I recenti tragici eventi che hanno visto morire due portuali a Trieste e Civitavecchia sono purtroppo solo gli ultimi di una serie di incidenti che vedono coinvolte le attività nei nostri porti.
Una catena di dolore che deve essere spezzata subito e che deve vedere rimettere al centro della discussione la salute, la sicurezza, lo stop all’autoproduzione e a tutti i tentativi in atto di frammentare il lavoro e di rilanciare la lotta per il mantenimento dei porti pubblici.
La giornata del 25 febbraio vedeva già i lavoratori portuali di USB schierati contro tutte le guerre e l’economia di guerra e per rendere i nostri porti liberi dal traffico di armi e di morti a un anno dallo scoppio del conflitto in Ucraina.
Quindi il 25 febbraio si sciopera:
- contro gli omicidi sul lavoro, per la tutela della sicurezza nei porti e per assicurare il lavoro portuale come usurante.
- per assegnare alle Autorità Portuali il ruolo di controllo e sanzione verso chi non rispetta le leggi in fatto di sicurezza e organizzazione del lavoro.
- contro tutte le guerre, contro l’escalation del conflitto in Ucraina e l’invio di aiuti militari e per rendere i porti italiani liberi dal traffico di armi.
- per l’utilizzo delle risorse destinate al conflitto per sostenere il reddito e i salari.
- per chiedere il reintegro immediato del delegato sindacale Domenico Macrì licenziato a Gioia Tauro
USB Mare e Porti aderisce e invita tutti a partecipare alla manifestazione contro tutte le guerre ABBASSATE LE ARMI, ALZATE I SALARI! sabato 25 febbraio dalle ore 14.00 al Porto di Genova
Unione Sindacale di Base – Lavoro Privato – Mare e Porti