La staffetta della pace che domenica 7 maggio ha attraversato 4000 km in tutta Italia è passata anche da Viverone e Roppolo, due paesi biellesi sulla Via Francigena. Segno che qualcosa sta cambiando e, per una volta, in meglio.
Il tracciato nazionale di 4000 km si snodava lungo le strade e i sentieri che attraversano l’Italia.
Un attraversamento del Paese che non si è limitato, come succede di solito per le manifestazioni, ai concentramenti nelle grandi città, ma ha diffuso l’iniziativa, grazie ai Cammini, anche nelle provincie più remote.
Un cambio culturale molto importante, che certamente registra il grande successo del camminare avvenuto post pandemia. Lo sappiamo bene da queste parti: l’anno scorso, infatti, il Cammino d’Oropa, che parte da Santhià e percorre in senso inverso la prima tappa della Via Francigena fino a Roppolo, ha visto il passaggio di almeno 3200 camminatori.
Questa innovazione nella iniziativa pacifista è importante anche perché segna un’inversione nella tendenza all’inurbamento, portando all’attenzione di tutti le aree interne. Se vogliamo contrastare i cambiamenti climatici dobbiamo ripopolare le aree abbandonate delle campagne e della montagna, in quanto i centri urbani oggi consumano più del 76% delle risorse naturali e sono responsabili di oltre il 70% delle emissioni globali di anidride carbonica.
E’ un cambiamento anche dell’agire politico perché ci pone in un’ottica pienamente non violenta. Il problema non è più la presa del Palazzo d’Inverno, ma la diffusione della critica e la disobbedienza civile. Da oltre un anno vi è uno scollamento evidente tra comunicazione dei grandi media e sentire popolare. Finalmente questa iniziativa ridà espressione a chi non vuole che la guerra venga usata come mezzo per dirimere le controversie internazionali e chiede il dialogo e la pace.
Qui nel Nord Ovest la staffetta ha percorso la Via Francigena, l’antica via che da Canterbury in Inghilterra attraversa la Francia, passa dal San Bernardo in Valle d’Aosta, attraversa Viverone e Roppolo per poi dirigersi verso Vercelli, e continuare fino a Roma. Anzi, la Via Francigena del Sud arriva anche oltre, fino a Santa Maria di Leuca in Puglia.
Due i gruppi che hanno attraversato Roppolo. Il primo è partito dal lavatoio di Viverone il secondo, invece, partito dalla Casa del Movimento Lento.
Tutti i partecipanti alla manifestazione hanno iniziato a camminare nel medesimo orario, esattamente alle 12.00, e hanno percorso un km. Le due tappe che ho seguito in paese erano composte da gruppi di una quindicina di persone. Molti si conoscevano e altri si sono aggregati al momento. In effetti vi sono state delle assegnazioni di postazioni non ben coordinate ma che hanno generato involontarie scoperte e piacevoli incontri.
“Il serpentone colorato che con le bandiere della pace si è snodato per 4000 km da Aosta a Lampedusa è stato un bel segnale di speranza.” Ha detto alla fine della manifestazione Giuseppe Paschetto, coordinatore della tratta Ivrea-Vercelli. “Eravamo in tanti di ogni età, dai piccoli che camminavano da poco all’immenso centenario Bettazzi. Tutti a dire no all’invio di armi in Ucraina e all’aumento delle spese militari, per chiedere il rispetto dell’articolo 11 e per puntare sulla difesa non armata e non violenta. “
I partecipanti alla tratta Ivrea-Vercelli si sono poi dati appuntamento al Castello di Roppolo dove hanno fatto una foto di gruppo e bevuto un bicchiere di buon vino locale.
“Per noi camminatori di questa tratta è stato bellissimo incontrarci tutti di persona nello splendido scenario del castello di Roppolo.” Conclude sorridente e finalmente di nuovo speranzoso Giuseppe.
Le foto: