L’uso del metallo pesante da parte di Stati Uniti, Regno Unito e Nato in trent’anni di guerre illegali ma definite “umanitarie” ha già causato una strage silenziosa e prolungata in tutti i territori bombardati con queste armi. Dai Balcani, all’Iraq passando per l’Afghanistan le patologie tumorali sono aumentate a dismisura come conseguenza diretta dell’esposizione all’uranio impoverito rilasciato dalle munizioni.
Ci troviamo di fronte ad una epidemia da metallo pesante provocata deliberatamente dalle maggiori potenze occidentali.
In Italia ad ammalarsi gravemente e a morire per l’esposizione al metallo pesante sono gli stessi soldati dell’esercito usati come come carne da cannone nelle missioni di “pace” all’estero e a cui ancora oggi il ministero della Difesa, nonostante oltre trecento cause risarcitorie perse, continua a negare verità e giustizia. Al momento parliamo di 8000 militari italiani ammalati e di circa 400 deceduti a causa dell’uranio impoverito, una strage che non ci stancheremo di denunciare.
La Nato, chiamata in causa dall’Alta Corte di Belgrado per le conseguenze devastanti dei bombardamenti all’uranio impoverito effettuati nel 1999, ha risposto al tribunale esigendo l’immunità.
Grazie ad un memoriale che ci ha fornito l’avv. Tartaglia, legale rappresentante dei veterani italiani vittime del metallo pesante, abbiamo appreso che la Nato non solo rivendica l’immunità per un ecocidio e per ciò che si configura come un crimine di guerra ma intima al governo serbo di intervenire presso l’Alta Corte di Belgrado per chiudere ogni procedimento a suo carico. Questa è la democrazia di cui si millanta l'”esportazione”. La Corte Penale Internazionale, se avesse un minimo di autorevolezza, dovrebbe indagare anche su questi ed altri crimini di guerra commessi dal blocco euro-atlantico.
Ora anche in Ucraina, dopo le devastazioni della guerra convenzionale, sta per scatenarsi l’epidemia da uranio impoverito: dal 2019 anche la Federazione Russa ha deciso di dotarsi di questo tipo di armi giustificandosi col fatto che non sono vietate da nessuna convenzione internazionale e soprattutto sono impiegate da tempo dal blocco euro-atlantico. La scelta criminale del governo britannico ne innescherà con buona probabilità l’uso.
Noi di Rifondazione Comunista e della Sinistra Europea avevamo già denunciato questo gravissimo rischio lo scorso giugno al contro summit Nato di Madrid. Continueremo a batterci anche presso il Parlamento europeo contro questa decisione criminale, per la messa al bando definitiva di queste armi, la verità e giustizia per le vittime civili e militari dell’uranio impoverito.
Avvelenare il popolo ucraino con l’uranio impoverito non è un modo per aiutarlo. L’unica strada è quella del cessate il fuoco e della trattativa.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Gregorio Piccin, responsabile pace del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea