Con qualche giorno di ritardo l’urgenza si è finalmente appalesata e ieri, 5 Maggio, il cosiddetto decreto lavoro è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale ed è entrato in vigore: 45 articoli che, tra le altre cose,  prevedono l’avvio del nuovo strumento che sostituirà il reddito di cittadinanza per gli occupabili: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2023/05/04/23G00057/sg 

Si tratta di “un intervento di natura categoriale, come ha sottolineato Antonio Russo, portavoce dell’Alleanza contro la Povertà, che divide la platea delle persone in condizione di bisogno escludendo dal sostegno una parte della popolazione in difficoltà economica”. Siamo “di fronte a un fatto grave, ha continuato Russo, ancor di più in una fase storica di crisi economica e sociale, come quella che stiamo ancora vivendo, e in cui l’incidenza della povertà non accenna adiminuire”.

L’Alleanza contro la Povertà, nata alla fine del 2013, raggruppa un ampio numero di soggetti sociali che hanno deciso di contribuire in maniera collettiva alla costruzione di adeguate politiche pubbliche contro la povertà assoluta nel nostro Paese, dalle Acli ad Action Aid, dall’Anci all’Azione Cattolica Italiana, dalla Cgil, Cisl e Uil alla Cnca, dalla Comunità di Sant’Egidio alle Confcooperative, dal Forum Nazionale del Terzo Settore a Save the Children, dall’Arci alla Fondazione Banco Farmaceutico, dal CSVnet – Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato alla Croce Rossa Italiana, solo per citare alcune organizzazioni. E l’Alleanza contro la Povertà da tempo e dopo un’attenta ricerca aveva sviluppato 8 proposte che si ponevano l’obiettivo di: non penalizzare le famiglie con minori o numerose; non penalizzare le famiglie non italiane; determinare requisiti di accesso più razionali; accompagnare le persone interessate per la presentazione della domanda; prevedere una presa in carico (personalizzata) tra CpI e Servizi sociali; incentivare i progetti utili alla collettività (PUC); riiformare il reddito di cittadinanza per accogliere i nuovi profili di rischio di povertà; rendre il eddito di cittadinanza amico dell’occupazione.

Qui le proposte complete: https://alleanzacontrolapoverta.it/wp-content/uploads/2020/07/Position-Paper-7-ottobre-2021-1.pdfProposte che non hanno avuto alcuna attenzione governativa.

 

E’ in corso intanto in tutta Italia la campagna “Ci vuole un reddito!” per contrastare le misure governative che  aboliscono il Rdc, introducono misure di welfare scarse e precarizzano ulteriormente il lavoro  e il  27 maggio si terrà la manifestazione nazionale a Roma. “Dal contrasto alla povertà– sottolineano i promotori della Campagna- si passa alla lotta ai poveri: è questo il passaggio dal Reddito di cittadinanza alle nuove misure che andranno a sostituirlo”. E dopo questa settimana di manifestazioni in tante città d’Italia è già in programma “una mobilitazione, che culminerà nella giornata nazionale  in programma il 27 maggio, che coinvolgerà tantissimi territori per affermare che è giunto il momento dare risposte a tutte e tutti coloro che faticano ad arrivare alla fine del mese, pur avendo un lavoro, e a chi un lavoro neanche lo ha. Una mobilitazione per reagire alla solitudine e all’incertezza delle nostre vite, per rispondere alla misura debole e discriminatoria proposta dal governo, scarsamente finanziata e rivolta a una platea ristretta e per proporre un reddito all’altezza della fase che stiamo attraversando”.   “Ci vuole un reddito” è una campagna dal basso, lanciata a marzo nella capitale che ad oggi conta oltre 130 realtà locali e nazionali. Qui per maggiori info: https://www.facebook.com/civuoleunreddito/. Qui  il post FB e IG di lancio della mobilitazione.

 

Ma non è soltanto il Rdc e il lavoro ad essere nel mirino. Anche le pensioni vengono duramente attaccate, con una perdita media pro-capite di oltre 1.200 euro all’anno per 4,3 milioni di pensionati. Sono questi i primi calcoli effettuati dallo Spi-Cgil del taglio alla rivalutazione delle pensioni sopra quattro volte il trattamento minimo, allo studio del governo. L’adeguamento delle pensioni al costo della vita subirebbe così una drastica riduzione in particolare per quei pensionati che hanno lavorato e versato i contributi per 40 anni e oltre e che non percepiscono affatto un assegno alto ma di 1.800 netti al mese. Stiamo sostanzialmente parlando di pensioni di lavoratori dipendenti, frutto di una vita di lavoro e che ora rischiano di avere una rivalutazione di gran lunga inferiore a quella che dovevano percepire secondo la legge in vigore.

 

E’ il sistema di welfare nel suo complesso ad essere sotto attacco, a subire colpi mortali che rischiano di smantellarlo definitivamente. Si tratta di una vera è propria emergenza che richiede convergenza e mobilitazione!

La Rete dei Numeri Pari nei giorni scorsi ha organizzato a Roma un confronto con le forze politiche che hanno sottoscritto negli scorsi mesi l’Agenda Sociale (https://www.numeripari.org/agendasociale/) per fare il punto della situazione. Un confronto ancora più urgente se consideriamo il quadro internazionale. L’impatto della guerra in Ucraina, con le sue conseguenze sul costo della vita, il rischio di una escalation termonucleare e l’assenza di un’opposizione unitaria in grado di costruire alternative concrete per la Pace, stanno determinando un ulteriore aumento delle disuguaglianze e dell’insicurezza sociale nelle nostre vite e nel Paese. E’ emersa la necessità di costituire un Tavolo di confronto permanente tra forze sociali e politiche sulla base dei punti dell’Agenda sociale. Un tavolo come luogo di confronto permanente sui temi proposti dall’opposizione sociale con l’obiettivo di: dare seguito agli impegni presi dalla politica sui punti dell’Agenda sociale mettendo in contatto le persone referenti sui singoli temi con i parlamentari di riferimento dando vita a sottogruppi; verificare le azioni messe in campo dal Governo sui punti dell’Agenda sociale (cancellazione del reddito, tagli alle politiche sociali, avanzamenti sul processo di attuazione dell’Autonomia differenziata ecc..) consentendo un rapido scambio di informazioni con le realtà sociali nel tavolo e con tutti i soggetti che hanno sottoscritto l’Agenda sui territori; costruire iniziative di mobilitazione sui punti dell’Agenda che rafforzino l’azione dell’opposizione sociale sui territori; sedimentare e sistematizzare proposte e interventi comuni su questi temi che durino nel tempo, che diventino patrimonio condiviso e non ci costringano a ripartire da zero. Qui il video dell’Assemblea.