Un corteo di trecento persone ha attraversato sabato 12 sera le strade dei quartieri del centro di Cagliari, per dire di no alle esercitazioni di guerra che si svolgono sul sud Sardegna. Una nuova e ci auguriamo più grande manifestazione è già programmata per il 2 giugno.
Al di là delle organizzazioni che, di volta in volta, propongono le mobilitazioni, la cosa più importante è mantenere l’unità di intenti della lotta contro le basi militari e le fabbriche di guerra.
L’attività distruttiva che viene perpetrata nei territori sardi è propedeutica a nuovi terrificanti scenari?
All’imponenza degli schieramenti militari, con tanto di carri armati Leopard, navi e aerei bombardieri, che imperversano sull’isola, corrisponde sulle strade del capoluogo sardo l’esagerato e tracotante dispiegamento poliziesco, atto ad intimidire ogni forma di dissenso. A tutto questo occorre rispondere con la continuità e la perseveranza del popolo sardo.
Un commento del pacifista nonviolento Pierpaolo Loi
L’unica bandiera che ha sventolato. Dietro, poliziotti che bloccano l’accesso a Via Garibaldi. Imponenti forze di polizia su tutto il percorso del corteo. In alcuni tratti in assetto antisommossa.