Celebriamo la Festa della Repubblica perché ci riconosciamo nei principi fondamentali della Costituzione: lavoro, diritti, uguaglianza e dignità sociale, cultura, ricerca, tutela dell’ambiente, ripudio della guerra.
Noi cittadini, civili e disarmati per definizione, abbiamo il compito di difenderla, lo dice la Costituzione stessa, che ci affida questo “sacro dovere” (articolo 52).
Il 2 giugno festeggiamo la Repubblica democratica, cioè la cosa pubblica governata dalla sovranità popolare.
No, Presidente Mattarella, non è la parata militare che rappresenta questa Festa civile. Non sono le divise e i mezzi militari che sfileranno ai Fori Imperiali. Non sono le armi che mandate nei teatri di guerra.
Lei, Presidente Mattarella, pochi giorni fa ha sostato davanti alla tomba di don Lorenzo Milani che in piena coerenza costituzionale diceva: “Le armi che voi approvate sono orribili macchine per uccidere, mutilare, distruggere, far orfani e vedove. Le uniche armi che approvo io sono nobili e incruente: lo sciopero e il voto”.
Noi vogliamo portare la nostra aggiunta nonviolenta affinché la Repubblica faccia propria la Difesa civile non armata e nonviolenta, sintesi tra gli articoli 11 e 52 della nostra Carta antifascista.
Per tutto questo noi celebreremo in modo civile e disarmato il 2 giugno. Saremo in alcune piazze italiane a sostegno delle nostre Campagne “Un’altra difesa è possibile” e “Obiezione alla guerra” per chiedere meno spese per le armi e più investimenti per la salute, la scuola, il lavoro, l’ambiente, per il riconoscimento del diritto umano universale all’obiezione di coscienza.