Alessandro Della Malva, attivista NoTav, non si è visto rinnovare il contratto a tempo determinato dalla Azimut di Avigliana
Della Malva ha partecipato a due manifestazioni contro il Tav, la grande opera ferroviaria della Valsusa. Una a S. Giacomo di Susa contro le trivellazioni, l’altra a Bruzolo da cui partivano i camion carichi di smarino. Proteste che i NoTav rivendicano essere a salvaguardia dell’ambiente e della propria valle, contro un’opera, o meglio, un progetto vecchio di decenni, estremamente controverso e di cui non è stato steso neanche un centimetro di rotaia.
Si è trattato di manifestazioni di dissenso nonviolente. Viene denunciato e gli viene assegnata una misura cautelare: l’obbligo di firma. L’uso delle misure cautelari è ormai pratica comune nei confronti dei NoTav.
Il fatto che abbia l’obbligo di firma dimostra che è colpevole? Assolutamente no. La sua eventuale colpevolezza dovrà essere eventualmente dimostrata da una sentenza definitiva, secondo la legge italiana è attualmente innocente.
Ci racconta che all’interno di Azimut, del gruppo Azimut-Benetti, è stato assunto con un contratto a tempo determinato, era conteso da due reparti, cosa che attesterebbe la sua efficienza sul lavoro. A fronte di questa situazione confidava gli venisse riconfermato il contratto, magari a tempo indeterminato.
Il 16 maggio le forze dell’ordine non trovandolo a casa, Della Malva esce presto di casa il mattino, vanno in azienda per notificargli il provvedimento cautelare. Viene convocato nell’ufficio del personale in cui sono presenti anche gli agenti. Il contratto con il quale è stato assunto è in scadenza. Gli è stato detto che non sarà più rinnovato, ha 51 anni.