400 donne detenute nel carcere di Rassafa, a Baghdad, hanno iniziato due settimane fa uno sciopero della fame per protesta contro le condizioni di prigionia.
Sono tutte donne di nazionalità straniera, arrivate in Iraq per raggiungere il fu falso califfato.
Sono state condannate a lunghe pene detentive (da 15 anni all’ergastolo) e qualcuna anche alla pena capitale.
Hanno fatto trapelare clandestinamente all’esterno un video, nel quale denunciano maltrattamenti e torture e che sono state condannate sulla base di confessioni estorte.
La direzione del carcere ha rifiutato di commentare i video, ma il ministero della giustizia iracheno ha ammesso che il carcere è affollato e contiene quattro volte la sua capienza.
“Alcune di queste donne sono implicate nella riduzione in schiavitù delle donne yazide, durante l’occupazione di Sinjar da parte di Daiesh” – ha scritto il ministero.
L’Iraq è in trattativa con i governi di provenienza, ma le operazioni di rimpatrio compiute si contano sulle dita di mano.