La manifestazione del 2 giugno a Cagliari, indetta dall’organizzazione A FORAS e alla quale hanno aderito numerose associazioni della società civile Sarda, è stata caratterizzata dal tema delle servitù militari nell’isola.
Nei numerosi interventi del pomeriggio prima della partenza del corteo, è stata messa in evidenza la difficile situazione in cui si ritrova soprattutto il sud della Sardegna durante le interminabili grandi esercitazioni militari che si succedono soprattutto nel periodo primaverile.
Tali grandi manovre, pilotate dai comandi NATO, portano ad una vera e propria militarizzazione del territorio, ben oltre le migliaia di ettari inclusi nei vari poligoni, chiusi dal filo spinato. Qui si testano armamenti d’ogni genere, vengono esplose vere bombe e lanciati vero missili, con porzioni di territorio letteralmente devastate e permanentemente inquinate dalle sostanze radioattive ed altamente cancerogene risultanti dalle esplosioni.
Questa situazione risulta doppiamente penalizzante per la Sardegna, poiché all’inquinamento grave e probabilmente irreversibile delle zone bersagliate, tra l’altro mai sottoposte a bonifica, si aggiunge l’utilizzo proditorio del suolo, del mare e del cielo per la preparazione delle guerre e la messa a punto di armi letali ed altamente distruttive, che verranno usate contro altri popoli.
La maggioranza dei sardi e dei residenti non approva la presenza ingombrante di queste servitù. Tuttavia solo alcune minoranze si mobilitano concretamente per opporvisi. Ieri 2 giugno eravamo oltre un migliaio di persone a sfilare lungo il viale Poetto, dove ancora insiste una lunga fila di caserme, depositi e installazioni, molti dei quali in stato di abbandono e tuttavia mai dismessi, né bonificati, né tantomeno restituiti all’uso civile.
Tra i vari gruppi presenti, anche il Movimento Nonviolento Sardegna, la Tavola Sarda della Pace, i sindacati di base, la Rete War Free per un’economia disarmata. Il corteo è stato creativo e a tratti anche festoso, con la partecipazione anche di famiglie e bambini e perfino di alcuni bagnanti provenienti dalla vicina spiaggia del Poetto. Ma la vera festa, per tutte e tutti noi, si potrà fare solo quando la lotta intrapresa raggiungerà i suoi obiettivi, ovvero la dismissione e la bonifica integrale delle basi militari.