Incoronazione di Re Carlo: un giorno di vergogna per il Regno Unito

Che non si tratti di casi isolati ma di un’azione diffusa di repressione del dissenso lo dimostrano anche le dichiarazioni del movimento animalista Animal Rising, secondo cui sabato mattina alcuni dei loro sostenitori sono stati arrestati durante una sessione di formazione “a miglia di distanza da l’incoronazione”. Nathan McGovern, portavoce di Animal Rising, non usa mezzi termini: “Questo non è altro che un giro di vite totalitario contro la libertà di parola e tutte le forme di dissenso – Just Stop Oil, Republic e Animal Rising hanno sperimentato il vero carattere dell’atteggiamento di questo governo nei confronti della protesta pacifica oggi. Stiamo camminando come sonnambuli nel fascismo ed è responsabilità di ogni singola persona prendere posizione e dire ‘basta’.”

Tale disumana e sproporzionata reazione da parte della polizia britannica è stata resa possibile dal governo Tory, alla guida del paese dal 2010, che ha istituito il Public Order Act, una Legge sull’Ordine Pubblico che ha ricevuto il consenso reale con la firma di Re Carlo il 2 maggio, quattro giorni prima dell’incoronazione.

A ciò si aggiunga che il 3 maggio il governo conservatore si è affrettato ad approvare in Parlamento ulteriori leggi restrittive per contrastare il diritto di protesta ed ha introdotto poteri ancora più oppressivi per limitare diritti fondamentali.

Come evidenziato dall’organizzazione Stop The War Coalition qualche giorno fa, il Public Order Act restringe i diritti dei cittadini britannici perché:

– fissa una soglia molto bassa per definire la protesta come azione di disturbo;

– conferisce alla polizia nuovi e significativi poteri per prevenire le proteste che si verificano nei dintorni delle principali reti di trasporto o delle aziende di petrolio e gas (con pene fino a 12 mesi di reclusione, multe illimitate o entrambe);

– introduce il nuovo reato di intralcio ai lavori di grandi infrastrutture (con pene fino ai 6 mesi di reclusione, multe illimitata o entrambe);

– introduce un nuovo reato per chi si incatena a strutture pubbliche (o private ma di interesse strategico), e punisce anche la sola pianificazione di tale atto di protesta;

– estende l’uso dei poteri di fermo e perquisizione sui luoghi della protesta – compreso il fermo e la perquisizione senza sospetti;

– introduce nuovi ordini di divieto di protesta – il Serious Disruptive Prevention Order – che, quando invocato, impedirebbe a tutti indistintamente di partecipare a manifestazioni;

– consente all’Home Secretary (il nostro Ministro dell’Interno) di avviare procedimenti civili in caso in cui l’azione di protesta stia causando, o possa causare, gravi perturbazioni alle principali infrastrutture nazionali o all’accesso a beni o servizi essenziali in Inghilterra e Galles.

Yasmine Ahmed, direttrice di Human Rights Watch per il Regno Unito, ha condannato gli arresti del 6 maggio: “Le notizie di persone arrestate per aver protestato pacificamente contro l’incoronazione sono incredibilmente allarmanti. Qualcosa che ti aspetteresti di vedere a Mosca, non a Londra. Le proteste pacifiche consentono alle persone di chiedere conto a chi detiene il potere, cosa a cui il governo del Regno Unito sembra sempre più contrario”.

Di fronte a tutto ciò è importante ricordare l’articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, documento fondamentale nella storia dei diritti umani, redatto da rappresentanti di diversa estrazione giuridica e culturale provenienti da tutte le regioni del mondo, e proclamato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite a Parigi il 10 dicembre 1948:

“Ognuno ha diritto alla libertà di opinione e di espressione…”

Infatti, Volker Turk, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, ha recentemente rilasciato la seguente dichiarazione in merito al Public Order Act:

“Questa nuova legge impone restrizioni gravi ed eccessive che non sono né necessarie né proporzionate per raggiungere uno scopo legittimo così come definito dal diritto internazionale. È particolarmente preoccupante che la legge estenda i poteri della polizia per fermare e perquisire persone, anche senza sospetti; definisce in modo vago ed eccessivamente ampio alcuni dei nuovi reati; impone sanzioni penali inutili e sproporzionate alle persone che organizzano o prendono parte a proteste pacifiche”.

Da ora in poi la corona peserà ancor più su un Paese che ha colonizzato, bombardato e organizzato golpe in tutto il mondo in nome di una “democrazia” che non intende praticare neanche a casa propria.