103.842 sono i Minori Stranieri Non Accompagnati (MSNA), gli adolescenti e preadolescenti sbarcati da soli in Italia dal 1° gennaio 2013 a fine novembre 2022. Secondo i dati del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, a fine novembre 2022 in Italia erano presenti 20.032 MSNA, per l’85,1% di sesso maschile e per il 44,2% di 17 anni. Il numero è raddoppiato in un anno, non solo a seguito dell’ingresso consistente di minori ucraini, che hanno rappresentato una nuova emergenza, dopo quella dell’Afghanistan. I principali Paesi di origine sono, infatti, Ucraina (25,3%), Egitto (24,3%) e Tunisia (9,1%). Per il 14,9% di bambine e ragazze i Paesi di origine sono Ucraina (86,6%) e Costa d’Avorio (3,1%). La Regione italiana che accoglie più MSNA a fine 2022 è la Sicilia con il 20,1%, seguita da Lombardia (14,2%) e Calabria (11,7%). Le rilevazioni sull’accoglienza dei MSNA hanno evidenziato in questi anni il ricorso non di rado ad accoglienze in strutture non adeguate e soprattutto il fallimento dell’obiettivo di distribuire i minorenni sull’intero territorio nazionale al loro arrivo che è stato via via disatteso, sino a concentrare in Sicilia e in Calabria la quasi totalità dei CAS (Centri Accoglienza Straordinaria) minori attivi a fine 2021. Anche i centri FAMI (Fondo Asilo Migrazione e Integrazione) sono concentrati (5 progetti su 6) in Sicilia, rendendo così di fatto difficile il coordinamento per il passaggio dalla prima alla seconda accoglienza. L’ultimo report mensile, quello di marzo scorso, certifica la presenza di 19.640 MSNA. Qui tutti i dati: https://www.lavoro.gov.it/temi-e-priorita/immigrazione/focus-on/minori-stranieri/Pagine/Dati-minori-stranieri-non-accompagnati.aspx.
“Tirando le somme, sottolinea Save the Children nel recente rapporto “Nascosti in piena vista”, non solo è evidente che il numero dei posti finanziati in accoglienza non è adeguato alle effettive presenze dei minori stranieri non accompagnati in Italia (poco più di 6mila posti, che andrebbero triplicati), ma appare chiaro che il sistema di accoglienza non è di fatto un sistema. Le disposizioni di legge che parlano di accoglienza dei minorenni stranieri, seppur perfettibili, prevedono infatti il divieto di permanenza presso hotspot e strutture similari, un primo e veloce accesso in centri governativi di prima accoglienza (oggi i centri FAMI sono quelli che assomigliano di più a quello che dovrebbero essere i centri governativi) distribuiti in tutta Italia e un passaggio entro 30 giorni in una struttura di seconda accoglienza, che sia in grado di rispondere alle esigenze individuali di ogni singola ragazza o ragazzo ospitati, accompagnandoli nel loro percorso di crescita e inclusione in Italia. La gestione di questi flussi, senza alcuna programmazione rispetto a numeri che pur nelle loro oscillazioni non rappresentano un’emergenza, è invece improntata al carattere dell’emergenzialità, con il risultato che per i minorenni in arrivo nel nostro Paese l’accoglienza rimane una lotteria, come ricordato nelle pagine di questo reportage. Una lotteria che determina il futuro di adolescenti che sono costretti a cavarsela da soli troppo presto”.
Qui il Rapporto completo: https://s3.savethechildren.it/public/files/uploads/pubblicazioni/nascosti-piena-vista-frontiera-sud.pdf.
Anche il sindaco di Prato e delegato Anci all’Immigrazione, Matteo Biffoni, punta il dito sull’inefficacia delle politiche di accoglienza dei MSNA: “Siamo preoccupati per le concentrazioni di minori stranieri non accompagnati su determinati Comuni. Servono meccanismi per evitare queste concentrazioni altrimenti la situazione diventa ingestibile. Sono due anni- spiega Biffoni – che chiediamo misure urgenti per affrontare il tema della gravosa situazione dei minori stranieri non accompagnati rintracciati e in carico ai Comuni. La prima volta abbiamo scritto al ministro Lamorgese, era aprile 2021, fino ad arrivare a dicembre 2022, quando abbiamo consegnato al ministro Piantedosi un documento articolato, per rappresentare al Governo, ancora una volta la situazione. (…) Vanno attivati con urgenza meccanismi che consentano di evitare le concentrazioni sul territorio di pochi Comuni, rendendo il fenomeno ingestibile. Il primo di questi meccanismi – rimarca ancora il sindaco di Prato – è la rete Sai (Sistema Accoglienza Integrazione), che però è satura ormai costantemente. Per questo a ogni occasione Anci ha chiesto che la capienza per i minori stranieri non accompagnati sia ampliata. Lo abbiamo richiesto anche in sede di conversione cosiddetto dl Cutro ma abbiamo appena saputo che questa proposta è stata ancora una volta respinta in Parlamento. Si respinge dunque una proposta che è una risposta essenziale alle urgenze dei Comuni, conclude il delegato ANCI all’immigrazione, mentre si procede con soluzioni sempre emergenziali su un fenomeno duraturo che andrebbe gestito con misure strutturali” (https://www.anci.it/biffoni-ingestibile-la-concentrazione-di-minori-stranieri-non-accompagnati-in-alcuni-comuni/). L’ANCI e Roma Tre hanno presentato proprio in questi giorni l’interessante ricerca “Agire l’accoglienza”, che indaga il profilo del personale del sistema di accoglienza e Integrazione, evidenziando come siano i 10mila i lavoratori coinvolti per quasi 1.000 progetti promossi da una rete di 1.800 Comuni (tra titolari del progetto Sai ed enti locali coinvolti) ad assicurare 44mila posti disponibili per l’accoglienza dei migranti sul territorio italiano, i quali –agendo in un contesto dinamico come quello migratorio– hanno assunto una funzione di mediazione sociale e istituzionale e la loro presenza su un territorio è diventata condizione essenziale per la crescita di una cultura dell’accoglienza.
Qui il Rapporto della ReteSAI: https://www.retesai.it/wp-content/uploads/2023/05/prot-Rapporto-MSNA-7-%E2%80%93-2023-Il-Sistema-di-Accoglienza-e-Integrazione-e-i-minori-stranieri-non-accompagnati.pdf.
Qui la sintesi della ricerca dell’ANCI e di Roma Tre “Agire l’Accoglienza”: https://www.anci.it/wp-content/uploads/AGIRE-LACCOGLIENZA-Sintesi-con-infografiche.pdf.
E anche dall’Osservatorio Nazionale sui Minori Stranieri Non Accompagnati, promosso e gestito dal CeSPI (Centro Studi di Politica Internazionale) si sottolinea che “permangono nel sistema di accoglienza dei MSNA in Italia delle criticità importanti, sia a livello di sistema, sia a livello territoriale che appare ancora disomogeneo e disarticolato. Agli effetti della pandemia da Covid-19, che aveva complicato i percorsi e le attività di accoglienza ed integrazione, nel 2022 si è aggiunto l’impatto dell’emergenza profughi causata dalla guerra in Ucraina. L’arrivo di un numero significativo di profughi tra cui molti minori, anche non accompagnati, ha determinato un forte impegno delle Istituzioni ed un incredibile slancio di solidarietà della società civile, ma ha ulteriormente evidenziato le criticità del sistema di accoglienza e dell’accesso ai vari servizi / tutele previsti dalla Legge”.
Qui il terzo Rapporto completo dell’Osservatorio del Centro Studi di Politica Internazionale-CeSPI: https://www.cespi.it/sites/default/files/osservatori/allegati/rapporto_msna_2022_-_def_light.pdf.
Come ha affermato Sarah Martelli, Coordinatrice a.i. del programma in Italia dell’ufficio UNICEF per l’Europa e l’Asia Centrale: “Bambine/i e adolescenti con background migratorio provengono spesso da contesti di deprivazione e violenza, affrontano viaggi faticosi, mettendo a rischio la loro incolumità fisica e anche il benessere psicosociale. Anche una volta arrivati, minorenni, adolescenti e donne, rimangono tra le categorie più esposte al rischio di discriminazione, sfruttamento e violenza – inclusa quella di genere. L’UNICEF conferma il proprio impegno affinché, come stabilito dalla Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, venga rispettato il loro diritto alla protezione, all’istruzione, al gioco, all’ascolto”.
Qui il Rapporto UNICEF: https://www.unicef.it/media/rapporto-annuale-unicef-su-minori-migranti-e-rifugiati-nel-2022-in-italia-raggiunti-oltre-20-mila-ragazzi-di-cui-oltre-8-mila-dall-ucraina/