Dovrebbe essere la prima notizia sulle prime pagine dei giornali e l’apertura dei tg. In Francia un milione di lavoratrici e lavoratori oggi è sceso in piazza con 200 manifestazioni per lo sciopero contro la riforma delle pensioni di Macron, che già l’ha dovuta ritirare due anni fa.
Dalla Francia arriva di nuovo la dimostrazione che si può dire no alle controriforme neoliberiste. Con i sindacati sono schierati i nostri compagni dei partiti della Nupes, che hanno mandato la destra al terzo posto alle legislative. I francesi insorgono contro il tentativo di alzare a 64 anni l’età pensionabile e già si prepara il referendum se la riforma non sarà ritirata.
I sindacati francesi, come noi di Rifondazione Comunista e Unione Popolare, rivendicano il diritto di andare in pensione a 60 anni e difendono il sistema retributivo che a noi è stato rubato dalle riforme di centrosinistra e centrodestra. Nella piattaforma della CGT salario minimo di 15 euro l’ora e riduzione a 32 ore settimanali dell’orario di lavoro.
Le lotte francesi sono un esempio che va seguito in Italia, qualunque sia il governo in carica.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, coordinamento di Unione Popolare