Circa cinquemila[1] persone hanno partecipato ieri sera a Torino alla fiaccolata per la pace in occasione dell’anniversario del primo anno della guerra in Ucraina.
Promossa da Europe for Peace, ANPI, Coordinamento AGITE, Sindacati e Noi con Voi la manifestazione ha ricevuto l’adesione di numerose realtà associative cittadine e singoli che si sono ritrovati per marciare e confrontarsi sui pericoli di una nuova guerra mondiale, le possibili soluzioni per la de-escalation, il superamento del conflitto.
Il luogo di partenza, piazza Borgo Dora, non è stato scelto a caso: in quella piazza si trova l’Arsenale della Pace, sede del Sermig, una vecchia fabbrica bellica riconvertita a “monastero metropolitano” luogo di attivismo e supporto per i più bisognosi; dopo il saluto di Ernesto Olivero la fiaccolata è partita con un breve percorso in centro città e si è conclusa in piazza Palazzo di Città con gli interventi degli organizzatori e dei rappresentanti istituzionali presenti.
Dall’incipit del discorso del coordinamento Agite
Perché siamo qui questa sera? Probabilmente abbiamo idee diverse su molti argomenti e la pensiamo diversamente rispetto all’economia e la politica ma siamo qui innanzitutto perché come esseri umani non possiamo restare in silenzio davanti all’orrore della guerra, a quella che si sta consumando in Ucraina così come le tante altre meno note che stanno devastando altre parti del mondo.
Per un anno intero siamo venuti in piazza ogni sabato per la pace, a chiedere che cessino in bombardamenti in Ucraina, a ribadire il nostro no alla guerra, che è sempre la peggiore soluzione, che mai nella storia ha riparato torti, che sempre ha generato nuove violenze, nuovi soprusi, nuove violazioni, che a loro volta hanno generato nuove guerre, prodotto morti, distrutto risorse, avvelenato l’ambiente, ucciso ogni creatura vivente. Eravamo in piazza già prima del 24 febbraio per fare appello contro l’inizio di un nuovo conflitto armato.
Abbiamo chiesto a gran voce che la diplomazia potesse lavorare per un negoziato, che ci fosse un cessate il fuoco e le armi tacessero e abbiamo continuato a mobilitarci in solidarietà con tutte le vittime e con chi coraggiosamente si oppone alla guerra. In Russia oltre 12.000 persone sono state arrestate perché si sono opposte alla cosiddetta “operazione speciale”, l’invasione armata in Ucraina -una violazione del diritto internazionale- anche solo mostrando un cartello bianco, senza scritte.
Siamo qui a chiedere nuovamente “Tacciano le armi”; non c’è pace senza giustizia e senza rispetto dei diritti umani, e una pace armata non è pace.
La pace è l’unica vittoria possibile.
Prossimo appuntamento oggi, sabato 25 febbraio, alle ore 15 in piazza Castello per il presidio “No alla guerra ed al militarismo”
[1] Secondo gli organizzatori