Cresce il numero dei morti e feriti tra i civili e gli ospedali di Khartoum hanno raggiunto la loro capienza massima. Il sindacato dei medici ha annunciato la morte di un’altra dottoressa, mentre svolgeva il suo lavoro di soccorso in piazza. Nei primi due giorni di combattimenti, 97 civili hanno perso la vita a causa degli scontri e quasi mille i feriti che hanno avuto bisogno di ricovero in ospedale. Il sindacato dei medici ha lanciato un appello ai belligeranti di rispettare la neutralità degli ospedali, dopo che un obice di artiglieria ha colpito la struttura medica dell’Università, nella parte meridionale della capitale.
Il cessate il fuoco umanitario, chiesto ieri dall’ONU per l’evacuazione dei feriti, accettato dall’esercito e dalle milizie di pronto intervento, è stato rispettato soltanto parzialmente. Nel pomeriggio di ieri e in serata sono stati sentiti spari e esplosioni nel centro della capitale durante le ore di cessate il fuoco.
La Tv di Stato ha interrotto le trasmissioni dopo un giorno di musiche militari e patriottiche. Il personale tecnico e giornalistico era stato evacuato dall’inizio degli scontri sabato mattina. Il palazzo è stato assediato dalle milizie e poi ha subito danni dai reciproci lanci di artiglieria.
Nella capitale l’elettricità e l’acqua potabile sono interrotte e la popolazione è intrappolata nelle case. L’esercito ha raccomandato di rimanere in casa a causa dei combattimenti in corso. In due zone della capitale ci sono colossali incendi da ieri mattina e non sono stati ancora domati.
A Khartoum i combattimenti sono furiosi nelle vicinanze del palazzo presidenziale e per il controllo dei ponti sul Nilo, che sono arterie principali per collegare le diverse zone della capitale, divise dal Nilo. Le milizie sostengono di aver abbattuto due elicotteri dell’esercito che stavano mitragliando le loro truppe nella parte ovest della capitale.
La propaganda delle due parti racconta di vittorie, molte volte immaginarie. I comunicati non sono sempre verificabili.
Sugli account social ufficiali dei belligeranti sono stati pubblicati immagini e video di basi militari conquistate e di soldati e ufficiali catturati. In due casi, Anbamed ha verificato che le immagini sono vecchie e risalgono a battaglie dei Janjaweed in Darfur.
Le milizie hanno accusato l’intervento di caccia stranieri contro le loro basi a Port Sudan, senza però specificare la nazionalità.
L’esercito ha annunciato il controllo sulla base militare e aeroporto di Merowe, nel nord, sostenendo che i miliziani in fuga hanno preso con loro come ostaggi soldati e ufficiali egiziani che erano presenti nella base secondo accordi tra i due paesi.
Le forze politiche della Coalizione del cambiamento hanno lanciato un appello per il cessate il fuoco e di tronare al tavolo delle trattative “perché la guerra non avrà vincitori ma soltanto perdenti”. I due generali golpisti, Buhan e Hamidati, si erano alleati per bloccare il passaggio del potere ad un governo civile e oggi si combattono per contendersi il potere e la ricchezza del paese, bloccando il processo democratico.
Lega araba ha svolto una riunione d’urgenza sulla situazione sudanese e ha lanciato un appello per la fine dei combattimenti. Una delegazione dell’Unione africana sta tentando di raggiungere Khartoum per un incontro diretto con i due generali. I capi delle diplomazie di Arabia Saudita e Emirati hanno contattato telefonicamente i due generali belligeranti.
FAO ha annunciato la chiusura di tutte le proprie attività umanitarie in Sudan in seguito all’uccisione dei tre funzionari dell’organismo internazionale.