive in strada e i servizi.

 

Chi sono i beneficiari accolti nei servizi?

Secondo una stima elaborata dai soci, sono 16.956 persone che in media al mese accedono ai servizi per la grave marginalità nel complesso, mediamente 170 persone per organizzazione. La presenza di uomini è molto forte nella maggior parte delle organizzazioni, mentre meno della metà sono donne accolte, molto forte anche la presenza di adulti singoli segnalate da quasi tutti i soci. Di recente ai servizi si sono affacciate sempre più famiglie colpite dalla crisi conseguente alla pandemia che si sono ritrovate improvvisamente senza lavoro e senza reddito a dover chiedere un supporto per affrontare i costi dell’abitazione, come l’affitto, le bollette e i beni di prima necessità. Sono aumentati anche i giovani, che presentano anche tratti di disagio psichico, persone anziane sole, a basso reddito e senza rete di relazioni e di supporto, gli stranieri richiedenti asilo che finiscono in strada e stranieri non in regola con il permesso di soggiorno.

 

La strage invisibile: i decessi delle persone senza dimora.

Nel 2022 sono morte 395 persone senza dimora, prevalentemente uomini, stranieri, di età media intorno ai 45 anni, ma più giovani tra gli stranieri rispetto agli italiani, di cui spesso non si conosce neanche il nome. Una drammatica situazione che spinge fio.PSD a scrivere nel Report che: “Le informazioni sui decessi delle persone in condizioni di marginalità estrema spingono a riflettere sul sistema di servizi offerti e su quelli che andranno progettati per il futuro. Seppur indispensabili, i servizi tradizionali, come la distribuzione di pasti, vestiti e coperte non sono più sufficienti. Per prevenire le morti in strada occorre innanzitutto prevenire che le persone possano finire in strada. Negli ultimi anni sono state stanziate ingenti risorse destinate al contrasto della grave marginalità adulta e questi stanziamenti dovrebbero creare le condizioni per innescare un cambiamento nella mentalità con cui viene affrontato il fenomeno. Garantire a chi vive in strada e in condizione di vulnerabilità estrema l’accesso ad una casa, alle cure e a percorsi di reinserimento sociale appare dunque come il primo passo per poter vivere una vita dignitosa e fornire a chi ne ha più bisogno una rete di protezione che può letteralmente salvare la vita”.

 Il Rapporto si chiude con alcune riflessioni e proposte, con una mappatura dei soggetti regione per regione e con una serie di buone pratiche.

Qui il Report: https://www.fiopsd.org/i-servizi-per-la-grave-marginalita-adulta-in-italia/.

Qui le infografiche: https://www.fiopsd.org/wp-content/uploads/2022/11/Infografiche-fio.PSD-2022.pdf