1 – Un progetto per un altro secolo, quello della crescita infinita
Questa nuova linea ferroviaria è un vecchio progetto: è stata concepita negli anni Ottanta e Novanta. All’epoca (quando il clima non era una vera preoccupazione), si prevedeva che il traffico merci tra Francia e Italia sarebbe esploso. Solo che … quell’esplosione non c’è mai stata, e il traffico totale attraverso i tunnel del Monte Bianco e del Fréjus è in realtà diminuito.
Nel 1993 c’erano 1,5 milioni di veicoli pesanti e 10 milioni di tonnellate di merci sulle rotaie. Nel 2021, i veicoli pesanti saranno 1,5 milioni, ma il traffico ferroviario sarà sceso a 3,3 milioni di tonnellate!
Da quando il progetto è stato lanciato, i suoi sostenitori sono stati implacabili, preferendo ignorare l’ovvio: in un mondo in cui la delocalizzazione delle attività è diventata un obiettivo condiviso da tutti, questa seconda linea Lione-Torino è un progetto del passato di cui non abbiamo più bisogno.
2 – Un progetto inutile: la linea esistente è fortemente sottoutilizzata
La linea Lione-Torino esiste già, ma… non è utilizzata! Il traffico sulla linea esistente attraverso il tunnel del Fréjus è diminuito drasticamente: da 128 treni al giorno nel 1998 ad appena 26 nel 2016, nonostante nel frattempo siano stati effettuati importanti lavori di ammodernamento.
Si tratta di una scelta politica, non tecnica: nonostante l’aumento del traffico TER, lo stesso Osservatorio della Saturazione riconosce che la capacità della linea attuale è sufficiente per trasferire la maggior parte delle merci su rotaia.
Denigrare l’infrastruttura esistente con un tessuto di menzogne (altitudine o pendenza della linea troppo elevata, tunnel troppo vecchio, ecc.) è l’unico modo per i suoi promotori di difendere questo progetto, la cui analisi socio-economica è sfavorevole da ogni punto di vista (anche agli occhi degli organi governativi).
3 – Un disastro ambientale per tutte le regioni attraversate
Da Lione a Torino, l’impatto sull’ambiente sarebbe notevole: 1.500 ettari di aree agricole e naturali verrebbero artificializzati, milioni di tonnellate di rifiuti provenienti dai tunnel dovrebbero essere stoccati e i cicli naturali dell’acqua sarebbero perturbati per sempre.
Nella regione della Maurienne, molte sorgenti si sono già prosciugate da quando sono stati scavati i primi tunnel esplorativi! Drenando più di 100 milioni di m3 di acqua sotterranea ogni anno, questo progetto prosciugherebbe la montagna. In un periodo di crescente siccità, le risorse idriche verrebbero irrimediabilmente distrutte. Anche le foreste e le zone umide sono minacciate. I nostri paesaggi montani, che sono l’orgoglio di tutta la regione, rischiano di essere completamente devastati.
Infine, le nostre valli continuerebbero a essere inquinate a lungo, nonostante la possibilità di trasportare immediatamente le merci su rotaia attraverso la linea esistente.
4 – Un costo spropositato che blocca investimenti urgenti e utili
30 miliardi di euro almeno! Il che equivale alla costruzione di quasi 1.000 scuole secondarie, 400 ospedali o alla riapertura di quasi 10.000 chilometri di “linee minori”! Un investimento di questo tipo è una scelta politica molto discutibile: investendo in questo progetto, ostacoliamo gravemente le finanze pubbliche e impediamo di investire dove ci sono i veri bisogni.
Lunghi tratti delle linee Lione – Chambéry e Chambéry – Annecy sono ancora a binario unico, e in tutta la regione le linee sono state chiuse (St Etienne – Clermont) o rischiano di esserlo, limitando fortemente lo sviluppo dei servizi TER e costringendo gli abitanti a spostarsi in auto. Questo progetto non solo è inutile, ma è anche altamente dannoso per l’intera regione, ben oltre i dipartimenti interessati!
5 – Un’impronta di carbonio negativa per molto, molto tempo
No, non state sognando, questo progetto è un vero disastro climatico. La costruzione di questa seconda linea Lione-Torino richiederà l’emissione di milioni di tonnellate di CO2: ci vorranno decenni per sperare di recuperare questo costo iniziale di carbonio. Secondo un rapporto della Corte dei Conti europea nel 2020, vista la probabile evoluzione del traffico, si arriverebbe al 2085! I guadagni promessi per il pianeta sono quindi più che ipotetici…
Peggio ancora, i lavori, che dovranno proseguire almeno fino al 2035, stanno contribuendo attivamente al riscaldamento globale proprio ora, aumentando così il nostro “debito di carbonio”, anche se la linea esistente potrebbe consentire di intervenire immediatamente. L’IPCC ci avverte nei suoi rapporti: per evitare il peggio, dobbiamo agire subito. Dobbiamo quindi smettere di scommettere su progetti giganteschi che non sono in grado di dare un contributo concreto alla salvaguardia del clima e della vita stessa.
Non è troppo tardi!
Attualmente è stato scavato meno del 10% del tunnel transfrontaliero e la maggior parte dei lavori è consistita in gallerie esplorative. Se non si interviene per fermare questo progetto, saranno necessari almeno altri quindici anni di lavori, che porteranno alla mutilazione irreversibile delle nostre regioni.
Le città di Lione e Grenoble e l’area metropolitana di Lione sono già ufficialmente contrarie al progetto. Lo stesso governo francese sembra cambiare idea: nei suoi rapporti del 2018 e del 2023, il COI – Conseil d’Orientation des Infrastructures raccomanda di utilizzare la linea esistente.
È perché il mondo sta cambiando che questo progetto inutile, ecocida e rovinoso non ha più senso.
È urgente porre fine a questo progetto e intraprendere azioni concrete e rapide per il clima e per la qualità della vita di tutti, nella Maurienne e ovunque!
Da decenni, su entrambi i versanti delle Alpi, in Francia e in Italia, gruppi e associazioni si adoperano affinché questo progetto non veda mai la luce.
Unitevi a noi!
Traduzione a cura di PresidioEuropa