Nuova, ennesima, azione degli attivisti di Ultima Generazione. Stavolta, a Roma, mercoledì in dieci hanno bloccato per trentacinque minuti nientepopodimeno che una corsia del Grande Raccordo Anulare!
Potete immaginare il caos: a sentire la polizia, si è « creato intralcio alla normale circolazione veicolare … mettendo in pericolo l’incolumità degli utenti della strada, … con pesanti ripercussioni sul traffico di quel tratto di strada »!
Ma è questa, notoriamente, la tattica d’azione che non condividiamo di Ultima Generazione, l’associazione che con le proprie iniziative vuole difendere la vita umana dai danni del surriscaldamento del pianeta in corso.
Ma il tema della questione oggi non sta qua.
Contro Ultima Generazione, azione repressiva sproporzionata della questura di Roma
Il tema è l’azione repressiva messa in atto dalla questura di Roma, figlia evidente dell’indicazione del governo Meloni ma, bene evidenziarlo, anche dei “decreti sicurezza” emanati dal precedente governo Conte I (Movimento Cinque Stelle – Lega Nord ), e che a nostra opinione appare sproporzionata.
La polizia intervenuta sul luogo, infatti, non si è limitata a constatare che si trattava di “manifestazione non preavvisata”, a chiedere di liberare la carreggiata ed a identificare gli attivisti, come ovviamente legittimo.
Le forze dell’ordine invece sono andate ben oltre.
Dalle informazioni in nostro possesso, infatti, si rileva che la questura di Roma:
- ha fermato i giovani,
- li ha tenuti al XIII distretto di pubblica sicurezza “Aurelio” di Roma dalla prima mattinata almeno sino alle 16:39,
- ha dichiarato taluni manifestanti « persona pericolosa per la sicurezza pubblica »,
- ha fatto oggetto gli attivisti non residenti a Roma del « divieto di ritornare nel Comune di Roma per mesi sei » per « impedire che gli stessi possano reiterare comportamenti analoghi … che mettano in pericolo l’ordine e la sicurezza pubblica »,
- ma soprattutto, ha « proceduto al sequestro del telefono cellulare [di manifestanti, NdR] in quanto necessario al fine del proseguo delle indagini ».
I risvolti intollerabili dell’azione della questura di Roma
E’ evidente che la questura, esaminando i dati contenuti nella memoria dei telefonini vorrebbe giungere ad individuare i promotori della manifestazione o rilevare nuovi reati.
L’attività disposta, sembra autonomamente, dai funzionari di polizia dell’Aurelio, tuttavia, rappresenta un’azione estremamente delicata ed invasiva in quanto può colpire indiscriminatamente dati particolarmente intimi del possessore del telefonino. Un’azione già nel tempo fortemente criticata pure dalle stesse procure che l’hanno definita non tollerabile [2] perché va a scontrarsi con l’articolo 15 della Costituzione che garantisce l’inviolabilità della segretezza della « corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione ».
Lo stato, oggi rappresentato dalla questura di Roma, a nostro avviso, guarda il dito ( un “imbottigliamento” stradale di mezz’ora per una manifestazione di protesta nonviolenta ) e non la luna ( i rischi derivanti dal surriscaldamento del pianeta ).
Ultima Generazione da tempo sotto mirino delle procure
Non si tratta certo di un primo episodio.
In riferimento ad un recente altro caso che ha visto attivarsi la procura di Padova sempre contro Ultima Generazione, Rifondazione Comunista ha così stigmatizzato: « se si può definire “associazione a delinquere” un gruppo di attivisti che in maniera nonviolenta commette atti di disobbedienza civile per tutelare valori di rilevanza costituzionale non ci sarà più limite alla repressione delle lotte e delle proteste dei cittadini » [3].
Qua non vogliamo sostenere le azioni di Ultima Generazione, che – a dire della questura di Roma potrebbero violare gli articoli 18 del TULPS e 340 del Codice Penale [4] -, ma rilevare questa involuzione sempre più repressiva dello stato contro la quale è bene che tutti i cittadini e tutti i partiti democratici s’indignino.
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Fonti e Note:
[1] Ultima Generazione, 28 aprile 2023, “Nuovo blocco stradale sul GRA a Roma”.
[2] L’Inkiesta, 22 novembre 2021, “C’è un procuratore a TrentoQuando si sequestra uno smartphone è necessaria molta cautela”.
[3] Rifondazione, 16 aprile 2023, “Rifondazione: solidarietà a Ultima Generazione. Ecovandalo è il governo Meloni. Da Procura Padova repressione politica”.
[4] Per i reati di “manifestazione non preavvisata” è previsto “solo” l’arresto fino a 6 mesi e l’ammenda da 103 a 413 euro, secondo l’articolo 18 del TULPS. Chi, nel corso di una manifestazione, “turba la regolarità di un servizio di pubblica necessità”, la circolazione stradale in questo caso, rischia la reclusione fino a 2 anni ( articolo 340 codice penale ). Si tratta, è evidente, di reati da accertare in un pubblico dibattimento giudiziario con tutte le tutele di legge, non certo in pubblica strada, in questura ovvero in un articolo di giornale!