L’acronimo POS, che deriva dall’inglese Point Of Sale, è il termine utilizzato comunemente in Italia e sta ad indicare il dispositivo elettronico per i pagamenti con carta di credito. L’espressione negativa « NO POS », diffusa di recente sui social é nata per stigmatizzare un ulteriore iniziativa lanciata da un’ associazione di ristoratori veneti. L’iniziativa in questione é chiaramente definita dallo loro slogan:

« # IO NON CI STO ad aiutare LE BANCHE. PAGA IN CONTANTI ».

L’intento è rivolto ai consumatori per incitarli a priviligiare la scelta del pagamento in contanti, piuttosto che quella del pagamento con carta di credito traimite il dispositivo POS. Tale scelta permetterebbe di sgravare le ingenti spese di commissione e gestione dovute al POS che sono esclusivamente a carico dei commercianti, solo dello specifico settore e di altri. Mentre per il consumatore che opta per il pagamento elettronico il costo é zero.

L’associazione dei ristoratori porta avanti da diverso tempo una serie di battaglie e azioni a tutela della categoria. Inizialemente era nata come gruppo per iniziativa di semplici lavoratori unitisi attraverso la creazione di una pagina social nel novembre 2020. Dal dal 2021 si é costituita in Associazione Ristoratori Veneto & Ho.Re.Ca (Hotel, Restaurant Café) col motto  Siamo persone non numeri “.

Nel tempo si é anche estesa in altre quattro regioni : Toscana, Piemonte, Lombardia e Campania. A capo dell’associazione come presidente, Alessia Brescia, lavoratrice anche lei nel settore e fin dall’inizio portavoce del gruppo.

In un recente comunicato stampa, a proposito del POS, la signora Alessia Brescia ha affermato che “il Pos, di cui tutte le nostre attività erano già dotate, prevede costi molto alti per l’esercente: oltre all’installazione che può arrivare fino a 100 euro e al canone mensile che può variare dai 10 ai 50 euro, ci sono le commissioni, che su un caffè possono toccare l’1.9% e in generale fino al 4%.

Il vice presidente il signor Leo Ramponi ha aggiunto che “Lo scorso anno le banche hanno incassato 5 miliardi di utili sui Pos. Questi soldi non sono andati ai contribuenti o allo Stato o a noi ristoratori. Perchè dobbiamo lavorare per le banche che non ci danno nulla, ma addirittura dobbiamo pagare gli interessi”?

Locandina creata dall’associazione e proposta ad ogni suo associato per esporla all’ingresso del locale.

L’APPELLO AL GOVERNO

MARZO 2023 : La presidente Alessia Brescia e il vice presidente Leo Ramponi a Roma per presentare la proposta redatta in 11 punti.

A marzo di quest’anno, l’associazione ha esposto al Presidente della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana la richiesta dello sgravamento delle commissioni dovute ai pagamenti tramite POS, insieme ad altre dieci proposte a tutela degli imprenditori, delle famiglie e dei lavoratori del comparto. Il Presidente le ha accolte nell’insieme impegnandosi a portarle all’attenzione dei Ministri di competenza.

Ma a pochi giorni dall’incontro il giornale il Sole 24 ore, in un articolo pubblicato il 31 marzo, riferisce che i tempi per trovare un accordo tra gli operatori sul taglio dei costi di commissione a carico dei commercianati per l’uso del POS sono oramai scaduti. La strada per trovare un accordo sembra lontana.

Scade oggi il termine entro il quale andava trovato un accordo con gli operatori del settore dei pagamenti per portare a zero le commissioni a carico dei commercianti per l’uso del Pos nelle transazioni digitali sotto i 10 euro e per ridurle sotto i 30 euro. Il tavolo presso il ministero dell’Economia per ragionare su questi temi era stato istituito a inizio marzo con un decreto ministeriale. Ma ad oggi una soluzione ancora non c’è e probabilmente ci vorranno ancora parecchi giorni.”

https://www.ilsole24ore.com/art/tavolo-il-pos-tempo-scaduto-ma-taglio-commissioni-l-accordo-e-lontano-AE28bACD

IL POTERE DEI CONSUMATORI

Nell’attesa che la cavillosa situazione di ordine finanziario si sbrogli, in quanto cittadini consumatori potremmo agire facendo la nostra parte.

Aderendo non solo all’iniziativa lanciata dall’associzione Ristoratori Veneto & Ho.Re.Ca e da la sua presidente e portavoce Alessia Brescia, ma estendendola anche ad altri settori del piccolo commercio per contribuire a non farli più scomparire nel nostro quartiere, nelle nostre città come sta già purtroppo accadendo.

E’ un dato di fatto che numerose piccole e medie imprese in Italia sono state messe già a dura prova finanziarmente negli ultimi tre anni.

La politica sanitaria prima e l’attuale inflazione, il rincaro delle materie prime e delle bollette hanno incontestabilmente fragilizzato molte aziende provocandone addirittura la chiusura definitiva. L’azione di utilizzare il denaro contante sembra tra l’altro incentivata dal governo stesso.

L’USO DEI CONTANTI NON FAVORISCE L’EVASIONE

Il governo attuale con la legge di bilancio 2022 ha innalzato nuovamente a 5.000 euro il limite per il pagamento in contanti come fino al 2010 contro i 1000 euro fissati dal governo precedente.Tale misura é entrata in vigore 1° gennaio 2023. In un video postata su FB nella rubrica Gli appunti di Giorgia, La Premier italiana Giorgia Meloni ha precisato in un passaggio :

Abbiamo aumentato il tetto al contante, perché banalmente il tetto (qui é sottinteso come vincolo) al contante sfavorisce la nostra economia… ».

Piu’ avanti nella vidèo precisa, citando i dati del 2010, che tale manovra, non favorisce affatto l’evasione fiscale, al contrario di quanto si possa pensare. Va ricordato che l’Europa ha di recente fissato la soglia a 10.000 euro, per affievolire ulteriormente le azioni di riciclaggio.

Ma esisono ancora una forte disparità tra i paesi dell’unione. In Austria, o in Germania, per citare l’esempio che fa la stessa Sig.ra Meloni evoca nel suo video, non esiste limite al denaro contante.

Invece in altri paesi come la Grecia il tetto autorizzato è addirittura di sole 500 euro.

Link video : https://www.youtube.com/watch?v=_CKwQBV8rrU

In FRANCIA il tetto al contante é di sole 1000 euro.


Ma il contante è ancora il mezzo di pagamento preferito dai francesi, nonostante l’esplosione della carta di credito come sottolinea il giornale Le Figaro in un articolo pubblicato il 3 maggio 2023 basandosi su una recente inchiesta riportata dalla Banque de France.
https://www.lefigaro.fr/social/l-argent-liquide-reste-le-moyen-de-paiement-prefere-des-francais-malgre-l-explosion-de-la-carte-bancaire-20230503

Il perché ce lo spiega un altro articolo del giornale francese Le Parisien, il quale afferma in un passaggio :

Il motivo principale è l’anonimato e la tutela della privacy, seguito a ruota dal pagamento immediato e da un migliore monitoraggio delle spese. Quest’ultimo argomento è fondamentale in questi tempi di tensione sul potere d’acquisto.

Più avanti nell’artico aggiunge:

E quali sono gli acquisti per i quali i francesi preferiscono il contante?

La propensione a pagare gli acquisti in contanti è più forte per gli acquisti di tutti i giorni, da venditori ambulanti o al mercato, nei caffè e nei ristoranti rispetto a quelli effettuati nei supermercati”, analizza la Banque de France.

Tuttavia, la Francia è ora leggermente al di sotto della media della zona euro (59%) e degli austriaci (70%), i campioni in termini di tasso di transazioni in contanti. Ma è ben più avanti del Belgio (45%), dei Paesi Bassi (21%) e della Finlandia (19%).

https://www.leparisien.fr/economie/votre-argent/largent-liquide-reste-le-moyen-de-paiement-prefere-des-francais-02-05-2023-LU2FIPUNMZHC3L6ZPBFYC24U3U.php

I CONSUMATORI NO POS A SOSTEGNO DELL’ECONOMIA REALE.

Alla luce di quanto raccolto ed esposto fino ad ora ci si potrebbe auspicare che l’accezione negativa NO POS possa finalmente trasformarsi in positiva. Poiché starebbe ad indicare un atto solidale da parte del consumatore a sostegno non solo delle attività di piccole e medie imprese, ma anche più in generale dell’’economia reale.

In questi tempi di instabilità e inflazione economica sostenere l’iniziativa lanciata dai cosiddetti esercenti NO POS sembra tutto sommato assai ragionevole e alla portata di noi consumatori.

Per approfindire le diverse iniziative dell’associazione.

www.ristoratoriveneto.it