E’ attualmente in corso la campagna Street for kids e la mobilitazione proseguirà fino a metà del mese di maggio. La campagna è promossa dalla Clean Cities Campaign, una coalizione europea composta da una rete di 70 organizzazioni non governative, associazioni ambientaliste, think-tank, movimenti di base e organizzazioni della società civile che ha come obiettivo una mobilità urbana a zero emissioni entro il 2030. Una coalizione che coinvolge genitori, insegnanti, bambini e bambine in tutte le città d’Europa.
Il prossimo 5 maggio in Italia, come in tutta Europa, ci saranno iniziative per moltiplicare il numero di “Strade scolastiche” e per costruire città a misura di bambino. Migliaia di bambini e bambine scenderanno in strada con girotondi, biciclettate e giochi per chiedere città “buone da viverci” e per chiedere che nelle strade (o nei piazzali) adiacenti alle scuole venga vietato (temporaneamente o in modo permanente) il traffico degli autoveicoli. In questo modo tutti potranno raggiungere la scuola in sicurezza, consentendo il transito esclusivamente a pedoni, bici, mezzi per il trasporto delle persone con disabilità e scuolabus.
In Italia da qualche anno la legislazione ha introdotto una nuova definizione stradale, la zona scolastica, ovvero quella zona urbana in prossimità della quale si trovano edifici scolastici, in cui deve essere garantita una particolare protezione dei pedoni e dell’ambiente. Una zona che va delimitata lungo le vie di accesso da appositi segnali di inizio e di fine. Deve essere il Comune a individuare se istituire la nuova tipologia di struttura stradale con apposita ordinanza e sempre l’Ente locale dovrà stabilire se nelle zone scolastiche urbane possono essere limitate o escluse la circolazione, la sosta o la fermata di tutte o di alcune categorie di veicoli, in orari e con modalità definite con ordinanza del sindaco. Limitazioni ed esclusioni che non si applicano a scuolabus, ad autobus destinati al trasporto degli studenti o degli alunni, né a titolari di contrassegno persone con disabilità.
Il Codice della strada, art.7 comma 9, stabilisce infatti che: “I Comuni, con deliberazione della giunta, provvedono a delimitare le aree pedonali e le zone a traffico limitato tenendo conto degli effetti del traffico sulla sicurezza della circolazione, sulla salute, sull’ordine pubblico, sul patrimonio ambientale e culturale e sul territorio. In caso di urgenza il provvedimento potrà essere adottato con ordinanza del sindaco, ancorché di modifica o integrazione della deliberazione della giunta”.
In Italia il parco auto nazionale cresce costantemente: a fine 2021 è stata raggiunta la quota record di quasi 40 milioni di autovetture (Fonte ACI). Secondo il recente Rapporto Benessere Equo e Sostenibile-BES 2022 dell’ITAT, soltanto l’11% delle persone nel nostro Paese sono utenti regolari di servizi di mobilità. Si continua, insomma, a percepire l’autovettura come un bene irrinunciabile, che rappresenta sempre la prima scelta per gli spostamenti casa/scuola o casa/lavoro. Ma l’uso intensivo dell’autotrasporto per gli spostamenti genera l’aumento delle emissioni di gas inquinanti e climalteranti e di polveri sottili, oltre a fare sempre più vittime: sono stati 135 i pedoni morti sulle strade italiane nei primi quattro mesi del 2023, contro i 111 dello scorso anno: lo riporta l’Osservatorio Pedoni dell’Asaps, l’Associazione sostenitori Polstrada (senza considerare le migliaia di feriti e le stragi di giovani e giovanissimi nei fine settimana).
Le “Strade scolastiche” sono un tassello della città a misura delle bambine e dei bambini, sono il primo passo per una mobilità sostenibile e a zero emissioni, che metta al centro lo spazio per le persone e riduca la centralità dell’auto nelle nostre città. Le ”Strade scolastiche” rappresentano non solo una concreta azione per ridurre l’inquinamento dell’aria e garantire la salute e la sicurezza stradale, ma favoriscono il gioco libero e lo sport, contribuiscono a incentivare l’autonomia e lo sviluppo di comunità educanti intorno ai nostri bambini e favoriscono il processo di realizzazione delle “Città 30”, che -seppur troppo lentamente – anche in Italia iniziano a prendere piede. Le “Strade scolastiche” rappresentano la “premessa” per progettare nuove città con tante vie e piazze pedonali, con scuole di quartiere, con pedibus, cortili scolastici e scuole aperte, con tanto verde, con negozi di vicinato e Case di comunità (Città dei 15 minuti), con spazi pubblici attrezzati per giochi, per stare in compagnia, per chiacchierare e per passare il tempo libero. Nuove città più partecipate, più sicure, più sociali, accoglienti e inclusive e più vivibili per bambine, bambini e adolescenti e quindi per tutti i cittadini.
Secondo i risultati di un sondaggio commissionato dalla Clean Cities Campaign, l’88% dei bambini intervistati vorrebbe una strada (o piazza) scolastica, ma solo il 7% di loro ad oggi ne ha una.
Il sondaggio ha rilevato che il 47% dei bambini intervistati viene attualmente accompagnato a scuola in automobile oppure in moto, percentuale che sale fino a raggiungere il 66% per i bambini delle elementari.
Il 50% degli intervistati, inoltre, afferma che vorrebbe camminare, andare in bicicletta o usare un monopattino per andare a scuola. Il 28% dei bambini dichiara di volersi recare a scuola in bicicletta o in monopattino, ma attualmente solo il 3% lo fa.
E quando è stato chiesto perché i bambini in Italia non camminano o vanno in bicicletta di più, il 48% dei bambini ha risposto che era troppo pericoloso. Circa la metà dei bambini e dei ragazzi intervistati vorrebbe meno auto attorno alle proprie scuole, a prescindere dall’età e dalla regione di residenza, la metà dei bambini e dei ragazzi intervistati vorrebbe più alberi e spazi verdi attorno alle proprie scuole e circa un terzo dei bambini e dei ragazzi vorrebbe più corsie e piste ciclabili per raggiungere la scuola, con punte vicine al 50% per chi frequenta le scuole medie e le superiori. Il sondaggio conferma che le bambine e i bambini nel nostro Paese vogliono spazi in sicurezza dove poter giocare, rivendicano aria pulita e auspicano percorsi casa-scuola protetti dove potersi muovere a piedi e in bici.
I livelli di autonomia negli spostamenti quotidiani dei bambini italiani tra i 6 e gli 11 anni sono tra i più bassi a livello internazionale, influendo negativamente sullo sviluppo delle loro capacità di orientamento e socializzazione e sulla costruzione della fiducia nelle proprie capacità. E davanti alle nostre scuole negli orari di entrata e uscita dei bambini i livelli di inquinamento sono particolarmente elevati a causa dell’alta presenza di auto: biossido di azoto (prodotto principalmente dai motori diesel), polveri sottili e altri inquinanti, prodotti dai gas di scarico ma anche dall’attrito delle ruote sull’asfalto hanno un impatto negativo sull’apparato respiratorio dei bambini. Non solo, ma gli assembramenti di auto che sostano non di rado in doppia fila davanti alle scuole sono spesso all’origine di incidenti che coinvolgono i bambini.
Le school streets si vanno sempre più diffondendo in tutta Europa: in Danimarca, Svezia, Svizzera, Germania, Regno Unito, Belgio, Paesi Bassi da decenni le auto non si possono più avvicinare alle scuole. Londra è la città che in un breve lasso di tempo ha tirato su più di 500 strade scolastiche, un vero record, seguita da Parigi che ne ha 180 e da Barcellona che ne ha realizzate 100 e ha pianificato di svilupparne altre 150. E parliamo di dati di qualche mese fa. In Italia, Bolzano è stata la prima città nel 1989 a cimentarsi con una strada scolastica, seguita da Milano, Parma, Olbia, Monza, Roma (nel recente rapporto “City Ranking” pubblicato da Clean Cities, Roma e Napoli sono le città europee con meno spazio dedicato a pedoni e bici) e da altre città medio piccole. Ma si tratta ancora di poche esperienze.
Il 5 maggio migliaia di bambine e bambini saranno tutti giù per strada per chiedere a tutti i Sindaci d’Italia di chiudere progressivamente al traffico le strade delle loro scuole, di realizzare più “Strade scolastiche”, di avere più sicurezza, più spazio per giocare e aria buona da respirare. Chiedono, insomma, un’altra città dove poter vivere.
Per maggiori informazioni: https://www.facebook.com/tuttigiuperstrada/.
Qui il dossier di BYCS e Clean Cities “Strade scolastiche per costruire città a misura di bambino”:
Questo articolo è stato scritto per la “Giornata Nazionale dell’Informazione Costruttiva 2023″ #GNIC2023.