Il libro di Tariq Ali, Winston Churchill: His Times, His Crimes (Winston Churchill: il suo tempo, i suoi crimini) è un eccellente contraltare alla propaganda così stranamente imprecisa su Winston Churchill, che però è la norma. Ma per meglio apprezzare questo libro, è necessario inquadrarlo nella più generale storia popolare del XX secolo e nelle relative argomentazioni, che più interessano Tariq Ali, tra cui una certa fede nel comunismo e nell’attività bellica (che non esclude una dose di disprezzo per l’azione nonviolenta da parte di un autore che ha promosso manifestazioni per la pace), perché la maggior parte del libro non riguarda direttamente Winston Churchill. (Forse per le parti in cui si parla effettivamente di Churchill si potrebbe ottenere una versione elettronica e fare una ricerca digitando il suo nome).
Per tutta la sua vita Churchill fu un fiero, impenitente sostenitore del razzismo, del colonialismo, del genocidio, del militarismo, delle armi chimiche, delle armi nucleari e della crudeltà in generale, e per di più sfacciatamente arrogante su tutto questo. Era un feroce oppositore di qualsiasi uso o sviluppo della democrazia, dall’estensione del voto alle donne in su. Era parecchio odiato, spesso fischiato e contestato, e talvolta violentemente attaccato, sia nell’Inghilterra del suo tempo che in gran parte del resto del mondo, per i suoi reazionari abusi nei confronti dei lavoratori, compresi gli operai delle miniere in sciopero contro i quali impiegò l’esercito, per non parlare dell’atteggiamento guerrafondaio.
Churchill, come documentato da Ali, è cresciuto amando l’Impero britannico, nel cui declino avrebbe avuto un ruolo così importante. Pensava che le valli afghane avrebbero dovuto essere “epurate dai perniciosi parassiti che le infestano” (cioè gli esseri umani). Voleva che si usassero armi chimiche contro le “razze inferiori”. I suoi subordinati istituirono orribili campi di concentramento in Kenya. Detestava gli ebrei e negli anni ‘20 sembrava quasi indistinguibile da Hitler, ma in seguito ritenne che gli ebrei fossero talmente superiori ai palestinesi che questi ultimi non avrebbero dovuto avere più diritti dei cani randagi. Ha avuto un notevole ruolo nella creazione della carestia in Bengala, senza la minima preoccupazione per le vite umane. E non disdegnava di usare la violenza militare nei confronti dei manifestanti britannici, soprattutto irlandesi, così come contro i colonizzati più lontani.
Churchill manovrò con cura il governo britannico nella Prima Guerra Mondiale, respingendo varie opportunità di evitarla o di porvi fine. Questa storia (alle pagine 91-94 e 139 di Ali) è indubbiamente poco conosciuta, anche se molti accettano il fatto che la Prima Guerra Mondiale avrebbe potuto essere facilmente evitata, mentre immaginano che il suo proseguimento nella Seconda Guerra Mondiale non avrebbe potuto esserlo (benché Churchill stesso sostenesse il contrario). Churchill fu il principale responsabile del disastro mortale di Gallipoli, oltre che del disastroso tentativo di soffocare sul nascere quello che sarebbe rapidamente diventato, e da quel momento in poi considerato, il suo principale nemico, l’Unione Sovietica, contro la quale era determinato ad usare, come in effetti fece, il gas velenoso. Churchill contribuì a frazionare il Medio Oriente, creando nazioni e disastri in luoghi come l’Iraq.
Churchill fu un sostenitore dell’ascesa del fascismo, fu un grande fan di Mussolini e un ammiratore di Hitler. Fu un convinto sostenitore di Franco anche dopo la guerra e un sostenitore dell’utilità del fascismo in varie parti del mondo dopo la guerra. Analogamente fu un sostenitore del crescente militarismo in Giappone come baluardo contro l’Unione Sovietica. Ma decidendo di impegnarsi nella Seconda Guerra Mondiale, fu altrettanto diligente nell’evitare la pace come lo era stato con la Prima Guerra Mondiale. (Inutile dire che oggi la maggior parte degli occidentali ritiene che in quest’ultimo caso avesse ragione, che questo monocorde musicista avesse finalmente trovato la storica sinfonia in cui sentirsi necessario.
Il fatto che si trattò di un errore, richiederebbe una più ampia discussione).
Churchill attaccò e distrusse la resistenza al nazismo in Grecia e cercò di fare della Grecia una colonia britannica, provocando una guerra civile che causò non meno di 600.000 morti. Churchill applaudì il lancio di armi nucleari sul Giappone, si oppose allo smantellamento dell’Impero britannico in tutti i modi possibili, sostenne la distruzione della Corea del Nord e fu la forza trainante del colpo di Stato americano in Iran nel 1953, che sta generando contraccolpi ancora oggi.
Nonostante tutto ciò sia ben documentato da Ali come già da altri, e in gran parte è abbastanza noto, Churchill continua ad essere presentato dalla macchina dell’infotainment che ci arriva dai nostri computer e televisioni, come la quintessenza del difensore della democrazia e del bene.
Ci sono però altri aspetti che sono rimasto sorpreso di non trovare nel libro di Ali.
Churchill era un grande sostenitore dell’eugenetica e della sterilizzazione. Mi sarebbe piaciuto leggere quel capitolo.
E poi c’è la questione dell’ingresso degli Stati Uniti nella Prima Guerra Mondiale. I libri di testo americani ci dicono che durante la Prima Guerra Mondiale il transatlantico Lusitania venne attaccato dalla Germania senza preavviso, nonostante la Germania avesse letteralmente pubblicato avvertimenti sui giornali di New York e di tutti gli Stati Uniti. Questi avvertimenti erano stampati proprio accanto agli annunci di imbarco sul Lusitania ed erano firmati dall’ambasciata tedesca. I giornali scrissero articoli su tali avvertimenti. La compagnia Cunard fu interpellata in merito agli avvertimenti. L’ex capitano del Lusitania si era già dimesso, a quanto pare a causa dello stress di navigare in quella che la Germania aveva pubblicamente dichiarato zona di guerra. Nel frattempo Winston Churchill aveva scritto al presidente della Camera di Commercio Britannica: “È molto importante attirare la navigazione neutrale verso le nostre coste, nella speranza soprattutto di creare un problema tra gli Stati Uniti e la Germania”. Fu sotto il suo comando che il Lusitania non ricevette la consueta protezione militare britannica, nonostante la Cunard avesse dichiarato che contava su tale protezione. Che il Lusitania trasportasse armi e truppe per aiutare gli inglesi nella guerra contro la Germania era stato denunciato dalla Germania e da altri osservatori, ed era vero. L’affondamento del Lusitania è stato un orribile atto di omicidio di massa, ma non è stato un assalto a sorpresa delle forze del male contro quelle del bene, ed è stato agevolato dall’incapacità della marina di Churchill di essere dove avrebbe dovuto essere.
Poi c’è la questione della partecipazione degli Stati Uniti nella Seconda Guerra Mondiale. Anche se credete che sia stato l’intervento più giusto mai intrapresa da qualcuno, vale la pena sapere che ha comportato la creazione e l’uso concertato di documenti falsi e di menzogne, come la falsa mappa dei piani nazisti per spartirsi il Sud America o il falso piano nazista per eliminare la religione dal mondo. La mappa, almeno, era una creazione della propaganda britannica fornita a Roosevelt. Il 12 agosto 1941, Roosevelt si incontrò segretamente con Churchill in Newfoundland e redasse la Carta Atlantica, che stabiliva gli obiettivi bellici per una guerra in cui gli Stati Uniti non erano ancora ufficialmente coinvolti. Churchill chiese a Roosevelt di entrare in guerra immediatamente, ma egli rifiutò. Dopo questo incontro segreto, il 18 agosto Churchill si riunì con il suo gabinetto al numero 10 di Downing Street a Londra. Secondo i verbali, Churchill disse al suo gabinetto: “Il Presidente [degli Stati Uniti] aveva detto che sarebbe entrato in guerra anche senza dichiararla, e che sarebbe diventato sempre più provocatorio. Se i tedeschi non avessero gradito, avrebbero potuto attaccare le forze americane. Si doveva fare di tutto per provocare un ‘incidente’ in modo da portare alla guerra”. (Citato dalla deputata Jeanette Rankin nel Congressional Record, 7 dicembre 1942). Anche i propagandisti britannici avevano sostenuto, fin dal 1938, la necessità di usare il Giappone per far entrare in guerra gli Stati Uniti.
Alla Conferenza Atlantica del 12 agosto 1941, Roosevelt assicurò a Churchill che gli Stati Uniti avrebbero esercitato pressioni economiche sul Giappone. Nel giro di una settimana, infatti, l‘Economic Defense Board avviò le sanzioni economiche. Il 3 settembre 1941, il Dipartimento di Stato americano inviò al Giappone la richiesta di accettare il principio della “non perturbazione dello status quo nel Pacifico”, ossia di cessare la trasformazione delle colonie europee in colonie giapponesi. Nel settembre 1941 la stampa giapponese era indignata per il fatto che gli Stati Uniti avessero iniziato a spedire il petrolio bypassando il Giappone per raggiungere la Russia. Secondo i giornali, il Giappone stava morendo lentamente di “guerra economica”. Nel settembre 1941, Roosevelt annunciò la politica di “sparare a vista” a tutte le navi tedesche o italiane che si fossero trovate in acque statunitensi.
Churchill bloccò la Germania prima della Seconda Guerra Mondiale con l’obiettivo esplicito di far morire la gente di fame – un atto denunciato dal Presidente degli Stati Uniti Herbert Hoover, e un atto che impedì alla Germania di espellere chissà quanti ebrei e altre vittime dei suoi successivi campi di sterminio – rifugiati che Churchill rifiutò di evacuare in gran numero e che, quando arrivarono in numero ridotto, imprigionò.
Churchill fu anche determinante nel normalizzare il bombardamento di obiettivi civili. Il 16 marzo 1940, le bombe tedesche uccisero un civile britannico. Il 12 aprile 1940, la Germania incolpò la Gran Bretagna di aver bombardato una linea ferroviaria nello Schleswig-Holstein, lontano da qualsiasi zona di guerra; la Gran Bretagna negò. Il 22 aprile 1940 la Gran Bretagna bombardò Oslo, in Norvegia. Il 25 aprile 1940, la Gran Bretagna bombardò la città tedesca di Heide. La Germania minacciò di bombardare i civili britannici se i bombardamenti britannici sulle aree civili fossero continuati. Il 10 maggio 1940 la Germania invase Belgio, Francia, Lussemburgo e Paesi Bassi. Il 14 maggio 1940, la Germania bombardò i civili olandesi a Rotterdam. Il 15 maggio 1940 e nei giorni successivi, la Gran Bretagna bombardò i civili tedeschi a Gelsenkirchen, Amburgo, Brema, Colonia, Essen, Duisburg, Düsseldorf e Hannover. Churchill disse: “Dobbiamo aspettarci che questo Paese venga colpito a sua volta”. Sempre il 15 maggio, Churchill ordinò di radunare e imprigionare dietro il filo spinato “gli stranieri nemici e le persone sospette”, la maggior parte dei quali erano rifugiati ebrei arrivati di recente. Il 30 maggio 1940, il gabinetto britannico discusse se continuare la guerra o fare la pace e decise di continuare la guerra. Da quel momento i bombardamenti sui civili si intensificarono, e si intensificarono ancor più drammaticamente dopo l’entrata in guerra degli Stati Uniti. Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna rasero al suolo le città tedesche. Gli Stati Uniti bruciarono le città giapponesi; secondo le parole del generale americano Curtis LeMay, i residenti furono “bruciati, bolliti e cotti a morte”.
Poi c’è la questione di ciò che Churchill propose alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Subito dopo la resa della Germania, Winston Churchill propose di utilizzare le truppe naziste insieme a quelle alleate per attaccare l’Unione Sovietica, la nazione che aveva appena fatto il grosso del lavoro per sconfiggere i nazisti. Non si trattava di una proposta improvvisa. Gli Stati Uniti e gli inglesi avevano cercato e ottenuto una parziale resa della Germania, avevano mantenuto le truppe tedesche armate e pronte, e avevano informato i comandanti tedeschi sulle lezioni apprese dal loro fallimento contro i russi. Attaccare i russi il prima possibile era un’idea sostenuta dal generale George Patton e dal sostituto di Hitler, l’ammiraglio Karl Donitz, per non parlare di Allen Dulles e dell’OSS (acronimo che sta per Office of Strategic Services, precedente ala CIA – ndr). Dulles fece una pace separata con la Germania in Italia per escludere i russi, e iniziò a sabotare immediatamente la democrazia in Europa e a dare potere agli ex nazisti in Germania, oltre ad assorbirli nell’esercito americano per concentrarsi sulla guerra contro la Russia. Quando le truppe americane e quelle sovietiche si incontrarono per la prima volta in Germania, nessuno le aveva informate che erano in guerra fra di loro. Ma nei piani di Winston Churchill lo erano. Non potendo lanciare una guerra calda, lui, Truman e altri ne lanciarono una fredda.
Non c’è bisogno di chiedersi come mai questo mostro di uomo sia diventato un santo secondo l’Ordine Costituito. Si può far credere qualsiasi cosa attraverso ripetizioni e omissioni infinite. La domanda da porsi è perché. E credo che la risposta sia abbastanza semplice. Il mito fondante di tutti i miti dell’eccezionalismo americano è la Seconda Guerra Mondiale, la sua gloriosa e giusta qualità eroica. Ma questo rappresenta un problema per gli aderenti al partito politico repubblicano che non vogliono venerare Franklin Delano Roosevelt o Truman. Quindi vada per Churchill. Si può amare Trump o Biden E CHURCHILL. È stato costruito in questa versione fittizia, all’epoca della guerra delle Falkland, della Thatcher e di Reagan. Il suo mito è poi cresciuto durante la fase iniziale della guerra all’Iraq nel 2003. Ora che la pace è praticamente innominabile a Washington D.C., eccolo proiettato nel futuro con il minimo pericolo che i dati storici reali possano interferire.
Traduzione dall’inglese di Daniela Bezzi. Revisione di Filomena Santoro.