Le spese militari nel mondo continuano ad aumentare e, per il secondo anno di fila, raggiungono un record storico. Una conferma amara, giunta giusto a ridosso del 25 aprile, la giornata in cui in Italia si celebra la fine del regime fascista e il cammino verso la fine di un conflitto che ha lasciato profonde ferite nel nostro Paese e nell’intera Europa, non ancora risanate. Nel 2022, in tutto il mondo, la spesa militare è infatti aumentata del 3,7% rispetto al 2021 (quando già si erano toccati livelli senza precedenti), arrivando a toccare i 2.240 miliardi di dollari. L’Europa ha registrato l’aumento maggiore, il più grande dai tempi della Guerra Fredda, mentre Stati Uniti, Russia e Cina si confermano i maggiori consumatori individuali, raggiungendo complessivamente il 56% del totale globale della spesa militare. I dati – corretti per l’inflazione – sono stati resi noti dallo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI), istituto internazionale indipendente con sede a Stoccolma.
Secondo quanto riferito dal rapporto tali aumenti, in particolare in Occidente, sono dovuti all’invasione russa dell’Ucraina, oltre che alla crescente minaccia percepita da parte della Cina. L’Ucraina è il Paese con il maggior aumento della spesa, pari al 640% (arrivando così a toccare i 44 miliardi di dollari), mentre per la Russia le spese sono aumentate del 9,2% (toccando gli 86,4 miliardi di dollari). In termini di spese totali, gli Stati Uniti rimangono in cima alla classifica con una quota che supera gli 877 miliardi di dollari e un aumento dello 0,7% rispetto al 2021. Si tratta di una cifra di ben tre volte superiore a quella della Cina, al secondo posto dopo gli USA con i suoi 292 miliardi di dollari (+4,2%). Per Pechino nel 2022 la spesa militare è aumentata per il 28° anno consecutivo. Tra i Paesi NATO spicca poi la Finlandia, con un aumento della spesa pari al 36%, seguita da Lituania (27%) e Svezia (12%).
L’aumento complessivo ammonta a 127 miliardi in un solo anno, cifra che “supera di gran lunga i 100 miliardi annui che sarebbero necessari a mitigare gli effetti negativi del cambiamento climatico ma che gli Stati non riescono a destinare a tale scopo, per scelte politiche miopi” dichiara la Rete italiana Pace e disarmo. “La guerra e i conflitti armati non portano solo morte e distruzione, ma anche devastazione dell’ambiente e distruzione del clima“.