E’ terminato oggi, 30 aprile a Mombasa (Kenya), il 23° Congresso mondiale di IPPNW (qua l’annuncio del Congresso e la pagina con il programma degli eventi) al termine del quale, stante il continuo aggravarsi del conflitto in Ucraina, è stato emesso questo appello urgente.
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“Al nostro 23° Congresso Mondiale a Mombasa nell’aprile 2023, noi, International Physicians for the Prevention of Nuclear War, abbiamo discusso sui rischi e le conseguenze imminenti dell’attuale situazione di crisi sul nostro pianeta. La guerra in Ucraina comporta costi enormi principalmente per le persone, ma non solo in Ucraina, e provoca sofferenze indicibili. Così tanti civili e soldati di entrambe le parti hanno perso la vita, la salute e i mezzi di sussistenza. Inoltre, l’approvvigionamento alimentare globale ha già sofferto e i prezzi dei beni di prima necessità stanno aumentando. Secondo i dati attuali, la fame in Africa rischia di aumentare del 117% se la guerra non viene fermata immediatamente.
Fondamentalmente c’è un rischio reale e crescente che il mondo entri in una guerra nucleare nel prossimo futuro. Ad ogni giorno della guerra in corso in Ucraina, questo rischio aumenta.
Allo stesso tempo, il conflitto su Taiwan minaccia di intensificarsi ulteriormente, compreso il pericolo di una guerra nucleare che coinvolge Cina e Stati Uniti.
La guerra nucleare quasi certamente non rimarrà limitata. I giochi di pianificazione militare portano regolarmente all’escalation totale e all’annientamento reciproco una volta utilizzate le armi nucleari.
Il principio della deterrenza nucleare, sostanzialmente immutato dalla Guerra Fredda, con la credibile minaccia di mutuo annientamento totale dovuto al suo fallimento, minaccia l’esistenza umana.
Una sola bomba può distruggere completamente il nucleo urbano di una grande città, con centinaia di migliaia di morti, feriti e contaminati. L’uso di molte bombe nucleari, come è probabile in una guerra nucleare, non solo porterebbe a molti milioni di morti e feriti, ma distruggerebbe le infrastrutture chiave, le vie di trasporto, l’approvvigionamento alimentare e il sistema sanitario. Il recupero richiederebbe decenni. Noi medici dobbiamo chiarire: in caso di guerra nucleare, non ci sarà assistenza medica. Non saremo in grado di aiutarvi – e neanche noi stessi!
Mentre già l’uso di meno di 100 armi nucleari avrebbe gravi ripercussioni sulla produzione alimentare globale e causerebbe fino a 2 miliardi di vittime della fame, le conseguenze umanitarie e i rischi di una guerra nucleare totale sarebbero devastanti. Sia la Russia che gli Stati Uniti possiedono oltre 5000 armi nucleari dispiegabili. L’utilizzo anche solo di una parte di essi comporterebbe un cambiamento climatico con un calo sostenuto della temperatura media di oltre 10°C. La vita allora non sarebbe più possibile in gran parte del pianeta, l’inverno nucleare.
In una guerra nucleare non ci sono vincitori, solo vinti. Allora i milioni di vittime immediate saranno i fortunati, poi i vivi invidieranno i morti.
Al massimo paragonabile alla situazione del 1962 e al secondo picco della Guerra Fredda negli anni ’80, l’umanità oggi si trova a un bivio. Troverà la strada per tornare alle sue nobili capacità di riconciliazione, cooperazione ed empatia, oppure seguirà le sue inclinazioni più oscure di avidità, vendetta e distruttività divorante.
Come medici, ci rivolgiamo quindi a coloro che hanno la responsabilità della sopravvivenza di tutti noi a nome di tutta l’umanità: gli avversari nella guerra, il presidente Putin e il presidente Zelensky; i governi degli stati dotati di armi nucleari, in particolare i presidenti Biden e Xi Jinping; e i governi dei paesi della NATO e tutti coloro che sono coinvolti nel conflitto in qualsiasi modo.
Chiediamo:
- Un cessate il fuoco immediato.
- Il ritiro immediato di tutte le forze d’invasione.
- L’astensione da tutte le misure che portano a un’ulteriore escalation della guerra.
- La rinuncia dichiarata all’uso delle armi nucleari da parte di tutti gli Stati dotati di armi nucleari
- L’avvio di seri negoziati su una soluzione pacifica del conflitto in Ucraina.
Esistono numerose iniziative e proposte che potrebbero servire da base per tali negoziati.
A causa della fondata preoccupazione che il conflitto su Taiwan si trasformi anche in una guerra che minaccia l’umanità, le nostre richieste 3, 4 e 5 si applicano analogamente anche qui.
Chiediamo inoltre che le potenze nucleari avviino negoziati in buona fede su misure efficaci per porre fine alla corsa agli armamenti nucleari nel prossimo futuro e per raggiungere il completo disarmo nucleare, come si sono impegnate a fare nell’articolo 6 del Trattato di non Proliferazione delle armi nucleari.
Per contrastare efficacemente il pericolo di annientamento nucleare, proponiamo che tutti gli Stati – in particolare quelli che finora hanno fatto affidamento sull’illusoria sicurezza fornita dalle armi nucleari – firmino il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari.
A tutte le persone con menti creative e capacità di moderazione, facciamo appello: poniamo fine alla spirale mortale dell’escalation e rientriamo in una convivenza pacifica.
Questa potrebbe essere l’ultima possibilità per noi umani di chiudere il vaso di Pandora e optare per la sopravvivenza comune invece che per l’annientamento reciproco.
E una volta superata l’attuale crisi, dobbiamo tornare agli altri pericoli esistenziali che l’umanità deve affrontare: la crisi climatica, il degrado ambientale e il continuo divario tra ricchi e poveri. Avremo bisogno di tutte le abilità e virtù umane per garantire la sopravvivenza a lungo termine sul nostro meraviglioso pianeta.”