Poiché la difesa, nel caso Iuventa, ha continuato a rivelare ulteriori lacune nella costruzione complessiva dell’accusa, oggi è tornata in primo piano la tenuta dell’impostazione accusatoria. Nell’udienza di oggi, il tribunale di Trapani ha preso posizione su alcuni di questi aspetti.
Se da un lato il tribunale ha confermato la giurisdizione italiana sulle operazioni di salvataggio in mare condotte in acque internazionali, dall’altro non è ancora del tutto chiaro se la procura di Trapani abbia la competenza sull’intero caso. Tuttavia, il tribunale si è astenuto dal pronunciarsi e ha deciso di rinviare la questione alla più alta corte italiana, la Corte Suprema di Cassazione, per un chiarimento.
Non si tratta solo di questioni procedurali. Nel momento in cui alcune parti integranti dell’accusa vengono messe a confronto con i fatti reali, la costruzione del presunto “grande crimine” crolla. L’accusa, nonostante gli anni di enormi sforzi che questa indagine ha richiesto, non è riuscita finora a corroborare il suo caso e a impedirne lo sgretolamento.
Sebbene questa fondamentale questione rimarrà aperta fino alla decisione della Corte Suprema, il processo di Trapani continuerà il 24 marzo. Ulteriori questioni procedurali attendono ancora di essere chiarite.
Sascha Girke, imputato iuventa: “Sembra che alla fine nessuno voglia assumersi la responsabilità. Improvvisamente, nel nostro processo, non è chiaro nemmeno chi debba perseguire il nostro presunto reato. Allo stesso tempo i politici cercano di sottrarsi alle proprie responsabilità, scaricandole su coloro che affermano ipocritamente di voler proteggere: le persone in movimento. E mentre qui si continua a giocare alla roulette delle responsabilità, le persone continuano a morire incessantemente.”