Aveva 26 anni Manuel Teran, anche conosciutə come Tortuguita, la piccola Tartaruga.
Natə il 26 aprile del 1996 e con una famiglia di origini venezuelane, Manuel si definiva persona non binaria, e da tuttз era descrittə come una persona solare, generosa e pacifica.
Aveva cominciato ad usare il nomignolo Tortuguita per cercare quell’anonimato che spesso si richiede nell’attivismo come il suo, pericoloso perché radicale, rischioso perché pacifico.
Credeva fermamente nella disobbedienza civile nonviolenta, Manuel, e spesso a coloro con cui parlava, fossero giornalisti o altri attivisti, ricordava le virtù non solo morali ma anche strategiche della resistenza pacifica ad ogni tipo di sopruso, sociale o ambientale che fosse.
E proprio il luogo in cui Tortuguita ha perso la vita è, nel Global North fintamente democratico, quello che, secondo noi, meglio rappresenta la coesistenza di entrambe le lotte: quella per i diritti sociali e quella per i diritti ambientali.
Il luogo in cui Tortuguita è mortə è ora una foresta.
Ma le politiche occidentali del profitto e dell’oppressione vogliono distruggerla per costruirvi la Cop City di Atlanta.
Si tratta di un progetto del valore nominale (quello reale, come scoprirete poche righe più sotto è ben più alto) di 90 milioni di dollari: un centro di addestramento delle forze di polizia, con un eliporto, una finta città per ricreare ambientazioni da guerriglia urbana e una zona per le esercitazioni con gli esplosivi, il tutto da edificare al posto dell’area boschiva di DeKalb County che solo nel 2017 il City Council si era impegnato a lasciare per sempre intatta.
E invece l’8 Settembre 2021 il progetto venne approvato con 10 voti favorevoli contro 4 contrari ad alcuni dettagli dell’operazione, ma non alla sua natura.
Nelle ore successive all’esito della votazione le proteste del movimento Stop Cop City si fecero più forti: moltз scesero in strada per rappresentare il proprio dissenso, e la polizia finì per difendere se stessa arrestando 11 persone.
Una reazione premeditata ed organizzata, così come le politiche statunitensi che stanno favorendo da decenni la gentrificazione, ovvero quel processo di trasformazione di un intero quartiere popolare in zona residenziale di pregio, con prezzi delle abitazioni altissimi e conseguente sostituzione della popolazione esistente con un’altra. Processo peraltro sostenuto inconsapevolmente dagli stessi residenti originari mediante le loro tasse che finanziano strategie abitative speculative coordinate tra interessi privati ed istituzioni pubbliche.
In sostanza, individuato un quartiere popolare, si fa in modo che la qualità della vita al suo interno peggiori progressivamente, eliminando servizi pubblici essenziali come scuole, ospedali, spazi ricreativi, trasporto pubblico, igiene urbana, manutenzione stradale, e facendo così abbassare i costi di mercato di terreni ed abitazioni.
Successivamente, una più massiccia presenza delle forze di polizia alimenta una diffusa tensione sociale e persegue in maniera pesante i piccoli crimini a cui è costretta parte della popolazione residente, privata di molte possibilità occupative a causa della depressione economica dell’area.
La persecuzione a carico di molti degli abitanti della zona favorisce i procedimenti legali a loro carico e il conseguente sfratto da unità abitative già in mano agli speculatori edilizi o in procinto di essere acquisite.
Lo svuotamento di una zona del quartiere (o di un intero quartiere attiguo) permette dunque l’abbattimento dei vecchi edifici, la costruzione di un nuovo complesso residenziale, ed il suo ripopolamento con proprietari ad alto reddito e che occupano posizioni di rilievo in grandi società legali, bancarie e finanziarie. Questi, avendo necessità di condurre un alto tenore di vita e di proteggere i loro beni, richiedono ed ottengono una maggiore presenza delle forze dell’ordine, telecamere, denunce, arresti.
La funzione della polizia, decisiva anche in questo passaggio, è quella di perseguire crimini che riguardano la qualità della vita; qualità decisa da un sistema basato sul capitale.
E si comprendono meglio molte delle dinamiche parallele a questo disegno se si guarda a chi beneficia di un progetto come quello della Cop City. Eccone una lista.
Innanzitutto i politici, di ogni schieramento, che si assicurano fette di elettorato lanciando costantemente messaggi di paura per i crimini più disparati e per le comunità di colore.
Poi dirigenti ed ufficiali dei corpi di polizia urbana e penitenziaria che vedono accrescere la loro influenza.
Ovviamente le grandi aziende che fanno profitto dal mondo delle costruzioni, in primis quelle del cemento e delle fonti fossili.
E ancora, le aziende che operano nei settori delle armi, dei sistemi di sicurezza e di sorveglianza.
Di conseguenza le banche, mediante il finanziamento alle aziende su citate, gli interessi sui mutui della elite , e gli interessi sul debito della popolazione che si è impoverita.
Infine, i media, che generano maggiori visualizzazioni con gli articoli di cronaca del crimine e con la costante contrapposizione delle due diverse esigenze, quella popolare e quella finanziaria.
Questo sistema, composto da pochi sfruttatori, necessita di un numero enorme di sfruttatз, il cui limite di sfruttamento viene costantemente spostato più in là e controllato da strumenti di punizione di massa, manganelli sociali di fatto in mano ad uomini in divisa.
In proposito Noam Chomsky spiega con la solita efficacia come nemici irreali rappresentati dallo show business creino disgregazione delle masse e quindi dominio sulle stesse: “quanto più si riesce ad aumentare la paura per la droga, il crimine, gli immigrati e gli alieni, tanto più si riescono a controllare le persone”.
Come hanno spiegato gli studiosi David Correia and Tyler Wall, le forze di polizia difendono l’accumulo di capitale (e quindi lo incoraggiano): il successo del Capitalismo dipende dalla disciplina e dal rigore di quanti lo servono e dalla persecuzione e criminalizzazione di quanti lo minacciano.
Ed il fatto che il Capitalismo non sia un indefinito complotto quanto piuttosto un concreto mutuo aiuto tra gli attori principali del mondo della finanza, è evidente proprio dal supporto al progetto Cop City di aziende quali Delta Airlines, Coca Cola e Mercedes Benz.
Del resto, già nel 1961, nel suo discorso di addio, il Presidente Dwight Eisenhower allertava la nazione riguardo al fatto che “la vasta e intricata connessione tra l’industria militare e bellica potrebbe determinare il corso dello sviluppo economico e delle decisioni politiche del Paese, a scapito di tutti gli altri settori e di tutte le altre idee”.
A queste costanti violenze dell’essere umano, ed al conseguente stupro della loro Madre Terra, ad Atlanta si sono oppostз tantз attivistз che, dopo petizioni e marce, hanno visto nell’occupazione della foresta il modo nonviolento più efficace per resistere.
Tantз di loro sono statз arrestatз, più volte, ed alcunз hanno anche ricevuto un capo di accusa incredibile: terrorismo interno.
Le brutali aggressioni delle forze dell’ordine, armi alla mano, si erano fatte sempre più frequenti.
Poi, la mattina del 18 gennaio scorso si è verificato nella foresta, secondo la polizia, un conflitto a fuoco dall’esito tragico.
Un agente di polizia dello Stato della Georgia è stato raggiunto da un colpo di pistola all’addome, risultando fuori pericolo ed in condizioni stabili già il giorno dopo.
A sparare quel colpo, sempre secondo le tesi della polizia, sarebbe statə Manuel Teran. Tortuguita secondo loro avrebbe aperto il fuoco senza preavviso sugli agenti che stavano procedendo all’interno del bosco.
E che, per questo motivo, gli agenti hanno risposto al fuoco, uccidendolə.
Moltз attivistз confermano che quella mattina era in corso una delle tante violente operazioni di sgombero, ed alcunз affermano di aver udito alle 9:04 del mattino dei colpi, una dozzina in rapida successione, e poi un botto più forte.
Nel resto della mattinata l’operazione di rastrellamento ed evacuazione era andata avanti con una vera e proprio caccia all’attivistə mediante l’uso di cani, lacrimogeni e macchinari per la demolizione, così come accaduto altre volte.
Solo che questa volta qualcunə aveva perso la vita.
Qualcunə che predicava e praticava la nonviolenza è rimastə vittima della violenza.
E delle bugie.
In tantз ora chiedono ai giornalisti ed alle organizzazioni umanitarie di condurre inchieste indipendenti per ripristinare la Verità, perché nessunə crede alla tesi che vede Tortuguita impugnare una pistola e sparare ad un altro essere vivente.
Nessunə vuole che a questa immensa Ingiustizia collettiva si aggiunga quella personale di Manuel.
Ammazzatə dalla furia del capitale.
Per sempre vivə in quella foresta e nelle lotte che verranno.