Il Partito Repubblicano ha tenuto per mesi in ostaggio gli Stati Uniti, il loro Stato Sociale (quel non molto che c’è in quella nazione) ed anche i dipendenti pubblici, che rischiavano la sospensione degli stipendi.

Dimenticando bellamente che i Presidenti repubblicani avevano ampiamente sforato il budget in più occasioni (Trump aveva lasciato a Biden un deficit di bilancio del 2020 tre volte superiore, in percentuale sul Prodotto interno Lordo, rispetto a quello odierno) e disponendo della maggioranza alla Camera e di due eletti del Partito Democratico al Senato, in bilico, che spesso non votano le proposte del proprio Partito, il Partito Repubblicano ha imposto tagli sociali per dare il permesso di aumentare la possibilità di debito del paese fino a gennaio 2025 (dopo le prossime elezioni presidenziali). Se pur non è riuscito a smantellare alcune leggi sociali fruttuose del primo periodo della presidenza Biden, ha ottenuto una diminuzione della spesa federale di 1,5 miliardi di dollari in 10 anni (ma è stato “salvato” un ulteriore incremento delle spese militari) e un limite di aumento della spesa dell’1% nel 2025.

Il 2 giugno anche il Senato, dopo la Camera, ha approvato il disegno di legge scritto a quattro mani dal capogruppo repubblicano e dal presidente Biden. Quest’ultimo, mentre le Borse mondiali brindavano all’accordo, lo ha definito “una grande vittoria per l’economia e per il popolo americani”.

Senz’altro un vittoria dei “pontieri centristi” che ha scremato gli intransigenti dei due partiti: tra Camera e Senato hanno votato al Bipartisan Budget Agreement, 166 repubblicani e 211 democratici, hanno votato no 103 repubblicani e 50 democratici. I repubblicani dissenzienti avrebbero voluto una maggiore soppressione permanente, fino al 22%, dell’incremento previsto delle spese sociali; quelli democratici erano contrari al fatto che il Presidente (per timore di conseguenze giudiziarie ma fors’anche per paura di ricompattare il fronte dei repubblicani, già di per sè ancora fedele all’ex presidente Trump) non abbia voluto utilizzare il suo potere ai sensi del 14° emendamento alla Costituzione, che prevede che “Non potrà essere posta in questione la validità del debito pubblico degli Stati Uniti, autorizzato con legge”.

In questo contesto, un eletto democratico del West Virginia, il senatore Joe Manchin, legato alla lobby dei combustibili fossili, ha ottenuto pure la ricompensa delle sue politiche di sabotaggio delle politiche progressiste con l’inserimento nell’accordo di un colossale gasdotto antiecologico da 6,6 miliardi di dollari nel “suo” Stato

I tagli al bilancio invece ricadono soprattutto sulla parte più bisognosa della popolazione. Particolarmente disumano il fatto che pure le persone di età tra i 50 e i 55 anni che sopravviviono di buoni pasto (281 dollari mensili (sic) e di assegni per indigenza saranno obbligate a lavorare almeno 80 ore al mese, anche a salari inferiori al minimo, oppure a partecipare a programmi di lavoro governativo non retribuiti. L’accanimento contro questa fascia di poveri ha comportato nel passato che, in casi simili di restrizioni della normativa, moltissimi dei potenziali beneficiari non riescano ad aggiornare la propria domanda a causa del complesso iter burocratico necessario. Al momento non è stato inoltre spiegato come un anziano sessantenne che non trova lavoro possa mangiare se non ha nemmeno il risibile aiuto dei food stamps.

Mentre sono stati cassate pure varie casistiche di sussidi per l’affitto e cancellata la moratoria sui debiti per pagare gli studi scolastici, restano in vigore le riduzioni di imposta per i ricchi (pari a 1,7 trilioni di dollari) introdotte durante la presidenza Trump. Contemporaneamente si riducono i fondi all’Ente federale che deve contrastare l’evasione fiscale, la quale è una delle principali responsabili dei problemi di budget federale. I redditi dei ricchi non sono evidentemente considerati utili a ripianare il bilancio del Paese, né viene chiesto loro di dimostrare che lavorino in cambio dei benefici fiscali che ottengono. L’assistenza va ai ricchi, ai poveri il libero mercato.

Ciò avviene in una Nazione con un Prodotto Interno Lordo di 25 trilioni di dollari, in cui le povertà sono assai diffuse. E non solo tra le persone con poca istruzione: 1/3 dei laureati guadagna meno del reddito medio. Sebbene in molte città affitti e costo della vita richiedano redditi quasi doppi della soglia “ufficiale” di povertà, essa è fissata in 30.000 dollari annui per una famiglia di 4 persone. Sotto di questa soglia c’è la povertà profonda, caratterizzata dallo sfratto e dal recupero crediti, dall’esposizione al crimine, dal vagabondaggio alla ricerca di asilo e di cibo.

Se nel passato l’Unione Sovietica era giustamente criticata per le code per gli acquisti in negozi poco o per nulla forniti, mentre la nomenklatura viveva nel lusso, lo stesso discorso potrebbe esser fatto oggi per le lunghe code ai banchi alimentari statunitensi, mentre l’un per cento della popolazione ha redditi immensi. Banchi di distribuzione di cibo sono istituiti da associazioni religiose o laiche che cercano di dare qualcosa da mangiare a una parte rilevante della popolazione: l’U.S.Census Bureau ha stimato che ad aprile, a causa del forte aumento dei prezzi, quasi 25 milioni di statunitensi abbiano sofferto la fame.

La guerra contro i poveri, lanciata in gran parte dal Partito Repubblicano con grande sfoggio di retorica moralistica contro i “fannulloni”, che si innesta sul tronco della dottrina della destra protestante, non è nuova e non sembra trovare ostacoli di grandi mobilitazioni di massa come quelle che negli anni Trenta del secolo scorso avevano scosso gli USA e provocato un cambiamento, seppur limitato nel tempo, delle politiche economiche col New Deal di F. D. Roosevelt.

Dopo l’accordo sul budget, la politica di vertice negli USA, e sulla gran parte dei media, è attratta ora soprattutto dalle elezioni presidenziali del 2024: si scontreranno ancora Biden e Trump? Biden dice di avere dalla sua l’aumento dell’occupazione, che peraltro era diminuita durante l’emergenza covid, ma si presenterebbe alle elezioni come uno scolaro ripetente che poteva e doveva fare di più per quella parte del popolo USA che avversa le politiche antipopolari anche col voto al Partito democratico.

Un terzo degli statunitensi, e in maggioranza i neroamericani, vive in uno stato di enorme insicurezza economica e il 40% delle famiglie ha un patrimonio uguale a zero. Malgrado il sistema sanitario spenda il doppio pro capite rispetto a qualsiasi altro grande Paese dell’Occidente, 85 milioni di persone non sono assicurate o sono sottoassicurate; una su quattro non può permettersi il costo dei farmaci prescritti dal medico e oltre 60.000 muoiono ogni anno perché non arrivano dal dottore in tempo. Da ciò consegue che l’aspettativa di vita è inferiore a tutti gli altri principali Paesi capitalistici e un lavoratore, la cui copertura sanitaria, non si può dimenticare, è legata esclusivamente all’essere occupato, vive in media 10 anni in meno di uno statunitense ricco.

In fin dei conti, chi dipinge la propria società come la migliore del mondo e vuole insegnarla, per non dire imporla, agli altri, non dovrebbe dimenticare i dati drammatici della crisi sociale sommersa presente nel proprio Paese, a cui concorrono anche le politiche antipopolari attuate dai governi, non solo del partito Repubblicano, e la caduta della contrattazione sindacale collettiva, avvenuta in modo forte a partire dagli anni Ottanta, e che, per fortuna, negli ultimi anni, tenta di risollevarsi.

Fonti:

Bernie Sanders, It’s time to guarantee healthcare to all Americans as a human right, The Guardian, 18.5.2023

Michael Mechanic, House Republicans’ Work Requirements “Are Not About Work”, Mother Jones, 19.5.2023 e We’ve Got What It Takes to End Poverty in America, Mother Jones, 20.3.2023

Luke Savage, American Capitalism Has Produced Its Most Remarkable Innovation Yet: Breadlines, Jacobin, 20.5.2023

Mark Gruenberg – John Wojcik, Debt deal includes cruel attack on the nation’s poorest, People’s World, 30.5.2023

Matt Bruening, The Debt Ceiling Deal Is an “Eff You” to Poor People, Jacobin, 30.5.2023

Matt Harris, House approval of debt ceiling deal a triumph of the political center, The Conversation, 1.6,2023