L’Alta Corte di Tokyo ha finalmente deciso che Hakawada Iwao, 87 anni, 45 dei quali trascorsi nel braccio della morte per lo più in isolamento, ha diritto a un nuovo processo.
La corte ha stabilito che ad Hakamada, condannato a morte nel 1968 per l’omicidio del suo datore di lavoro, della moglie e dei loro due figli, è stato negato il diritto a un processo equo.
Nel corso di questi decenni, gli avvocati di Hakamada hanno raccolto oltre 600 elementi di prova a sostegno dell’innocenza del loro cliente.
Già nel 2014, con una decisione tra le più rare della storia della pena di morte in Giappone, un tribunale di Shizuoka aveva accolto la richiesta di un nuovo processo e disposto la scarcerazione provvisoria di Hakamada. La pubblica accusa aveva fatto ricorso e nel 2018 l’Alta Corte le aveva dato ragione, pur non ordinando il ritorno nel braccio della morte.
All’ennesimo ricorso, la Corte Suprema aveva ribaltato tutto e ora l’Alta Corte si è schierata con Hakamada.