Incontro riuscito ieri sera 29 aprile in Fondazione Bricherasio a Morzano, frazione di Roppolo in provincia di Biella. Erano presenti almeno cinquanta persone per sentire le ragioni dell’opposizione al nuovo progetto di inceneritore di A2A a Cavaglià. Tra loro molti amministratori dei Comuni di Alice Castello, Roppolo, Cavaglià, Viverone e Tronzano.
L’occasione per parlarne è stato “Sul lago dorato”, il campo di volontariato di Legambiente a Roppolo. Un campo che dal 25 aprile vede 7 volontari svolgere svariate attività di valorizzazione e manutenzione del territorio intorno al Lago di Viverone.
Proprio a loro era dedicata la serata del 29 aprile, non solo per spiegare il progetto di inceneritore a Cavaglià, ripresentato da A2A nel dicembre scorso e ora in fase di Valutazione d’Impatto Ambientale da parte della Provincia di Biella, ma anche per raccontare lo scempio degli ultimi 30 anni e quante discariche sono presenti nell’area tra Cavaglià, Alice Castello, Tronzano Vercellese e Santhià. Un’area percorsa il primo giorno di campo dai volontari, una zona a soli 5 km dal Lago di Viverone e dagli splendidi paesaggi del Biellese e dell’Anfiteatro Morenico d’Ivrea.
Il primo a parlare è stato Luigi Bondonno, sindaco di Alice Castello. Il suo punto di vista è chiaro “La Valledora ha già dato e merita un altro futuro”. Subito dopo è intervenuto Daniele Gamba di Legambiente Biella, facendo il punto sul nuovo progetto e confrontandolo con quello precedente. Savina Fariello ha poi parlato a nome del Movimento Valledora, associazione che con coraggio si sta occupando da vent’anni del super sfruttamento di quest’area per lo stoccaggio e il trattamento dei rifiuti.
Non siamo, come molti dicono, colpiti dalla sindrome Nimby, quella che non vuole che venga fatto niente vicino a casa propria. A parte che di cose ambientalmente pericolose in Valledora ne abbiamo già accolte a sufficienza, ora abbiamo la possibilità di altre attività più attente al territorio. Lo ha spiegato molto bene Alberto Conte, presidente di Movimento Lento. “Il Cammino di Oropa è già una realtà. Solo ieri 29 aprile, giorno di pioggia, almeno 110 persone si sono incamminate da Santhià a Oropa. Un camino di 90 metri di altezza che si stagliasse proprio sul primo tratto del percorso, sarebbe un notevole deterrente per i camminatori che, nella stragrande maggioranza dei casi, cercano un rapporto autentico con la natura”
Sono intervenuti anche i consiglieri del Comune di Cavaglià ribadendo la posizione contraria all’opera della Amministrazione del Comune che dovrebbe ospitarla.
Maurizio Aiassa, presidente della Fondazione Bricherasio che ha ospitato sia l’evento di ieri sera che i volontari in questi giorni di campo, ci ha tenuto a ringraziarli per il lavoro svolto in questi giorni e a far notare che, per vedere la bellezza che ci circonda, sono necessari occhi che vengono da lontano.
Sono poi seguiti diversi interventi dal pubblico da cui sono emerse diverse preoccupazioni in tema di salute e di coinvolgimento dei giovani.
Ci si è lasciati soddisfatti del livello di coesione raggiunto e pronti a presentare le osservazioni al nuovo progetto di A2A.