I movimenti per la pace europei si sono ritrovati a Vienna per fare quadrato in questo delicatissimo momento storico e per analizzare la situazione e proporre una linea per contrastare la deriva bellicista. Il momento scelto non è casuale: a luglio infatti i vertici NATO si riuniranno a Vilnius per un incontro che potrebbe essere decisivo nell’ottica del conflitto ucraino.
I partecipanti al vertice per la pace di Vienna, che si è svolto il 10 e 11 giugno 2023, vengono da diverse parti del mondo e hanno esperienze, agende e posizioni diverse, ma sono tutti uniti dalla lotta per la pace, per la democrazia e la giustizia sociale e per un equilibrio ecologico in un mondo senza neocolonialismo, neonuclearismo, dominazione patriarcale, razzismo e sfruttamento dell’essere umano. In sintesi: Vienna prima di Vilnius, in Lituania, sede del prossimo vertice NATO. La pace prima della guerra.
A Vilnius, sul tavolo di discussione a cui siederanno l’11 e il 12 luglio i rappresentanti dei Paesi NATO, vi saranno diverse questioni, tra cui lo status dell’Ucraina. È questo il motivo per cui lo scorso fine settimana a Vienna il Movimento Internazionale per la Pace si è incontrato, mentre il movimento pacifista femminile manifesterà davanti alla sede Nato a Bruxelles l’8 e il 9 luglio. Siamo tutti, come umanità e come mondo pacifista, profondamente preoccupati per la guerra tra Russia e Ucraina.Il contesto geopolitico
Non è affatto l’unica guerra: attualmente sono in corso molteplici conflitti armati e violenti, ma questa guerra è violenta in modo particolare poiché sono coinvolte tutte le maggiori potenze ed è pericolosa poiché rischia di diventare una terza guerra mondiale e di conseguenza nucleare. Questo è il motivo del vertice per la pace a Vienna che si è svolto a giugno: rafforzare la cooperazione dei movimenti pacifisti e sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale per aiutare a porre fine a questa assurda e logorante guerra.
L’intervento della conferenza di Vienna è un urgente appello alla pace che rimane nella storia dei tempi. Il mondo della nonviolenza e del disarmo ritiene che l’invasione russa illegale dell’Ucraina debba essere condannata. Nessun Paese ha il diritto di attaccare un altro Stato, qualsiasi sia il pretesto, né di conquistarne e annetterne il territorio o parte di esso. Questa guerra, come guerra in quanto tale, è un crimine contro l’umanità. Ma dobbiamo anche noi condannare esplicitamente i crimini di guerra commessi in questo conflitto violento da entrambe le parti.
Queste violenze covano dal 2014 e sono state sottovalutate da un lato e dall’altro e convogliate ed esasperate fino a portare al conflitto a cui assistiamo oggi. Di pari passo va la distruzione della democrazia negli stessi Paesi, che gli oppositori al regime e chi resiste alla guerra sono i primi a sentire, come gli obiettori di coscienza alle armi in Ucraina e in Russia. Non vanno dimenticate le responsabilità degli Stati Uniti, con la corresponsabilità della NATO e dell’Unione Europea, per la mancanza di soluzione dei conflitti più profondi che riguardano l’Europa – a partire dall’architettura di sicurezza dopo il 1989 – e che, in particolare con l’allargamento dei confini della Nato, stanno contribuendo all’escalation di questo conflitto a lungo termine.
Le conclusioni del vertice di Vienna
I movimenti per la pace si sono riuniti a Vienna anche per piangere i feriti, i morti e i milioni di rifugiati e per entrare in empatia con le donne che soffrono, fornendo cure vitali, lottando per il loro sostentamento e la pace, nonostante le violazioni dei diritti umani. Hanno mostrato profonda preoccupazione per questa guerra che sta distruggendo l’ambiente e le infrastrutture dell’Ucraina e causando disastri materiali, economici, ambientali e psicologici.
Sul tavolo del vertice anche gli effetti globali devastanti del conflitto, che sta causando l’aumento dei prezzi del cibo e dell’energia e una carenza di prodotti cerealicoli che sta esacerbando la povertà e innescando carestie nel sud del mondo. Le crescenti tensioni geopolitiche e la corsa agli armamenti, sulla scia di questa guerra, stanno destabilizzando la politica mondiale e prosciugando vaste e preziose risorse: vi è un disperato bisogno di alimentazione e salute e di lotta ai disastri ecologici. Il mondo pacifista ha invitato quindi l’opinione pubblica a essere consapevole della storia di questa guerra e soprattutto della sua complessità.
L’intervento della conferenza di Vienna è un urgente appello alla pace che rimane nella storia dei tempi.
Verso una guerra mondiale nucleare?
L’analisi ha portato alla conclusione che sono tre le situazioni di conflitto a cui stiamo assistendo: la continuazione della guerra intestina in Ucraina tra il governo e le province separatiste, sostenuta e incitata dalla Russia. La volontà della NATO di finanziare militarmente e con ogni espediente la guerra in Ucraina, atteggiamento percepito dalla Russia e anche da molti Stati del sud del mondo come una guerra per procura. Infine un contesto storico e giuridico che trascende l’Ucraina e la Russia e vede fronteggiarsi Russia e Stati Uniti per il controllo dell’Europa centro-orientale.
A causa di tutta questa complessa costellazione di eventi drammatici – è il timore espresso dal popolo di Vienna – è sempre più concreta la minaccia che tutto ciò sfoci in un’escalation incontrollabile fino a portare a una guerra mondiale, addirittura con il rischio di un terribile epilogo nucleare. Per questo motivo la soglia dell’attenzione e dell’attivismo non va abbassata, a maggior ragione in vista dell’imminente e decisivo vertice NATO di Vilnius.