Questa mattina davanti alla sede Rai di via Verdi l’USB ha tenuto un presidio
Coinvolti i lavoratori, pensionati, famiglie, movimenti sociali e politici.
Dure critiche contro il governo Meloni, contro il centro “sinistra”, e contro i sindacati confederali, considerati concertativi: “Come USB abbiamo ritenuto proclamare questo sciopero generale perché il malessere è diventato insopportabile. Abbiamo il dovere di organizzare queste diverse anime della società e dire basta!”
Il sindacato ha confermato la propria vocazione conflittuale: “Noi non molleremo, andremo avanti fino alla fine”.
Praticamente tutti gli interventi hanno accusato l’ampia compagine politica a favore dell’invio di armi all’Ucraina di favorire l’industria delle armi e di sottrarre risorse alle politiche sociali: “Fondi per l’industria militare e nessun fondo per la sanità, edilizia popolare, scuole, territori”.
Molto applauditi gli appassionati interventi dei giovani che hanno spiegato le difficoltà che vivono nelle scuole, nelle università e i motivi della dimostrazione nazionale che li ha visti dormire in tenda per protestare contro il caro affitti che limita il diritto allo studio.
Bocciato il Decreto lavoro del 1° maggio Il sindacato ne denuncia l’aumento dei contratti a termine e l’utilizzo elastico dei voucher. La denuncia riguarda anche quello che viene definito come “Attacco deliberato al reddito di cittadinanza che, seppur migliorabile, aveva segnato un argine contro lo sfruttamento”.
Si è parlato anche del cosiddetto lavoro povero: “Questo nuovo termine è coniato per distrarci dalla realtà dei fatti. Lavoro povero come una condizione venuta dal cielo e che ci tocca subire. E’ la scelta deliberata di aziende e sindacati firmatari dei contratti nazionali di lavoro – CGIL, CISL, UIL, UGL – che hanno accettato coscientemente di impoverire i lavoratori. Non possiamo più accettare che nel 2023 un lavoratore e tempo pieno sia etichettato come povero, che non possa mantenersi una casa, perfino i beni di prima necessità”.
Anche i lavoratori immigrati sono stati argomento di intervento, le condizioni di lavoro dei braccianti agricoli, la difesa del lavoratori della logistica; sono stati denunciati i disservizi di Questure e Prefetture, i ritardi di rinnovo del permesso di soggiorno,che creano grave disagio ai lavoratori immigrati.
Anche il caro affitti e il carobollette del teleriscaldamento sono stati argomenti di intervento e di dure critiche.
Sono intervenuti anche esponenti dei Vigili del Fuoco e della GTT.
E stata annunciata l’agitazione del 24 giugno a Roma.
La piattaforma:
– 300 euro netti di aumento in busta paga
– stipendi legati all’inflazione
– salario minimo 10 euro l’ora
– prezzi e tariffe calmierate (contro la speculazione)
– età pensionabile a 62 anni pensione minima a 1000 euro