Si è tenuto ad Addis Abeba nei due scorsi giorni, mercoledì e giovedì, il Consiglio esecutivo dell’Unione africana, in preparazione del vertice dei capi di Stato e di governo dei Paesi membri previsto per domani e dopodomani, sabato e domenica, sempre nella sede dell’Unione africana ad Addis Abeba. Nella riunione sono stati preparati i propositi dei paesi africani per far fronte alle crisi ed alle problematiche di sicurezza ed economico finanziarie, soprattutto i rapporti con le potenze straniere che si combattono indirettamente sul suolo africano.
Tra i temi che saranno affrontati in questo vertice ci sarà la crisi libica e la guerra nella Rep. Democratica del Congo, le guerre nel Sahel e nella regione dell’Africa centrale e nel Corno d’Africa e soprattutto una strategia di autonomia alimentare e di sviluppo economico comune, per far fronte alla povertà e disoccupazione e ridurre così la fuga dei cervelli e della forza lavoro.
Uno dei temi economici sarà quello di creare uno spazio africano di libero scambio (AfCFTA) e sul piano politico di rivendicare due posti permanenti nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU.
Sono piani lungimiranti, ambiziosi e necessari, ma si scontrano con una realtà politica frammentata e fortemente condizionata dagli interessi delle potenze ex coloniali e delle nuove potenze che si affacciano all’Africa come Cina e Russia, con programmi di penetrazione economica e militare concorrenti.
L’UA ha ottenuto recentemente un discreto successo diplomatico nella mediazione tra il governo etiopico e il Fronte Popolare per la Liberazione del Tigray che ha portato lo scorso novembre agli accordi di Pretoria e Nairobi, per una tregua che sta tenendo e promette di disinnescare una delle più gravi crisi umanitarie del continente.