Il 1° febbraio 2023 è stato il giorno in cui il Regno Unito più si è avvicinato da una generazione a questa parte a uno sciopero generale: i lavoratori di un’ampia gamma di settori, tra cui l’istruzione e i trasporti, sono scesi in piazza per protestare contro le retribuzioni insufficienti, le condizioni di lavoro inique, le pensioni e la precarietà. La giornata di sciopero rappresenta il culmine di molti mesi di azioni sindacali in tutto il Regno Unito, compresi gli scioperi senza precedenti degli infermieri e dei lavoratori delle ambulanze. Si tratta di una risposta sia all’attuale crisi del costo della vita, che sta spingendo molti lavoratori sull’orlo della povertà, sia alla realtà a lungo termine della diminuzione dei salari e del peggioramento dei servizi pubblici. Molti settori, come quello dell’insegnamento e della sanità, hanno registrato dal 2010 diminuzioni delle retribuzioni reali dell’ordine del 10-15%. Questo, unito agli effetti di oltre un decennio di austerità, ha creato una situazione in cui i servizi pubblici fondamentali, dalle ambulanze al pronto soccorso, dal trasporto ferroviario alle scuole, sono in uno stato di costante disfunzione e crisi.
Nelle strade di tutto il Paese il senso di solidarietà era palpabile, mentre si svolgevano manifestazioni nelle principali città per dire no alla continua erosione delle condizioni di lavoro che colpisce una percentuale crescente di lavoratori britannici, compresi molti di quelli dei settori chiave che solo due anni fa venivano celebrati come eroi durante la pandemia.
Mentre le auto suonavano i clacson in segno di solidarietà e le strade si bloccavano, è apparso chiaro che non si tratta più solo di lotte individuali, ma di un movimento che attraversa tutto il Paese. Non si tratta più solo di lavoratori delle ferrovie, docenti universitari o operatori sanitari che lottano per i propri diritti. I cittadini di tutto il Paese ne hanno abbastanza e si uniscono per dirlo. I cori di “I lavoratori uniti non saranno mai sconfitti” risuonavano al di sopra del rumore del traffico, con la gente che si fermava in strada per applaudire i partecipanti ai cortei e alle manifestazioni.
Il messaggio rivolto al governo britannico è chiaro: il popolo ha potere, non saranno più tollerati salari molto al di sotto dell’inflazione, la pretesa che la gente continui a lavorare con orari ridicoli e pochissimi riconoscimenti, insieme all’erosione delle misure di sicurezza e dei servizi pubblici. Il governo continua a respingere le richieste di riconoscimento e di equità, ma a giudicare dalla giornata di oggi, la lotta potrà essere lunga, ma i lavoratori non si lasceranno dividere.