Mentre Ignazio La Russa perfeziona il suo processo di liberazione dagli antifascisti fuggendo a Praga per il 25 aprile a disturbare l’anima di Jan Palach pur di non rischiare di incrociare qualcuno dell’ANPI, noi ci domandiamo sul senso della Liberazione.
Ricordo con gioia e un pochino di nostalgia l’Arena di Pace e Disarmo a Verona il 25 Aprile del 2014 che riempì l’Arena di Verona con migliaia di persone che lanciarono in cielo un ironico aereoplanino di carta “no F-35”; per dire allora come ora che la liberazione profonda è la liberazione dalla violenza di ogni tipo ma, per cominciare, dalla violenza delle armi che ora risuonano in Sudan, ma da tempo in Ucraina e in un numero ormai imprecisato di luoghi del pianeta.
Dobbiamo liberarci innanzi tutto della Terza Guerra Mondiale a pezzi, come la chiama Francesco, che non solo miete vittime dirette ma una quantità di vittime collaterali, poveri, migranti, affamati, vittime dell’uranio impoverito e giustifica altre violenze: quelle sulle donne, quelle su chi ha un altro orientamento di genere, i dissidenti da tutti i governi, chi protesta per il salario o per le pensioni.
Dobbiamo liberarci dalla terribile guerra che i potenti hanno scatenato nei confronti della Madre Terra quando hanno ritenuto che in nome del profitto (che hanno chiamato progresso, con uno spietato banditismo semantico) si potessero rubare risorse ai popoli e consegnarle al sistema capitalistico industriale con il permesso di farne qualunque cosa, purché rendesse denaro. Quando ricorderemo il saggio apachi che segnalava, molti anni fa, che “i soldi non si mangiano?”.
Dobbiamo liberarci dalla violenza e, soprattutto, dall’idea che la violenza possa essere la soluzione: più telecamere contro gli stupri, più controllo per i giovani, più sanzioni e armi per i governi ribelli o sgraditi, più controllo elettronico e fisico delle persone, più gabbie fisiche e mentali per tutti.
L’Essere Umano ha bisogno urgente di liberarsi dalla violenza per proseguire un cammino luminoso, per abbracciare la sua casa, il Pianeta Blu che lo ospita da tanto tempo, per vivere in armonia con le altre specie viventi, per conoscere nel profondo la sua natura e le sue infinite possibilità. L’oscurità che a volte percepiamo nel presente è una nebbia che deve e può diradarsi per aprire la strada al cammino evolutivo della specie umana, ma il destino dell’Essere Umano è nelle sue mani, nelle mani di noi tutti e non è indifferente la via che intraprendiamo e la direzione che seguiamo.
Una buona liberazione per tutte e tutti.