Ex Gkn ancora nel limbo: nonostante la cassa integrazione sia stata concessa fino a dicembre, non è arrivato ancora un euro sui conti dei lavoratori. Pare che l’INPS stia ancora attendendo dall’azienda i flussi necessari per far partire i bonifici. Si aggiunga che QF, di fatto, trattiene indebitamente la cassa integrazione ricevuta dall’Inps per il periodo tra l’1 e il 9 ottobre, non paga i turni di lavoro, ferie e tutto quanto necessario.
“L’assedio è solo parzialmente rotto” sottolinea l’RSU ex Gkn. “Come sono lontani i tempi in cui Ministero e azienda parlavano di cassa integrazione non concessa per mancanza di “ragionevolezza” dei lavoratori: la verità viene sempre a galla, anche se molto più lentamente delle menzogne”.
E sul piano di reindustrializzazione siamo sempre al paradosso: il Comitato tecnico scientifico solidale del Collettivo di Fabbrica continua l’elaborazione del piano industriale, il secondo prototipo di cargo bike è pronto, il terzo è in costruzione, si intensificano gli incontri con i soggetti protagonisti della reindustrializzazione. Il tutto nell’assenza e nel conseguente disimpegno del Ministero e della proprietà stessa. Nonostante si sia riunito il 30 maggio scorso il tavolo interistituzionale tra Soms insorgiamo, Comune di Firenze e Regione Toscana, che fa seguito al Patto di Solidarietà firmato tra Comune e Società di Mutuo Soccorso, dove la stessa Soms ha presentato un dettagliato stato dell’arte su reindustrializzazione, mutualismo, concetto di fabbrica socialmente integrata.
Ma se il limbo e l’immobilismo istituzionale continuano, la mobilitazione non si ferma.
Il 17 giugno da Campi Bisenzio partirà un pullman per supportare la manifestazione di Bologna “10mila stivali nel fango”, facendo seguito alle spedizioni di solidarietà partite da Ex Gkn per andare a spalare il fango in Romagna.
E il 18 giugno sarà una giornata campale per la reindustrializzazione dedicata ad una “conferenza operaia, assemblea sindacale e dell’attivismo climatico” dove discuteremo delle esperienze passate, presenti e future delle aziende che sono state prima chiuse dalle delocalizzazioni e poi logorate dalle finte reindutrializzazioni.
Saranno presenti lavoratori di aziende in lotta come, solo per dirne alcune, Wartsila, Magna, Sanac. ExIlva, Piaggio ma anche di aziende recuperate come ad esempio la Trafocoop.
Verranno approfonditi i meccanismi con cui le multinazionali trovano la via per deindustrializzare, quanto può essere efficace l’autorecupero, il recupero cooperativistico, la reindustrializzazione dal basso. E mentre a pranzo si raggiungerà il presidio di fronte a Mondoconvenienza, si troverà il modo per aggiornare ancora un volta sul piano di reindustrializzazione, collegato alla transizione ecologica.