Dal 1994 la Costituzione argentina riconosce che i popoli indigeni che abitano nel paese sono preesistenti allo Stato nazionale e quindi hanno diritto al possesso e alla proprietà delle terre che tradizionalmente occupano. Dopo quasi 30 anni, questo diritto non è stato realizzato. Al contrario, molte comunità native sono state espulse dai loro territori mentre lo Stato stesso, governo dopo governo, li vende a imprese nazionali e straniere dedite all’estrattivismo, al disboscamento, alla monocoltura, allo sviluppo immobiliare e al turismo. Molte comunità avanzano rivendicazioni legali. Altre avviano processi di recupero diretto, insediandosi in territori che appartengono loro e che vengono loro negati. È così che agiscono molte comunità mapuche in Patagonia. È il caso della lof (comunità) Cayunao, che rivendica le terre consegnate a una cooperativa di servizi e altre terre dove si trovano le sorgenti di un importante fiume della zona (il fiume Chubut), che sarebbero state vendute a prestanome di potentati stranieri.
Di seguito un comunicato diffuso due giorni fa dalla lof Cayunao, che riporta le misure che hanno deciso di adottare per continuare la loro lotta.
Alla Nazione Mapuche e alla società in generale:
Mari Mari Machi, Mari Mari pu lonko, Mari Mari pu pillan cushe, Mari Mari pu peñi la pu lagmien.
Oggi 12 marzo 2023, diverse Lofche riunite nel territorio della Lofche Cayunao dichiarano:
Lo Stato nazionale e provinciale è responsabile dei conflitti territoriali che mirano alla difesa della natura, dell’acqua e alla protezione dei territori ancora sani. Questa difesa è portata avanti dai popoli nativi e una parte della società per difendere il rapporto sano con queste forze e questi spazi.
È lo Stato che consegna apertamente territori e risorse al capitale straniero. Benetton, Lewis, qatarioti e altri stranieri ricevono sempre più favori dallo Stato argentino e dai suoi dirigenti provinciali. Ricevono il permesso di insediarsi in territori ricchi di risorse naturali, ricevono il sostegno politico e l’appoggio delle forze armate, della polizia e della gendarmeria per proteggere i loro interessi, si giovano dell’inefficacia del sistema giudiziario, che permette la violazione sistematica delle leggi argentine che dovrebbero proteggerci, proteggere la natura e il buon tenore di vita delle nostre figlie, figli, nipoti e pronipoti.
Gli stranieri sono sempre più presenti nei territori; cambiano i nomi, ma la conservazione di questi luoghi resta nelle mani di chi se ne beffa. È il caso della rivendicazione territoriale di COOPETEL da parte della Lofche Cayunao, dove lo Stato ha ceduto il territorio a organizzazioni nazionali o provinciali, marcatamente estrattiviste e dannose per l’equilibrio naturale.
Chiediamo ai governi nazionali e provinciali di assumersi la responsabilità e di fornire soluzioni favorevoli al popolo Mapuche, alle leggi argentine e ai trattati internazionali sulla protezione e la difesa dei territori in Patagonia.
In allerta, Pu Lofche si organizzerà in assemblea per continuare a resistere a quest’oltraggio e a cercare soluzioni. Pu Lofche, ci dichiariamo in assemblea permanente per esercitare la difesa del territorio.
La Lof Cayunao continuerà con il controllo del territorio nella zona dei pascoli estivi dove sta avanzando l’espropriatore, chiedendo al popolo Mapuche e alla società in generale di continuare con lo stato d’allerta, così come di continuare a chiedere l’auto-organizzazione e l’accompagnamento della Lof.
Invitiamo il popolo mapuche alla prossima assemblea, che si terrà nella Lofche Quemquemtrew l’8 e il 9 aprile.
Libertà per le prigioniere politiche mapuche!
Libertà per la Machi Betiana Coluan Nawel e per il suo ritorno immediato al rewe (spazio sacro)!
Marichiweu marichiweu!!!
Lof Cayunao, Lof Fem Mapu Puerto Santa Cruz, Lof Buchile Oyarzo Calfu comunità Las Waitekas, Lof Calfu Lafken (Lago Rosario), pu peñi ka pu lagmien Epuyen, Villa la Angostura, Cholila, Lago Puelo e Las Golondrinas, Lof Quemquemtrew.