Forte l’appello lanciato ieri nel tardo pomeriggio in un presidio convocato dal gruppo Torino per Moria
Il presidio è stato partecipato, molti i comitati, i cittadini, attivi a vario titolo sul tema delle migrazioni.
Presenti ASGI, ANPI, Unione Popolare, Sinistra Anticapitalista, CGIL.
La strage di Crotone è una ferita aperta, tutti concordi nel dire che poteva e doveva essere evitata, durissimamente stigmatizzate le dichiarazioni di Piantedosi.
Sono stati toccati tutti i temi inerenti alla repressione delle migrazioni esercitata dall’Italia e dall’Europa, molti gli interventi.
L’appello si colloca nel solco della “convergenza delle lotte” invocata da più parti, da una cittadinanza attiva che non trova una risposta nella politica parlamentare e di Governo.
La strategia della paura del migrante, agitata da tempo da una destra suprematista – “Prima gli Italiani” – e che ha pagato in termini elettorali in epoca pre-covid, ora non fa più presa nei cittadini, oppressi da problemi economico-sociali reali e di ben altra natura.
Difficile non concludere che da una parte si tratti di “residuali ossessioni” di taluni leader politici e dall’altra siano tentativi di distrarre l’opinione pubblica dai reali problemi socio-economici del Paese, che le politiche di questo Governo stanno ulteriormente esacerbando.
Secondo coloro che esercitano la solidarietà umana a prescindere dalla provenienza d’origine, che agiscono quindi in modo costituzionalmente orientato, queste politiche generano sofferenza e morte in esseri umani che viaggiano a rischio della propria vita per contribuire a condizioni di vita migliori per le famiglie che hanno lasciato nelle loro terre d’origine.
Art. 2 della Costituzione: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale“.
E’ stata indetta un’assemblea cittadina per il 28 marzo alle ore 18 al Centro Studi Sereno Regis in via Garibaldi 13.
Il comunicato del presidio:
“Nessuno lascia casa a meno che
la casa non sia la bocca di uno squalo”
Warsan Shire, poetessa.
“La disperazione non giustifica viaggi che mettono in pericolo i figli”
Matteo Piantedosi, Ministro dell’Interno della Repubblica Italiana
Ancora un naufragio, ancora morti, dispersi, ancora sofferenze per decine e decine di famiglie.
Le loro morti e quelle precedenti erano annunciate, o meglio, programmate da un sistema che è in guerra con i migranti. Una guerra senza esclusione di colpi, per ingraziarsi gli elettorati, per annegare e disperdere donne, uomini e bambini in fuga da violenza, fame, distruzione. Nascondono la verità, pensano alle persone come numeri, esternalizzano le frontiere con una pioggia di denaro a Libia, Turchia e Niger favorendo così i network criminali e i trafficanti. Decine di dati e scandali lo confermano drammaticamente.
Per anni abbiamo sentito la litania “aiutiamoli a casa loro” ed ora invece più sommessamente sono “invitati a non partire”. Parole, parole che nascondono le solite politiche coloniali e clientelari determinate dalle multinazionali che indirizzano gli esecutivi dei Governi.
Gli occhi di Frontex (l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera) avevano avvistato la nave con molte ore di anticipo. Poi il buio di competenze e regole di ingaggio; lentamente, in queste ore, grazie al lavoro della parte migliore del nostro giornalismo, le responsabilità vengono tragicamente alla luce.
L’ Europa, l’Italia e i suoi Governi, sono responsabili di queste morti, delle sofferenze imposte a migliaia di persone con le politiche contro le navi delle ONG che cercano di sfiancare attraverso il progressivo allontanamento del Porto sicuro. Non c’è peggio al peggio, un exMinistro blasfemo nelle sue false preghiere, un Ministro, feroce, disumano, incapace di comprendere quanto succede nel mondo e a pochi metri dal suo naso. Farebbe bene a misurare le parole, farebbe bene a chiedere scusa e a farsi da parte.
Torino come sempre accoglierà e favorirà la libera circolazione delle persone, troveremo le occasioni per salvare più persone possibili, con tutte le forze, senza tregua.
Presidio dalle ore 17.30 di venerdì 3 marzo 2023
Chiesa di San Dalmazzo, Via Garibaldi angolo Via delle Orfane
La rabbia è grande, il senso di inadeguatezza di fronte a così grande violenza invita ad una azione incessante Forte la necessità di non ritrovarsi solamente dopo le tragedie con la consapevolezza che è necessaria, tra tante difficoltà, una piattaforma cittadina di azione e rivendicazione per collegare le lotte e le iniziative che in molti sviluppano sul territorio con i migranti e le loro comunità, dai diritti di cittadinanza alla casa, dalla salute al lavoro.