Da qualche settimana la Prefettura di Torino ha iniziato revocare l’accoglienza a decine di richiedenti asilo accolti nei CAS della provincia
Ci sarà una manifestazione davanti alla Prefettura di Torino in piazza Castello mercoledì prossimo alle ore 15.30.
Nei fatti ciò significa che con un anticipo di 24 ore si obbliga a lasciare il luogo in cui si è accolti senza nessun tipo di soluzione alternativa. Per far fronte all’ennesima “crisi” degli sbarchi a Lampedusa, il Governo ha deciso di svuotare i CAS avviando controlli sui redditi da lavoro dell’anno precedente al corrente dei beneficiari di progetti di accoglienza. L’ennesima risposta emergenziale a una situazione che già da tempo avrebbe richiesto interventi strutturali.
Il decreto legislativo 142/2015 all’articolo 23 comma 1D prevede infatti che, qualora il richiedente abbia “mezzi economici sufficienti” al proprio sostentamento, non possa più permanere all’interno di una struttura di accoglienza. Questo limite di reddito viene stabilito dall’INPS annualmente pari all’importo dell’assegno sociale e per il 2023 corrisponde a 6.542,51 euro lordi annui per singoli o 13.085,02 euro lordi annui per le persone coniugate.
Ciò che denunciamo è la vergognosa pretesa che si considerino “mezzi economici sufficienti” redditi che non consentono l’accesso né economico né sociale a un affitto. Come può, infatti, la soglia stabilita dall’assegno sociale INPS (pari a circa 500 euro al mese) garantire il sostentamento? Quale padrone di casa affitterebbe anche solo una stanza ad una persona con questo reddito? Per non parlare del razzismo abitativo che permea i servizi di questa città.
La città è infatti in piena emergenza abitativa e vi è una chiara discriminazione abitativa per i cittadini stranieri. La stessa Città Metropolitana di Torino, nel 2022, ha lanciato una campagna di sensibilizzazione per combattere questo fenomeno intitolata “Non si affitta a persone straniere”, poiché anche coloro che vantano contratti a tempo indeterminato e buone buste paga non riescono a trovare una sistemazione abitativa. Inoltre, secondo l’ISTAT una famiglia è assolutamente povera se sostiene una spesa mensile pari o inferiore a 675,16 al mese per un nucleo monofamiliare (dati 2021 senza inflazione), ma secondo la Prefettura 500 euro al mese di reddito permetterebbero ad un migrante di avere mezzi economici sufficienti ad avere una vita dignitosa!
Pretendiamo pertanto che la Prefettura non tenga conto dell’assegno sociale 2023 per i suoi calcoli sul diritto all’accoglienza e crediamo sia necessario sottoporre all’opinione pubblica questa situazione per ottenere dalla Prefettura:
– la revoca dell’accoglienza solo per i soggetti con contratto indeterminato e buste paga da almeno 1000 euro mensili
– un maggiore preavviso di revoca dell’accoglienza, di almeno due mesi
Chiediamo inoltre al Comune di Torino un impegno chiaro per combattere il razzismo abitativo presente in città.
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