Il 91% della popolazione mondiale risulta esposto a livelli degli inquinanti nell’aria al di sopra dei valori raccomandati dall’Organizzazione mondiale della sanità per la salvaguardia della salute. E ciò riguarda anche, e soprattutto, i bambini. Un’ampia letteratura scientifica evidenzia la maggior vulnerabilità dei bambini all’inquinamento atmosferico outdoor e indoor rispetto agli adulti. I dati sull’inquinamento atmosferico relativi all’Italia pongono il nostro Paese in una situazione di forte criticità: il 98% dei bambini sotto i 5 anni vive in aree dove le concentrazioni di PM2 sono al di sopra dei livelli raccomandati dall’Oms per la tutela della salute.
Tra i principali effetti sanitari dell’inquinamento dell’aria nei bambini vengono segnalati, oltre a una ridotta funzione polmonare, asma, infezioni acute delle basse vie respiratorie, problemi nello sviluppo neurocomportamentale, obesità, otite, per arrivare infine ad alcuni tumori infantili, quali ad esempio leucemie e retinoblastomi, che possono essere associati a esposizioni della madre agli inquinanti cancerogeni dell’inquinamento atmosferico nel periodo prenatale.
Il pediatra, si sa, rappresenta il naturale e più importante riferimento per i genitori rispetto alla salute dei propri figli. Pediatra che dovrebbe essere anche il punto di riferimento in termini di informazioni aggiornate e scientificamente provate sull’impatto che l’inquinamento può avere sulla salute dei propri bambini. Ecco perché è particolarmente importante l’ultima iniziativa dei pediatri. L’Associazione Culturale Pediatri (ACP), la Società Italiana di Pediatria (SIP), la Società Italiana Nutrizione Pediatrica (SINUPE), assieme a Pensiero Scientifico Editore e Think2it, si sono appellati ai Sindaci italiani e all’ANCI per chiedere azioni davvero incisive, anche drastiche, al fine di ridurre o rimuovere il danno causato ai bambini del nostro Paese dagli insostenibili livelli di inquinamento dell’aria.
Nella loro lettera i pediatri hanno fornito tutte le evidenze scientifiche che hanno spinto molte città d’Europa a interventi coraggiosi, sebbene non sempre condivisi dalla popolazione, chiedendo di trascurare il consenso, in questo ambito, a favore delle nuove generazioni, di promuovere fattivamente comportamenti individuali sostenibili e allo stesso tempo disincentivare quelli dannosi per la salute e il bene pubblico. “E’ questo il momento – sottolineano i medici – di fare la storia del nostro Paese, sulla base dei dati resi disponibili dalla comunità scientifica. Per questo chiediamo tra le altre cose: l’adozione diffusa di limiti alla circolazione dei veicoli inquinanti nelle città (ZTL); di pedonalizzare e creare numerose zone a bassa velocità 20 Km/h, specie in prossimità degli isolati degli edifici scolastici; città a 30 km/h, e con controlli serrati; la creazione di percorsi ciclabili razionali e collegati; lo sviluppo di nuovi spazi verdi nelle aree urbane e il potenziamento dei mezzi pubblici”.
La lettera fa riferimento anche ai costi sociali altissimi dell’inquinamento atmosferico, come mostrano i dati presentati nell’ultimo rapporto dell’European Public Health Alliance (EPHA) su 432 città europee in 30 Paesi. Costi che comprendono anche le spese sanitarie dirette legate, ad esempio, alla ridotta aspettativa di vita. Nel 2018 i costi quantificati nel rapporto erano più di 166 miliardi di euro; in media ogni abitante di una città europea ha subito una perdita di benessere di oltre 1.250 euro all’anno, che equivale al 3,9% del reddito delle città. Nella lettera i medici sottolineano che: “i bambini sono particolarmente vulnerabili durante lo sviluppo fetale e nei loro primi anni, quando i loro organi, i polmoni e il sistema nervoso centrale sono ancora in fase di maturazione. Inoltre, possono passare molto tempo all’aperto, con lunghi periodi di esposizione agli inquinanti. L’evidenza scientifica degli effetti negativi dell’inquinamento atmosferico sulla salute dei bambini è chiara e convincente e rileva un possibile impatto sulla salute anche in età adulta e addirittura transgenerazionale”.
In occasione della presentazione del bilancio finale di Clean Cities, la campagna itinerante di Legambiente, il 16 marzo è stato presentato il sondaggio “Tipi mobili nelle città italiane”, realizzato da Legambiente e Ipsos, in collaborazione con Unrae, l’Unione nazionale rappresentanti autoveicoli esteri, che ha analizzato le abitudini di mobilità su scala nazionale con un focus sulle grandi città (Roma, Napoli, Firenze, Milano e Torino) in tre macro aree: intensità, motivo e mezzi utilizzati. L’indagine ha evidenziato che i cittadini vogliono cambiare il loro modo di muoversi, ma il trasporto pubblico in Italia è molto al di sotto della media europea, con soltanto un quarto delle metropolitane, treni veloci, linee tranviarie e autobus elettrici rispetto agli altri Paesi. C’è una grande necessità di percorsi prioritari ciclo-pedonali, di mezzi pubblici, di strade e zone scolastiche, di servizi e infrastrutture di mobilità elettrica e condivisa, di zone cittadine a zero emissioni.
Ma per fortuna sono sempre di più i cittadini che scendono in campo per difendere il diritto di respirare aria pulita, convinti che la qualità dell’aria non è un bene negoziabile, perché riguarda la nostra stessa vita. Il danno che oggi deriva nel nostro Paese alla popolazione, all’ambiente, al patrimonio culturale, dall’inquinamento dell’aria è di fatto incalcolabile. E sono sempre di più coloro che lavorano per condividere dati e informazioni, promuovere comportamenti virtuosi, proporre strategie e soluzioni efficaci, sollecitare amministrazioni pubbliche e imprese a cambiare davvero.
E’ il caso di www.genitoriantismog.it, l’associazione che da oltre 20 anni è impegnata a migliorare le condizioni degli ambienti urbani a beneficio della salute dei bambini in primis e di tutti i soggetti della comunità, oppure di www.cittadiniperlaria.org che, tra le tante altre cose, propone il seguente decalogo: 1. Fai sentire la tua voce; 2. Cammina, usa la bici o i mezzi pubblici ogni volta che puoi; 3. Condividi il tuo percorso; 4. Se l’auto è indispensabile, scegli quella giusta; 5. Prendi il treno piuttosto che l’aereo; 6. Usa elettrodomestici a elevata efficienza energetica; 7. Evita di utilizzare il riscaldamento con combustibili solidi, abbassa il termostato del riscaldamento e risparmia acqua calda; 8. Isola di più. 9. Controlla la provenienza delle merci quando fai la spesa; 10. Compra elettricità verde: https://www.cittadiniperlaria.org/cambia-aria/.
Qui la lettera dei pediatri: https://www.genitoriantismog.it/wp-content/uploads/2023/03/Lettera-ai-Comuni-Lettera-ai-Comuni.pdf.
Qui il documento delle società scientifiche e associazioni dell’area pediatrica e del gruppo di lavoro “Ambiente e primi mille giorni” finalizzato a tutelare la salute dei bambini e delle famiglie: https://millegiorni.info/wp-content/uploads/2021/10/1000giorni-documento_consenso_06.10.2021.pdf.
Qui alcuni consigli utili: https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_opuscoliPoster_330_allegato.pdf.
Qui il sondaggio “Tipi mobili nelle città italiane”.