Ramata-Toulaye Sy, sceneggiatrice e regista di origine senegalese, è nata a Parigi nel 1986, si è guadagnata fama internazionale nel 2021 con il cortometraggio Astel e ora arriva a Cannes con la sua opera prima “Banel e Adama”. Una meta insperata per molti artisti tanto che, salendo la Montée des Marches verso il trionfale ingresso del teatro Lumière, la bella regista non riesce a trattenere lacrime di commozione. Insieme a lei gli attori protagonisti di “Banel e Adama “ Khady Amane e Mamadou Dallo, anch’essi debuttanti.
La storia che Ramata-Toulaye Sy racconta si svolge in un misterioso quanto sperduto villaggio del Senegal, dove una coppia di sposi vorrebbe vivere una vita diversa da quella che le loro usanze pretendono. Adama disdegna l’idea di diventare capo tribù per lignaggio, Banel non ama essere una compagna che sforna figli e serve il marito. Tuttavia sottrarsi alla tradizione è considerato un atto di grave insubordinazione e le superstizioni non aiutano la loro emancipazione: Adama viene incolpato della siccità per aver rifiutato di fare il capo tribù, lei è accusata di avergli messo in testa idee assurde. Quale sarà la loro fine?
Un film che fa riflettere anche sulle molte ragioni dell’immigrazione, sul bisogno di fuggire da una vita priva di libertà. La regista conosce bene gli aspetti psicologici di questa condizione perché la sua stessa famiglia è un nucleo emigrato in Europa. “Banel e Adama” analizza inoltre il già vaticinato problema di salvarsi la vita dalla minaccia della siccità, una condizione non solo senegalese.
Regia: Ramata-Toulaye Sy
Attori: Khady Mane, Mamadou Diallo, Moussa Sow, Binta Racine Sy
Paese: Francia, Mali, Senegal
Sceneggiatura: Ramata-Toulaye Sy
Fotografia: Amine Berrada
Montaggio: Vincent Tricon
Musiche: Bachar Khalifé
Produzione: La Chauve Souris, Take Shelter, Astou Films, Arte France Cinéma, DS Productions