La “Rete No Rigass NoGnl” e la campagna nazionale “Per il Clima, Fuori dal Fossile” hanno presentato oggi a Roma la MANIFESTAZIONE NAZIONALE che si terrà a Piombino sabato prossimo, 11 marzo 2023, per contrastare la scelta del governo attuale (in sostanziale continuità con le politiche di quelli precedenti), in accordo con diversi governi regionali e molti poteri locali, di fare dell’Italia il punto cruciale del sistema estrattivista europeo, nonché uno dei principali snodi mondiali del commercio, del trasporto e della distribuzione dei combustibili fossili.
La scelta di scendere in piazza a Piombino come luogo simbolo dell’attuale conflitto è dettata dall’imminente arrivo nel porto toscano della nave rigassificatrice Golar Thundra, che dovrà trattare ingenti quantità di gas naturale liquefatto, estratto in Paesi lontanissimi, con conseguenze ambientali pesantissime, costi esorbitanti ed elevati rischi. L’impianto di rigassificazione di Piombino è solo uno dei diversi impianti previsti anche in altri porti e in altre zone d’Italia, impianti che per altro sono solo la punta dell’iceberg di un disegno che sta riempiendo il territorio nazionale di nuove trivellazioni, migliaia di chilometri di tubature per gasdotti, centrali di compressione, progetti di stoccaggio dell’anidride carbonica.
A Piombino la mobilitazione civile ha già prodotto decine di manifestazioni e moltissimi momenti di presa di parola da parte della popolazione, sostanzialmente appoggiata dal grosso delle istituzioni locali. Ma sarebbe del tutto sbagliato pensare che l’opposizione piombinese costituisca una pura e semplice vertenza per la difesa di interessi locale. È invece componente essenziale di un movimento che sta crescendo in tutto il Paese, in collegamento con esperienze sorelle in Europa e nel mondo, che chiede a gran voce l’abbandono progressivo delle fonti fossili. Sono loro le principali responsabili delle emissioni climalteranti distruttive per gli ecosistemi, la biodiversità, la salute ed il futuro delle prossime generazioni e foriere di ingiustizia non solo ambientale ma anche sociale, che come sempre subiranno le popolazioni e le fasce sociali più fragili, in termini di aumento della povertà energetica, compromissione delle economie legate al territorio, malattie e conseguenti costi sanitari, riduzione degli spazi di democrazia.
Infatti, alla manifestazione di Piombino, nei prossimi mesi ne seguiranno altre in Sardegna, a Ravenna, a Sulmona, nelle Puglie, nelle Marche e in Sicilia, e in tutti gli altri luoghi dove l’assalto estrattivista sta ponendo le basi per la definitiva dipendenza da un modello assurdo e anacronistico. Ci sarebbe invece bisogno di puntare con sollecitudine allo sviluppo delle rinnovabili, alla produzione diffusa, decentrata e governata dal basso, nonché a piani di efficientamento, risparmio e riconversione, che non solo non sono mai stati seriamente promossi, ma vengono addirittura apertamente ostacolati dal governo italiano.
Alla mobilitazione in corso stanno giungendo le adesioni di un gran numero di realtà territoriali locali, di porzioni del mondo associativo che comprendono diverse tradizionali sigle storiche del movimento ambientalista, ma coinvolgono anche realtà sindacali come l’USB, i Cobas e strutture territoriali della CGIL, sezioni dell’ARCI, di diversi partiti e reti della società civile.
L’appuntamento è per sabato alle 14 a Piombino per un incontro di popolo forte, pacifico, gioioso e determinato a liberarsi dalla schiavitù del fossile.
Rete No Rigass NoGnl
Campagna nazionale Per il Clima, Fuori dal Fossile