Guido ed Ester rischiano fino a 3 anni di reclusione e una multa fino a 3.099 euro per il danneggiamento di un basamento di marmo su cui sono incollati due QR Code per le audioguide.
Guido ed Ester, i due cittadini aderenti a Ultima Generazione che questa estate incollarono le proprie mani al basamento della statua di Laocoonte presso i Musei Vaticani, sono stati chiamati a comparire davanti al giudice del Palazzo del Governatorato, nella Città del Vaticano giovedì prossimo, 9 marzo. Con loro chiamata anche Laura, che era di supporto per produrre documentazione video e a cui è stato preso il cellulare da cui sono stati cancellati tutti i video prima della restituzione.
I reati di cui sono accusati Ester e Guido sono il presunto danneggiamento del basamento in marmo del gruppo scultoreo – lo stesso su cui sono incollati due QR Code per le audioguide – causato dall’uso di “adesivo sintetico particolarmente tenace e corrosivo”, più noto con il nome di Superattack.
A Guido e Laura viene imputata anche la mancata osservanza dell’ordine della gendarmeria di seguirli negli uffici. Rispetto alle prime ipotesi di reato la resistenza a pubblico ufficiale è stata eliminata dalle accuse in quanto del tutto inesistente e non potendosi considerare tale quella esclusivamente passiva messa in atto da Laura e Guido.
Guido ed Ester rischiano la reclusione da un mese a tre anni e una multa fino a 3.099 euro per chi “distrugge, disperde, guasta o in qualsiasi modo deteriora monumenti pubblici”, mentre Guido e Laura rischiano l’arresto fino a un mese o un’ammenda tra 21 e 310 euro previsto per “chiunque trasgredisce ad un ordine legalmente dato dall’Autorità competente”.
L’ANTEFATTO
Erano le 10:30 del 18 agosto 2022 quando Guido ed Ester hanno incollato le proprie mani alla base della statua di Laocoonte all’interno dei Musei Vaticani per lanciare l’allarme sull’emergenza climatica e sui rischi che comporta per l’umanità intera. Dopo pochi minuti dall’inizio dell’azione, l’intera sezione del museo è stata evacuata e alle persone presenti in supporto agli attivisti è stato sequestrato il cellulare, unico strumento capace di garantire che il processo si svolga in totale sicurezza.
IL MITO
Laocoonte era un sacerdote troiano che, per proteggere i suoi concittadini, li invitò a lasciare fuori dalle mura il cavallo inviato come dono-trappola dagli achei. I troiani non lo ascoltarono e decisero di introdurre il cavallo nella città. Morirono tutti nella notte, uccisi dai soldati achei che si nascondevano al suo interno. Il sacerdote e i suoi due figli vennero assaliti da enormi serpenti marini inviati dalla dea Atena, per aver tentato di impedire al suo popolo di seminare morte e distruzione.
“Il segnale d’allarme rimase inascoltato, l’ambasciatore del pericolo e i suoi figli morirono stritolati nel silenzio dell’incoscienza e l’intera città di Troia venne messa a ferro e fuoco, provocando la morte di tante persone ingenue ma innocenti. La statua ricorda la triste sorte alla quale andò incontro il sacerdote greco nel tentativo di salvare sé stesso, i propri figli e i cittadini tutti. Nel nostro movimento ci sono genitori, ci sono figli, uniti dalla volontà di spingere il mondo della politica a fare le scelte giuste per arginare il cambiamento climatico prima che sia troppo tardi”, spiegò Laura in quella occasione.
NOI SIAMO I FIGLI DI LAOCOONTE. L’APPELLO AL PONTEFICE
Due giorni dopo l’azione, Ultima Generazione scrisse un appello a Sua Santità, Papa Francesco. Nella lettera si spiega che “Il disturbo non è durato a lungo e non è stato arrecato danno al blocco di marmo che regge la scultura, ma vogliamo tuttavia motivare questo gesto. Lo scopo di queste persone non era quello di danneggiare l’opera o il museo o lo Stato Vaticano, e nemmeno quello di cercare facile visibilità mediatica per sé stessi. Lo scopo, così come per analoghe azioni condotte precedentemente presso musei italiani, è quello di richiamare l’attenzione pubblica sul dramma della crisi climatica ed ecologica, su cui anche Voi avete scritto pagine esemplari per forza, lucidità, semplicità e chiarezza, e di cui continuate a parlare e a lanciare appelli che purtroppo, restano inascoltati”.
Questa crisi è reale e tangibile come il blocco di marmo a cui le due persone si sono incollate, e sta già causando distruzioni, sofferenze e lutti. Costringe interi popoli a fame, sete, esodi da terre un tempo fertili, trasformate in deserti dal riscaldamento globale. Eppure la classe politica non se ne cura, perché dipende da chi ricava guadagni immorali e criminali da questa economia di rapina.
“Come Laocoonte, che cercò di mettere in guardia i cittadini di Troia dall’inganno dei greci senza essere ascoltato, oggi sono scienziati, artisti, scrittori, comuni cittadini, il segretario generale dell’Onu e Voi stesso, Santo Padre, a portare il messaggio della drammatica urgenza di agire per evitare almeno i peggiori disastri di cui già ora si inizia a valutare la tragica entità… Disponiamo solo dei nostri corpi, delle nostre menti, dei nostri cuori. E abbiamo deciso di impegnarli per cercare di forare il muro di bugie e di silenzi, la quotidiana normalità che non ha più nulla di normale, in un mondo che muore, di fronte a un’umanità prossima a un nuovo, ancora peggiore genocidio. Siamo la lancia scagliata dal sacerdote troiano contro il ventre del cavallo di legno… Siamo i figli di Laocoonte che lottano per cercate di salvarsi dai serpenti di Atena, e che sperano che il loro Padre, questa volta, riesca ad aiutarli a sconfiggere”.
IL VALORE “STIMABILE” DI UN BASAMENTO DI MARMO
Nella richiesta di citazione a giudizio per Guido ed Ester si legge che “in concorso tra loro distruggevano, guastavano e, comunque deterioravano un monumento pubblico di inestimabile valore storico-artistico, vale a dire il basamento di marmo del Gruppo scultoreo del Laocoonte conservato nel Museo Pio Clementino dei Musei Vaticani apponendo sulla superficie dello stesso un adesivo sintetico”.
Una relazione tecnica ha poi quantificato le spese per la riparazione in “oltre 15.000 euro”. Il “monumento di inestimabile valore”, però, non è il basamento, ma quello che sta sopra il basamento, quello che ha trasmesso e continua a trasmettere lo stesso messaggio di allerta, che Ultima Generazione ha voluto rendere la propria lotta.
Di più, in una memoria difensiva inviata al giudice e agli avvocati nominati d’ufficio, Guido ed Ester hanno voluto spiegare che “il fatto di avere appoggiato le mani sul basamento di marmo posto a sostegno del gruppo scultoreo, e non sul gruppo stesso, naturalmente non è stato casuale: di quest’ultimo è sempre stato riconosciuto l’inestimabile valore storico-artistico e non vi si voleva nuocere in alcun modo”.
Proprio per essere certi di non provocare danni ci si è anche documentati sulle proprietà e gli usi delle colle cianoacriliche in conservazione, che di solito non penetrano e non creano adesioni sufficientemente forti. “I possibili danni provocati alla superficie del basamento sono presumibilmente concreti, ma sicuramente di lieve entità, non avendone minimamente compromesso la funzionalità (vale a dire la stabilità necessaria a sostenere l’opera con sicurezza). Le eventuali lievi alterazioni subite dal marmo, in quanto materiale poroso che può avere assorbito parte dell’adesivo, sono di carattere meramente estetico e peraltro non sono visibili dalle persone che si recano in visita ai Musei, che fruiscono dell’opera da dietro un cordone”, prosegue la memoria difensiva.
In ogni caso, per la tenuità del probabile danno di cui siamo accusate, riguardante pochi centimetri quadrati della superficie del basamento (proprio per evitare danni ingenti è stata usata una piccola quantità di colla), “ci pare che la pena della reclusione fino a tre anni e di multa fino a 3.099 € sia decisamente sproporzionata, così come l’importo dello stesso, quantificato in oltre 15.000 €”.
L’INESTIMABILE VALORE DELL’ARIA, DELL’ACQUA E DELLA VITA
Da un lato lo stimabile valore di un basamento di marmo; dall’altro, l’inestimabile valore dell’aria, l dell’acqua e della vita. Valori concreti, che si traducono in cibo per noi e per i nostri figli. Una buona percentuale del territorio italiano è ancora affetta da siccità severo-estrema di lungo periodo (in carenza idrica dal 2021), con previsioni evidenti di siccità in più regioni, specie nel nord, per i prossimi mesi più caldi. L’inquinamento dell’aria in ugual modo continua a essere un grave problema del nostro Paese, con primati europei poco felici di impurità e concentrazione di inquinanti atmosferici. L’Italia vanta il primo posto in Europa per morti attribuibili all’inquinamento atmosferico e queste morti e simili compromissioni pesanti delle condizioni di vita della cittadinanza sono quanto si dovrebbe considerare di inestimabile valore oggi. Prosegue invece la politica del profitto e del finto progresso, con investimenti in fonti energetiche ormai anacronistiche, a tal punto da necessitare di più di 40 miliardi di euro annui di soldi pubblici perché simili industrie risultino competitive ed economicamente appetibili.
LE PAROLE DI GUIDO ED ESTER
“Sono Guido e ho 61 anni. Ho partecipato all’iniziativa di Ultima Generazione perché da anni vedo un mondo in rovina a causa dell’insaziabile avidità umana che vede nel mondo solo una risorsa da sfruttare senza limiti. L’economia estrattivista, in nome di un’illusoria crescita infinita, sta portando al collasso ecologico e climatico. La nostra casa è in grave pericolo e il genere umano con essa. Ma io penso che noi e ‘la nostra casa’ siamo in realtà la stessa anima e da quando abbiamo cominciato a pensarci separati abbiamo cominciato a usarla in maniera dissennata senza percepire l’autolesionismo. Questa scissione tra uomo e mondo naturale ha fatto sì che non ci siano limiti, neanche morali, allo sfruttamento, oltre che dell’uomo sull’uomo anche dell’uomo sul ‘mondo naturale’. Se non capiamo questo possiamo credere di poter fare come nulla fosse, ed è quello che stanno facendo i governi, che attuano politiche energetiche e ambientali suicide tra le quali il sovvenzionamento dei combustibili fossili. È per denunciare questo che, insieme a Ester e Laura, sono entrato in azione”.
“In quanto laureata in Storia delle Arti e lavoratrice del settore culturale sono consapevole del potere dei simboli e delle immagini. Mi rendo conto di aver preso parte a un gesto pesante, radicale: ma i gesti radicali sono figli dell’urgenza, e in questo momento serve richiamare l’attenzione sull’emergenza climatica, troppo a lungo ignorata.
Abbiamo scelto di fare delle azioni nei musei perché sono luoghi di cultura, di pensiero critico, testimoni della bellezza che l’umanità sa creare. La scelta di accostarci al gruppo scultoreo del Laocoonte, senza volerlo danneggiare in alcun modo, non è stata casuale. Esso raffigura il sacerdote che nell’Eneide avvisò i troiani del pericolo nascosto nel cavallo di legno inviato dai greci. Non solo non venne creduto, ma subì anche l’estrema repressione: Atena, dalla parte dei greci, inviò due serpenti marini a uccidere Laocoonte e i suoi figli. È quindi il simbolo dei e delle testimoni che vengono messe a tacere da un potere più grande, è chi dà l’allarme e non viene sentito. Il cavallo di Troia portò morte e distruzione, ed è ciò che sta portando anche la crisi climatica.
Le conseguenze legali che stiamo affrontando ora sono indubbiamente leggere in confronto a ciò che altrə attivistə subiscono nel mondo: cionondimeno sono parte di una chiara strategia repressiva nei confronti di chi, come noi, cerca di portare l’attenzione su un problema enorme attraverso la resistenza civile nonviolenta.
Notiamo inoltre lo scioccante contrasto tra le parole del Papa, che incita la gioventù a gridare più forte la preoccupazione per il futuro della vita sulla Terra, e il modo in cui viene amministrata la giustizia nello Stato Vaticano. I danni di cui siamo accusatə esistono, ma sono di lieve entità, non riguardano l’opera d’arte in sé e non ne compromettono la fruizione. Le ripercussioni di cui siamo minacciatə sono sproporzionate e ingiuste: i veri criminali non siamo noi, ma coloro che continuano ad investire in un sistema insostenibile che ci sta conducendo verso il baratro, curando gli interessi di pochi e ignorando ogni avvertimento lanciato dalla scienza negli ultimi cinquant’anni”, aggiunge Ester.