Aumentano in Italia i disturbi mentali: nel 2021, secondo l’ultimo rapporto del Ministero della Salute, si è registrata una crescita del 6,9% del numero di persone (più della metà delle quali donne) assistite per problemi di salute mentale rispetto all’anno precedente, con un numero di accessi al Pronto Soccorso per patologie psichiatriche pari al 3,3% del numero totale di accessi a livello nazionale e con un aumento significativo di queste patologie soprattutto tra i più giovani. Con un esordio compreso tra i 15 e i 35 anni (e purtroppo sempre più precoce), con tassi di incidenza quasi raddoppiati in Italia negli ultimi anni anche a seguito dell’emergenza sanitaria da Covid-19. Insieme alla depressione, le patologie più ricorrenti sono i disturbi bipolari e d’ansia e la schizofrenia, mentre i disturbi della personalità, da abuso di sostanze e il ritardo mentale sono più comuni tra gli uomini. In forte aumento da qualche tempo anche i fenomeni di autolesionismo e l’uso di sostanze che vedono protagonisti i minori in età adolescenziale e pre-adolescenziale.
Qui il Rapporto salute mentale. Analisi dei dati del Sistema Informativo per la Salute Mentale (SISM). Anno 2021.
Cresce il numero delle persone che presentano un disturbo mentale grave (più del 6% della popolazione generale), crescono i bisogni specifici (persone migranti, autori di reato, persone senza fissa dimora, bambini e adolescenti) e crescono i disturbi emotivi comuni (20% della popolazione generale, con aumento vertiginoso dopo la pandemia). Ma a fronte di tutto ciò non si riesce a superare appieno lo stigma che accompagna le persone con disturbi mentali, non si riesce di conseguenza a porre in essere una corretta informazione e un’adeguata conoscenza dei fenomeni e non si riesce a favorire un adeguato percorso di sensibilizzazione su queste problematiche, allo scopo non soltanto di prevenirle, ma anche di riorganizzare una puntuale e appropriata assistenza sanitaria, che anzi appare sempre più impoverita. Diminuiscono infatti le risorse a disposizione della sanità in generale (nel 2023 si è passati dal 6,8% del PIL al 6,1% ) e della salute mentale in particolare (in media il 3% del FSN, a fronte di una quota del 5% fissata dalla Conferenza Stato-Regioni nel 2001).
La stessa attuale organizzazione dei 128 Dipartimenti di Salute Mentale è poco funzionale rispetto ai nuovi bisogni e la separazione tra il Centro di Salute Mentale, le dipendenze patologiche e la neuropsichiatria infantile rende più difficoltosa l’integrazione degli interventi su molti pazienti con comorbilità, spesso in transizione per ragione di età. Questa situazione- denunciano i Responsabili dei Dipartimenti di salute mentale– è stata acuita dal doveroso percorso di superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. A distanza di quasi nove anni le criticità dell’attuale situazione, giudicata pericolosa dalla stessa sentenza numero 22/2022 della Corte Costituzionale, è del tutto evidente: i percorsi di cura dei pazienti con infermità mentale autori di reato sono, nel 90% dei casi, misure di sicurezza non detentive a carico dei Dipartimenti di Salute Mentale. Le 31 Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza (REMS) che le Regioni hanno attivato garantiscono un totale di circa 600 posti per l’esecuzione delle misure di sicurezza detentive, che vengono però comminate in numero decisamente maggiore. Senza trascurare la qualità, spesso discutibile, di queste Residenze né il fatto che i pazienti restano nelle REMS per dei tempi non sempre adeguati, lasciando altrettanti pazienti in lista di attesa a livello nazionale. E’ una situazione che dovrà essere affrontata regolando meglio i flussi dei pazienti in entrata e in uscita dalle REMS, ma soprattutto modificando alcune vecchie norme del codice penale, assolutamente non più in sintonia con la moderna concezione comunitaria della Psichiatria.
A lanciare l’allarme su una situazione di assoluta gravità che investe la Salute Mentale è il Coordinamento dei Direttori dei Dipartimenti di Salute Mentale italiani, attraverso un appello inviato, tra gli altri, al Presidente della Repubblica e alla Presidente del Consiglio e al Ministro della Salute e alle Regioni con l’obiettivo di mettere la Salute Mentale al centro delle agende di governo.
Questa è la lettera inviata:
“Illustrissimi, abbiamo deciso di scrivervi questa sofferta Lettera Appello perché riteniamo sia diventato un nostro dovere etico a fronte dell’aumento del disagio mentale nel nostro Paese, in particolare degli adolescenti, senza più possibilità di adeguate risposte da parte dei Dipartimenti di Salute Mentale (DSM). Le condizioni drammatiche nelle quali stiamo sempre più scivolando consentono ai DSM di erogare ormai con estrema difficoltà le prestazioni che, invece, dovrebbero essere garantite dai Livelli Essenziali di Assistenza.
Una situazione che si è aggravata con la pandemia e con le problematiche sociali ed economiche. C’è bisogno di iniziative concrete e immediate per ricucire la rete pubblica dei DSM, sempre più sfilacciata, anche con un rilancio al loro interno dei percorsi psicologico-psicoterapeutici, per realizzare una salute mentale comunitaria, in grado di dare risposte integrate ai diversi aspetti biologici, psicologici e sociali.
Chiediamo, rivolgendoci alla Vostra sensibilità, di avviare un percorso concreto vincolando risorse definite per i servizi pubblici dei DSM, consentendo alle Regioni di attuare fin dal 2023 un piano straordinario di assunzioni, secondo gli standard per l’assistenza territoriale dei servizi di salute mentale definiti proprio pochi giorni fa dall’Age.na.s.. Si tratta di destinare, al massimo in un triennio, oltre 2 miliardi al fine di raggiungere l’obbiettivo minimo del 5% del fondo sanitario per la salute mentale, come da impegno dei Presidenti delle Regioni nel 2001, richiamato anche dalla recente sentenza della Corte Costituzionale n. 22 del 2022. Con la speranza che questa lettera appello, nata unitariamente dalla coscienza dei Direttori dei Dipartimenti di Salute Mentale Italiani, possa determinare un vostro autorevole intervento perché il nostro grido di allarme sia accolto, a tutela di milioni di cittadini con disagio mentale e dei loro familiari, certi di un Vostro riscontro Vi porgiamo i nostri distinti saluti”.
Firmata da 91 Direttori DDSSMM Italiani in ordine alfabetico per cognome.