Nell’atteso film di Nanni Moretti, “Il sol dell’avvenire”, in concorso a Cannes quest’anno e in uscita in Italia dal 20 aprile, una marcia di comuni cittadini che partono dai millenari Fori Imperiali di Roma per rivendicare l’esigenza di un mondo migliore riecheggia lo spirito di Greta Thunberg sedicenne che, durante l’enorme manifestazione in occasione della COP25 a Madrid, nel dicembre 2019, disse: “Il cambiamento di cui abbiamo bisogno non verrà dalle persone al potere (…) Siamo noi che porteremo il cambiamento”. Speranza che chi si è impegnato in tal senso non può fare a meno di condividere.
Attraverso un film nel quale, ha confessato in conferenza stampa, ci sono elementi autobiografici, Moretti ci invita a riflettere e diverte con sottile ironia, su quanto tra il dire e il fare “ci sia di mezzo il mare”, su come progetti e sogni voluti dall’inconscio collettivo siano naufragati dopo la seconda metà del ventesimo secolo.
Protagonista de “Il sol dell’avvenire” è Ennio, il segretario della sezione del PCI (Silvio Orlando) del quartiere romano del Quarticciolo; giornalista che scrive per L’Unità, sta confrontandosi con la fine di un sogno e deve capire come reagire all’invio dei carri armati sovietici a Budapest. Il 1956 fu infatti l’anno della rivoluzione di spirito antisovietico in Ungheria, quella che portò a una significativa caduta del sostegno alle idee del bolscevismo tra i cittadini delle nazioni del blocco occidentale.
Il regista Giovanni (Nanni Moretti) sta girando un film ambientato in quell’anno e in quella sezione del partito. La produttrice è sua moglie Paola (Margherita Buy) che sta pensando di separarsi e va in analisi per chiarirsi, anche se Giovanni non lo sa. Il regista sta anche scrivendo una sceneggiatura tratta dal celebre racconto di John Cheever “Il nuotatore”, per portare sullo schermo la storia di una coppia quarantennale, sottolineata da canzoni d’epoca. Il senso de Il sol dell’avvenire lo si intuisce dal motivo partigiano cui si ispira: “Fischia il vento e infuria la bufera, scarpe rotte e pur bisogna andar, conquistare la rossa primavera, dove sorge il sol dell’avvenir”, simbolo di un socialismo che avrebbe dovuto illuminare il futuro, ma che nei fatti ha deluso. Pur se da Moretti non è fatto alcun riferimento, impossibile non pensare all’attuale invasione dell’Ucraina.
Sullo sfondo del disincanto sociale e delle difficoltà private, Nanni Moretti incastra il lavoro di chi si cimenta nell’arte, la funzione educativa che può avere il cinema, così come ogni operazione culturale. Ad esempio, attraverso la scena di un giovane regista che chiude l’opera con un’esecuzione – un colpo di pistola alla fronte inferto ad un ragazzo – c’è la riflessione su quale etica e necessità accompagni la violenza gratuita. Nessuno lo ascolta, ma l’interrogativo che pone il film resta: è possibile delegare ad altri la costruzione di una società migliore?
Il Sol dell’Avvenire è in uscita in Italia in 500 copie il 20 aprile e poi in concorso al 76mo festival di Cannes, che si svolgerà dal 16 al 27 maggio 2023.
Il Sol dell’Avvenire (2023)
Regia: Nanni Moretti
Con Nanni Moretti, Margherita Bui, Silvio Orlando, Barbora Bobulova, Mathieu Amalric.
Genere: Drammatico
Produzione: Italia 2023
Uscita nelle sale: giovedì 20 aprile 2023
In concorso a Cannes 2023