La seconda edizione del Festival internazionale del libro per la pace e la nonviolenza di Roma si è tenuta dal 26 al 28 maggio 2023.
Il grande motore di idee e novità del festival ha letteralmente costruito tassello per tassello un mosaico di pace con più di un centinaio di presentazioni, incontri, mostre, spettacoli e performances.
E’ entrata ancora in azione per il secondo anno, in una nuova veste organizzativa e in una innovativa edizione, la grande macchina organizzatrice di idee e organizzativa di iniziative, che parte dal basso e, nonostante le difficoltà rispetto alla disponibilità di risorse umane ed economiche, ha visto l’impegno di decine di operatori e volontari per la pace e la nonviolenza intenti e impegnati a collaborare per la realizzazione della seconda edizione del festival internazionale del libro per la pace e la nonviolenza di Roma: il tutto a partire da un volontariato attivo e consapevole che crea grandi iniziative dal niente.
Un’autentica panoramica ad ampio raggio d’azione nonviolenta e intervento sociale e culturale sull’attualità degli eventi che accadono nel mondo: dalla guerra in Ucraina a tutte le guerre Nato, dalle morti per l’uranio impoverito alla tutela dell’ambiente e degli ecosistemi planetari compromessi dai dissesti climatici e dalle alterazioni climatiche. Un festival internazionale a 360 gradi a riguardo della panoramica mondiale relativa alle emergenze e minacce che incombono sull’intera umanità: dalla guerra nucleare alla disuguaglianza sociale globale, dalla violenza strutturale alle migrazioni forzate e al problema della violenza a tutti i livelli del macrosistema planetario.
Una ventata di informazioni e approfondimenti e notizie sull’attualità di questo nostro presente che certamente spaventa, ma queste iniziative come EireneFest, il festival del libro per la pace e la nonviolenza di Roma danno ampio respiro all’intera umanità, a ogni singolo attivista che si impegna in quanto persona per il bene, contro il male in assoluto.
Personalmente ho contattato e intervistato, per un excursus sulle conclusioni di questo straordinario festival, alcuni promotori e attivisti di questa grande struttura organizzativa di idee e progetti di pace contro l’odio e la violenza che imperversano nella congiuntura attuale dell’umanità e della Storia, con tutte le guerre nel mondo, dal Medio Oriente all’Ucraina.
La testimonianza di Gianmarco Pisa, un giovane del Comitato Promotore di EireneFest.
Secondo te, come afferma Alex Zanotelli, siamo davvero sul crinale del baratro nucleare? A che è servito, a noi e all’umanità intera, il Premio Nobel per la Pace alla rete internazionale ICAN per il disarmo nucleare universale e per la proibizione degli ordigni di distruzione di massa nucleari?
“Il Nobel per la Pace a ICAN, la Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari, è stato un riconoscimento di grande importanza.
Alcuni Nobel per la Pace sono stati assai controversi, pensiamo al premio a Barack Obama nel 2009 e quello all’UE nel 2012; altri, viceversa, avrebbero potuto costituire uno stimolo più forte a intraprendere azioni più concrete ed efficaci per conseguire gli scopi per i quali furono assegnati. Tra questi, appunto, l’ICAN, nel 2017.
Tuttavia, nelle motivazioni del premio è possibile rintracciare i motivi della sua importanza, non solo morale, ma anche politica: un riconoscimento all’impegno ‘a richiamare l’attenzione sulle catastrofiche conseguenze umanitarie di qualsiasi uso di ordigni nucleari’ e a ‘conseguire la totale proibizione di tali ordigni’.
Di fronte al rischio nucleare, è anche uno stimolo a dare più spazio alla diplomazia, a porre fine alle guerre, a impegnarsi per la trasformazione costruttiva dei conflitti e i Corpi civili di pace”.
Con il libro Memoria e futuro edito da Mimesis Edizioni, che riceve i contributi scritti di molte personalità tra cui Vittorio Agnoletto, Moni Ovadia, Alex Zanotelli, siamo stati presenti, in collaborazione con l’attivista e scrittore di pace e videomaker Fabrizio Cracolici. In parte da remoto in parte in presenza con personalità di spicco del mondo dell’attivismo e della politica, da Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista, Sinistra Europea a Paolo Ferrero, già Vicepresidente della sinistra in Europa, fino al celebre Giorgio Cremaschi, Potere al Popolo.
Altre testimonianze di Annabella Coiro, Centro di Nonviolenza Attiva e Federica Fratini, La Comunità per lo Sviluppo Umano.
Quest’anno Eirenefest ha dato molto spazio alle scuole e all’educazione. Perché e quale bilancio ne è scaturito?
“Riconosciamo che il persistere della violenza è frutto di una visione che la giustifica, di una cultura e di un’educazione che perdurano nel suggerire azioni violente. È necessario liberarsi della violenza con se stessi, con chi ci circonda, con l’ambiente. Questo significa ‘educare alla nonviolenza e con la nonviolenza’.
È per questo che, in questa seconda edizione, il festival ha proposto un programma dedicato alla comunità educante, riconoscendo il ruolo della scuola e delle biblioteche nel creare le condizioni per un cambio di paradigma. Infatti il primo incontro del Festival è stato dedicato alle scuole, ad un tema poco conosciuto come il pericoloso avanzare della militarizzazione nelle classi; si è poi parlato di stereotipi come culla delle grandi discriminazioni e violenze di genere; si è discusso dei grandi maestri e maestre che, educando controvento, si uniscono in un unico fiume sotterraneo che cerca di liberarsi verso una scuola per tutte e tutti. Hanno partecipato istituti comprensivi e scuole superiori, docenti, dirigenti, rappresentanti delle istituzioni per costruire un dialogo multidisciplinare e intergenerazionale”.
E ancora Anna Polo della Redazione di Pressenza – International Press Agency.
All’interno di Eirenefest cosa è risultato di propositivo rispetto alle istanze portate avanti dal mondo pacifista?
“Il tema della pace è stato presente in varie iniziative nel corso del festival. Ne sottolineo in particolare due: la Terza Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza, che inizierà in Costa Rica il 2 ottobre 2024 e, dopo aver fatto il giro del pianeta, vi tornerà il 5 gennaio 2025, collegando azioni locali con il livello globale. La parte via mare della Marcia punta a dichiarare il Mediterraneo Mare di pace, di incontro tra culture e libero da armi nucleari.
La campagna Obiezione alla guerra promossa dal Movimento Nonviolento sostiene obiettori di coscienza, renitenti alla leva e disertori ucraini, russi e bielorussi, con dichiarazioni congiunte, azioni concrete di solidarietà e supporto legale, carovane di pace, contatti con avvocati e difensori dei diritti umani e un obiettivo politico: la richiesta al governo italiano e in generale all’Europa di concedere lo stato di rifugiato politico a disertori e obiettori russi, ucraini e bielorussi.”
Scritto in collaborazione con il sito ITALIA CHE CAMBIA.