La seconda edizione del Festival internazionale del libro per la pace e la nonviolenza si è tenuta a Roma dal 26 al 28 maggio 2023 ed è stato un grande motore di idee e novità che ha letteralmente costruito tassello per tassello un mosaico di pace con più di un centinaio di presentazioni e incontri e mostre e spettacoli e performances.

È entrata ancora in azione per il secondo anno, in una nuova veste organizzativa e in una innovativa edizione, la grande macchina organizzatrice di idee e organizzativa di iniziative che – partendo dal basso e nonostante le difficoltà rispetto alla disponibilità di risorse umane ed economiche – ha visto l’impegno di decine di operatori e volontari per la pace e la nonviolenza intenti a collaborare per la realizzazione della seconda edizione del festival internazionale del libro per la pace e la nonviolenza.

Per avere un resoconto sull’edizione 2023 di Eirenefest, ho contattato e intervistato alcuni promotori e attivisti di questa grande struttura organizzativa di idee e progetti di pace: Gianmarco Pisa – con cui avevamo già avuto modo di approfondire l’argomento Balcani –, Annabella Coiro, Federica Fratini e Anna Polo.
Secondo te, come afferma Alex Zanotelli, siamo davvero “sul crinale del baratro nucleare”? Che ruolo ha avuto il premio Nobel per la pace assegnato alla rete internazionale ICAN per il disarmo nucleare universale e per la proibizione degli ordigni di distruzione di massa nucleari? 

Gianmarco Pisa: Il Nobel per la pace a ICAN, la Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari, è stato un riconoscimento di grande importanza. Alcuni Nobel per la pace sono stati assai controversi – pensiamo al premio a Barack Obama nel 2009 e quello all’UE nel 2012 – mentre altri avrebbero potuto costituire uno stimolo più forte a intraprendere azioni concrete ed efficaci per conseguire gli scopi per i quali furono assegnati. Tra questi, appunto, l’ICAN, nel 2017.

Tuttavia, nelle motivazioni del premio è possibile rintracciare i motivi della sua importanza non solo morale, ma anche politica: un riconoscimento all’impegno “a richiamare l’attenzione sulle catastrofiche conseguenze umanitarie di qualsiasi uso di ordigni nucleari’ e a ‘conseguire la totale proibizione di tali ordigni”. Di fronte al rischio nucleare, è anche uno stimolo a dare più spazio alla diplomazia, a porre fine alle guerre, a impegnarsi per la trasformazione costruttiva dei conflitti e i Corpi civili di pace.

Quest’anno Eirenefest ha dato molto spazio alle scuole e all’educazione. Perché e quale bilancio è scaturito?

Annabella Coiro e Federica Fratini: Riconosciamo che il persistere della violenza è frutto di una visione che la giustifica, di una cultura e di un’educazione che perdurano nel suggerire azioni violente. È necessario liberarsi della violenza verso sé stessi, verso chi ci circonda, verso l’ambiente. Questo significa educare alla nonviolenza e con la nonviolenza. È per questo che, in questa seconda edizione, il festival ha proposto un programma dedicato alla comunità educante, riconoscendo il ruolo della scuola e delle biblioteche nel creare le condizioni per un cambio di paradigma.

Infatti il primo incontro di Eirenefest è stato dedicato alle scuole, a un tema poco conosciuto come il pericoloso avanzare della militarizzazione nelle classi; si è poi parlato di stereotipi come culla delle grandi discriminazioni e violenze di genere; si è discusso dei grandi maestri e maestre che, educando controvento, si uniscono in un unico fiume sotterraneo che cerca di liberarsi verso una scuola per tutte e tutti. Hanno partecipato istituti comprensivi e scuole superiori, docenti, dirigenti, rappresentanti delle istituzioni per costruire un dialogo multidisciplinare e intergenerazionale. Eirenefest ha proposto un programma dedicato alla comunità educante, riconoscendo il ruolo della scuola e delle biblioteche nel creare le condizioni per un cambio di paradigma

All’interno di Eirenefest cosa è risultato di propositivo rispetto alle istanze portate avanti dal mondo pacifista?

Anna Polo: Il tema della pace è stato presente in varie iniziative nel corso del festival. Ne sottolineo in particolare due: la Terza Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza, che inizierà in Costa Rica il 2 ottobre 2024 e, dopo aver fatto il giro del pianeta, vi tornerà il 5 gennaio 2025, collegando azioni locali con il livello globale. La parte via mare della Marcia punta a dichiarare il Mediterraneo mare di pace, di incontro tra culture e libero da armi nucleari.

Cito poi la campagna Obiezione alla guerra promossa dal Movimento Nonviolento, che sostiene obiettori di coscienza, renitenti alla leva e disertori ucraini, russi e bielorussi, con dichiarazioni congiunte, azioni concrete di solidarietà e supporto legale, carovane di pace, contatti con avvocati e difensori dei diritti umani e un obiettivo politico: chiedere al governo italiano e in generale all’Europa di concedere lo stato di rifugiato politico a disertori e obiettori russi, ucraini e bielorussi.

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