Buongiorno,

ringraziamo tutte le associazioni e le singole persone che oggi, davanti all’Ambasciata d’Egitto a Roma e davanti al Consolato egiziano a Milano, hanno deciso da che parte stare.

Sono ormai più di 7 lunghi e dolorosi anni che noi assieme alla scorta mediatica e al popolo giallo chiediamo verità e giustizia processuale per il barbaro omicidio di Giulio Regeni.

È tempo che l’Egitto dopo innumerevoli vane promesse collabori con il nostro governo, ed è tempo che il nostro governo pretenda senza se e senza ma che i 4 imputati per il sequestro, le torture e l’uccisione di Giulio compaiano alla prossima udienza il 31 maggio! 

Per questo è importante scandire i loro nomi, perché la notizia del processo a loro carico li raggiunga ovunque si trovino e perché non possano più far finta di non sapere. Laddove non possono arrivare gli ufficiali giudiziari notificando ai quattro imputati l’invito a comparire, arriverà l’eco della nostra scorta mediatica, che siete tutti voi.

Questo processo si deve fare e si deve fare in Italia, perché non è accettabile che chi tortura e uccide pagato da un regime che il nostro Paese ritiene “amico”, possa abusare del nostro sistema di diritto e godere dell’impunità’. È una battaglia di dignità che riguarda tutti noi.

Grazie di cuore a tutti voi!

Famiglia Regeni con Alessandra Ballerini

Così Danilo De Biasio, Direttore Festival dei Diritti Umani, in occasione del sit-in a Milano: “Noi non siamo giudici, noi facciamo i giornalisti, Facciamo il Festival dei Diritti Umani. Ed è per questo che è un dovere essere qui oggi, davanti al Consolato egiziano per dire che i nomi dei quattro agenti che hanno torturato e ucciso Giulio Regeni devono rispondere alla giustizia italiana e non fare come ora, che fingono addirittura di non essere indagati. È una vergogna a cui bisogna mettere la parola fine.”