Dopo aver messo in salvo, all’alba di sabato 25 marzo 2023, 78 persone, la nave Life Support di EMERGENCY ha terminato una seconda e poi una terza operazione di soccorso nella mattinata dello stesso giorno con il coordinamento delle autorità italiane. In questi due ultimi interventi sono state messe in salvo rispettivamente 38 e 45 persone, alla deriva da oltre 24 ore su imbarcazioni che versavano in condizioni estreme.
“Le barche erano in attesa di soccorsi già da 24 ore, in una situazione drammatica: due natanti di ferro di 7 e 8 metri, al limite della galleggiabilità e che rischiavano di capovolgersi da un momento all’altro – commenta Emanuele Nannini, capo missione della Life Support –. I pescherecci che avevano lanciato l’allarme avevano già segnalato alle autorità, diverse volte e con apprensione, che a bordo erano presenti numerosi bambini e neonati che non mangiavano e bevevano da ore, così come le due donne in stato di gravidanza.”
A bordo delle due imbarcazioni, erano presenti in tutto 83 persone, provenienti da Camerun, Congo, Costa d’Avorio, Guinea Conakry, Liberia, Mali, Mauritania, Senegal. Tra queste, due donne incinte di pochi mesi, 23 minori non accompagnati, quattro bambini.
“I naufraghi avevano già passato tre giorni in navigazione, senza mangiare né bere e in posizione rannicchiata – afferma Alberto Radaelli, soccorritore della Life Support –. Non si reggevano in piedi, abbiamo dovuto sollevarli a forza. Una volta messi in salvo a bordo della nave, due persone hanno avuto un mancamento. Tutti avevano addosso un forte odore di gasolio, a causa del rovesciamento di taniche a bordo.”
Sul luogo era presente anche una terza imbarcazione in pericolo, il cui soccorso sarà effettuato dalla Guardia Costiera italiana.
Da quando ha iniziato le sue attività, la nave Life Support di EMERGENCY è alla sua quarta missione. Al momento è in viaggio verso il porto, assegnatole dalle autorità italiane, di Ortona. Ha già informato le autorità della presenza di almeno altre 4 imbarcazioni in pericolo nella rotta tra la Tunisia e Lampedusa, ribadendo la propria disponibilità a supportare le autorità nelle operazioni di ricerca e soccorso.