Una Lince e un Centauro in giro per la città hanno creato in questi giorni qualche allarme tra i cittadini: mezzi militari imponenti a passeggio per le strade di Modena non sono cosa abituale, i modenesi non hanno dimestichezza con gli armamenti pesanti normalmente usati (e in questi tempi ne abbiamo quotidiano, drammatico esempio) per fare la guerra.
Ma perchè nei viali cittadini circolavano automezzi blindati da combattimento? E dove erano diretti? Risposta di semplicità disarmante: andavano a posizionarsi a Palazzo Ducale (pardòn, in Accademia Militare) per fare bella mostra di sé durante la festa della Motor Valley. La Valley in questione siamo noi, Modena e territorio, non perchè siamo specializzati nella costruzione di blindati e carri armati, ma perchè i motori sono una nostra antica passione e ci sono sempre venuti bene: pensate alle Ferrari! E allora cosa c’entrano i mezzi blindati da guerra? E’ una bella domanda, che però bisogna rivolgere a chi organizza la festa dei motori e al Comune che la sostiene, perchè è una delle nostre eccellenze.
Non si capisce bene cosa ci sia di eccellente in mezzi che servono a fare la guerra, a distruggere e ad ammazzare la gente, ma bisognerebbe essere dentro la testa di chi pensa che questa sia una cosa bella. Già, dentro la testa. Il preambolo della carta costitutiva dell’Unesco (novembre 1945) dice che “poiché le guerre hanno origine nella mente degli uomini è nella mente degli uomini che si debbono innalzare le difese della pace”. Era appena finita la seconda guerra mondiale. Nel mondo ancora atterrito circolava l’idea che di guerre non se ne dovessero più fare.
La pace nasce nelle nostri menti, se sono menti “disarmate” che rigettano scelte, simboli e strumenti di guerra e di morte.
La “cultura della pace” dipende da noi. Che abbiamo la responsabilità di dare alle nuove generazioni esempio e insegnamento sulla strada da seguire.
Una strada, a nostro modesto avviso, che anche la nostra città dovrebbe cominciare a percorrere interrogandosi sul senso di scelte (odierne e passate) che non ci sembrano simbolicamente ineccepibili:
esporre al pubblico mezzi militari da combattimento come esempio eccellente di competenza nella motoristica;
porre davanti alla Facoltà di Ingegneria un F104 (a cui si devono stragi orrende, ricordiamo il Vietnam) quale simbolo di eccellenza ingegneristica e tecnologica;
dedicare un monumento ai morti in combattimento sui carri armati, peraltro proprio di fronte al Palamadiba che omaggia un grandissimo operatore di pace come Nelson Mandela;
conferire la cittadinanza onoraria di Modena all’Accademia Militare, scuola di alta formazione per gli ufficiali dell’esercito, che fanno tante buone cose, ma che alla fine si preparano a diventare professionisti della guerra;
Una cultura di pace si costruisce dal basso e nella nostra quotidianità. E’ fatta di gesti anche piccoli, ma che ci rappresentano insieme ai valori fondanti che vogliamo affidare alle future generazioni.
Movimento Nonviolento di Modena