Al San Raffaele di Milano c’è da aspettare 1.300 giorni, quasi 4 anni, per poter effettuare una colecistectomia, (videolaparocolecistectomia o VLC): sembra impossibile, oltre ogni immaginazione, ma invece è proprio così, esattamente come appare nelle tabelle pubblicate nel sito della struttura sanitaria e per stessa dichiarazione della direzione di tale ospedale. Un record decisamente poco invidiabile, che sfonda letteralmente ogni altro precedente record in materia di liste d’attesa in Lombardia. “E’ questo l’ultimo caso di liste di attesa impossibili che abbiamo scoperto, in ordine di tempo, in seguito alla denuncia fatta dalla signora Aurelia nel corso dell’ultima puntata di 37e2”, ha detto Vittorio Agnoletto, medico e conduttore della storica trasmissione sulla salute di Radio Popolare, vincitrice nel 2020 della menzione speciale dell’Ambrogino d’oro del Comune di Milano. “Abbiamo invitato l’assessore Guido Bertolaso ad intervenire in trasmissione – ha aggiunto Agnoletto- ma nessuna risposta ci è arrivata, silenzio totale: ci chiediamo quali siano gli interventi urgenti e concreti che la Regione sta programmando per abbattere queste liste d’attesa assurde, causa di enormi disagi per la popolazione, visto che era un obiettivo posto al centro della campagna elettorale del presidente Fontana”!
Anche la storia della signora Aurelia, intervenuta in diretta nella puntata di venerdì 17 di “37e2”, è un esempio drammatico di come non funzionano le liste d’attesa per interventi in strutture private accreditate con il servizio sanitario pubblico: “Ad agosto 2020 ho avuto il primo episodio di coliche biliari – ha raccontato la signora Aurelia – e sono andata al Pronto Soccorso del San Raffaele, ma per via della pandemia ad ottobre vengo messa in lista d’attesa, senza però una data precisa, per l’intervento di colecistectomia. I miei calcoli, di oltre un cm, non si possono sciogliere in nessun modo. Da allora ogni 6 mesi mi sottopongo a controlli, ma ancora nessuna data è prevista per l’intervento. Io continuo a stare male, continue fitte, dolori, nausee, vomito, nonostante il cambiamento di regime alimentare. Fino a quando a gennaio 2023 ho detto basta, non ce la faccio più: ho chiamato il San Raffaele e ho chiesto a che punto era la lista d’attesa, e mi hanno detto che c’era da aspettare ancora tantissimo tempo. Allora ho chiesto quanto era l’attesa per un intervento a pagamento: mi è stato risposto oralmente che i tempi di attesa a pagamento non ce ne sono e che il costo era di 7.500 euro! A quel punto mi sono fermata perché non è giusto che un cittadino onesto, che paga le tasse non abbia diritto a un servizio sanitario pubblico che funzioni”!
“La storia di Aurelia – ha detto Vittorio Agnoletto – è la storia dei disagi e delle sofferenze di troppo persone, che non riescono a curarsi con il servizio sanitario pubblico, perché viene data la precedenza a interventi che garantiscono maggiori guadagni al privato. Noi riceviamo le segnalazioni dei cittadini e chiediamo conto ai responsabili delle strutture sanitarie delle loro scelte: è quanto è avvenuto in questo caso con il San Raffaele, che ci ha risposto confermando la veridicità di quanto segnalatoci dalla signora Aurelia, rispetto ai tempi di attesa per l’intervento con il servizio sanitario nazionale. Una situazione assurda e inaccettabile sulla quale chiediamo risposte precise e tempestive all’assessore al Welfare della Regione Lombardia!”