Ieri Iaria (M5S) ha dichiarato alla Camera che il nuovo ospedale di Torino nord-ovest verrà edificato in un’area a rischio idro-geologico
Iaria, che nel suo intervento di ieri non ha mancato di sbeffeggiare i movimenti per l’ambiente, definiti “talebani”, a riprova del fatto che seppur i 5 stelle stiano tentando di egemonizzare la sinistra, di sinistra non sono, come il PD peraltro, ha dichiarato che la zona della Pellerina dove, con un accordo bypartisan Regione e Comune (Cirio-Lorusso), hanno deciso di costruire il nuovo ospedale è stata teatro, anni fa, di un’esondazione
La storia è nota: la Regione ha commissionato uno studio al Comune, che abbiamo pagato con soldi pubblici, sull’area adatta all’edificazione del nuovo ospedale. Ciò è avvenuto tramite una determinazione di parametri che appaiono tarati apposta per la Pellerina. Mazzoleni ha indicato quell’area come adatta alla nuova struttura sanitaria.
Ovviamente Torino è insorta, un’assemblea in IV circoscrizione e stata indicativa su cosa ne pensassero i torinesi dello sfacelo di un parco. Ma c’è di più: i parametri indicavano un’estensione dell’area dell’ospedale di circa 100.000 mq. A fronte delle durissime critiche, sono stati cambiati i parametri, i mq. richiesti inizialmente dalla Regione, sono stati ridotti. Si è preferito quindi cambiare i parametri di fondo della struttura a costo di farla alla Pellerina.
A Mazzoleni, Assessore all’urbanistica, “delfino” di Lorusso, fautore dell’edificazione di centri commerciali e non solo, possibilmente in aree verdi, evidentemente il rischio idro-geologico è sfuggito. Sorge spontanea la domanda: perché il Comune ha individuato quell’area come, i fatti sono chiari, l’unica possibile? Cosa c’è in ballo per le altre aree, come ad esempio l’area di via Traves, quella del ex-macello, decisamente più idonea?
La media italiana è di 3,1 posti letto per 1000 abitanti, quella europea è di 5,3. Sono stati persi negli ultimi 10 anni 200.000 posti letto. I risultati di questo li abbiamo vissuti in pandemia. I posti letto sono stati ridotti chiudendo gli ospedali, vanno aumentati, per farlo occorre inevitabilmente fare nuovi ospedali.
A Torino molte strutture sono di vecchia concezione e carentissime di manutenzione, i crolli dei soffitti delle Molinette e del S. Anna ne sono la prova.
Inoltre: di che tipo sarà il nuovo ospedale nord-ovest? sarà uno Spoke, ovvero una struttura di secondo livello, che dipenderebbe da altri ospedali, oppure un HUB, ovvero, in parole semplici, un ospedale autosufficiente?
In un mondo ideale il nuovo ospedale dovrebbe essere un HUB, la zona più idonea appare quella di via Traves, che essendo già edificata non presuppone consumo di suolo, e la vecchie strutture del Maria Vittoria e dell’Amedeo di Savoia dovrebbero essere destinate a strutture di lungodegenza e riabilitativa, discipline che attualmente sono quasi totalmente in mano ai privati.
Il disegno di smantellamento della sanità pubblica a vantaggio del privato è ormai chiaro. Sabato 27 maggio alle 14 in piazza Carducci si terrà una manifestazione per la salvaguardia a la riqualificazione della sanità pubblica, che non riguarda solo ospedali e posti letto, ma anche medicina territoriale (Case di comunità) e medici di famiglia, ne mancano 600 in Piemonte, assistenza ai non autosufficienti, medicina riabilitativa post ospedaliera.