Ci sono notizie che meriterebbero di essere classificate al primo posto di un’eventuale classifica delle fake news ma che- purtroppo– risultano drammaticamente vere. E’ il caso della multa comminata all’Associazione Sportiva Dilettantistica Athletic Brighela, una squadra di calcio bergamasca di terza categoria.

La squadra, prima di scendere in campo, ha esposto tenendo in mano per soli 20 secondi uno striscione di solidarietà alle vittime della tragedia di Cutro, che riportava la seguente scritta Cimitero Mediterraneo. Basta morti in mare. Tanto però è bastato al giudice sportivo per intervenire con misure incredibilmente punitive nei confronti dell’Associazione Sportiva: una sanzione di 50 euro, la squalifica di un mese per il capitano Rota e altre squalifiche per allenatore, mister Luigi Cattaneo e dirigente accompagnatore.

L’Associazione Sportiva Athletic Brighela non ha affatto indietreggiato di fronte a tali misure assurdamente punitive, ha anzi rilanciato, sottolineando: “… ci troviamo a commentare un provvedimento ai limiti. Ma nessuno e nessuna di noi si considera vittima di questo. Le vittime sono in fondo al mare: sono oltre 26.000 in questi ultimi 10 anni. Un genocidio sommerso dall’ipocrisia di un mondo che, al di là della linea abissale, finge che non esistano corpi deumanizzati. Corpi violabili. Corpi inutili e inesistenti. Non riconoscere che questo solco tracciato lungo i confini delle acque internazionali esista, equivale a non comprendere la drammaticità di un sistema politico, economico, sociale e culturale che strutturalmente separa soggetti abilitati alla dignità e soggetti sacrificabili. Ecco, noi volevamo porre l’accento su questo e lo rivendichiamo. Non ci sentiamo affatto in colpa. La multa ci è arrivata e le squalifiche sono arrivate? Pagheremo. Molte realtà hanno dimostrato di volerci sostenere in questo, ma noi rilanciamo la sfida: sosteniamo direttamente una ONG che, nonostante i Decreti, si appresta a salvare vite umane. Questa è l’emergenza. Di questo si deve parlare. Dobbiamo alzare la testa e renderci conto delle responsabilità politiche che stanno dietro alle tragedie. Poco importa se a pagare le conseguenze siamo noi. Noi stiamo bene. Noi la prossima domenica scenderemo in campo, andremo sugli spalti felici di aver alzato la testa per l’ennesima volta…”.

Sulla pagina Facebook dell’Associazione sportiva la nota completa.

Come non tifare tutti a squarciagola per l’Athletic Brighela, per una piccola squadra di provincia che è stata in grado di mettere in campo un piccolo grande gesto di solidarietà e di civismo. Un gesto che fa onore al mondo del calcio, troppo spesso attraversato da fatti di violenza e da episodi di intolleranza, non solo tra opposte tifoserie ma anche nei confronti degli stessi calciatori.

Nell’ultimo Report “Calciatori sotto tiro” l’AIC ha evidenziato, in linea generale, un aumento dei casi di razzismo rispetto alle stagioni precedenti e un cambiamento nelle motivazioni e nelle modalità di realizzo degli episodi. Il razzismo resta ancora tra le principali motivazioni, mentre diminuisce l’incidenza delle aggressioni via social che pure restano molto presenti. Prestazioni ritenute non all’altezza e i trasferimenti di mercato tra le altre principali cause. Nell’ultimo campionato censito si rilevano le seguenti differenze rispetto alle edizioni precedenti del Rapporto: sensibile aumento dei casi; i calciatori di Serie A sono i più colpiti; le intimidazioni sono diminuite (ma sempre molto presenti) sui social da quanto sono stati riaperti gli stadi; un caso su due si registra al Nord (la Lombardia sottrae il primato al Lazio); nei campionati dilettantistici la III Categoria sottrae il primato all’Eccellenza.

Nella stagione 2021/22, raccogliendo informazioni da fonti pubbliche o segnalazioni dirette, l’Associazione Italiana Calciatori ha censito 121 casi in cui i calciatori sono stati fatti oggetto di offese, minacce e intimidazioni. Come specificato in ogni edizione del Report, molto probabilmente, il numero degli episodi è stato decisamente superiore. Purtroppo, non tutto ciò che accade viene denunciato, per paura degli atleti, per il tentativo di risolvere le questioni senza generare ulteriori “problematiche” o semplicemente perché si considera che la violenza faccia parte del “gioco” di essere calciatori.

Qui il Report completo: https://www.figc.it/media/190015/report_aic_calciatori_sotto_tiro.pdf.

Inutile invece soffermarsi sugli episodi di violenza che avvengono sui campi di calcio, sugli spalti e fuori dagli stadi e dai campi sportivi: le cronache settimanali nazionali e locali abbondano da sempre di fatti di sangue.

Ben vengano allora mille di questi gesti e insieme a Zerocalcare gridiamo con forza: Daje Athletic Brighela!